Con John Driscoll detective di Manhattam e tante disgrazie… 

Fatemelo dire. Lo so, è scontato ma lo voglio dire lo stesso. Spesso si sta facendo una rincorsa alla disgrazia. Anche il lettore più distratto se ne sarà accorto. La disgrazia la fa ormai da padrone in molti (troppi) romanzi polizieschi di vario genere. Più disgrazie, più gusto per i lettori (si dice). Non ne rimane immune nemmeno La stanza delle urla di Thomas O'Callaghan, Mondadori 2009.

E dunque abbiamo il solito tenente della polizia di New York W.Driscoll irlandese sfigato fradicio con la moglie morta (sei anni in coma) e pure la figlia per un incidente stradale (immaginatevi i ricordi che lo assalgono ad ogni piè sospinto) e aggiungo la madre buttatasi sotto le rotaie della metropolitana e pure la sorella che è in terapia (non ho capito bene di che cosa ma la testa non è a posto). Nel momento in cui scrivo non ricordo del padre ma forse è meglio così; la solita gnoccolona compagna di lavoro del suddetto Driscoll con un passato alle spalle anche lei niente male (in fatto di sfiga, naturalmente…) sotto cura psichiatrica; il solito braccio destro con problemi di alcolismo per averne combinate un paio; il solito, anzi i soliti che qui sono due, disgraziati maledetti colpiti da un destino infame (leggi violenza) che si divertono ad uccidere chi gli capita sotto tiro togliendogli lo scalpo come gli indiani ecc…

E allora morti scalpati da tutte le parti (perfino nel didietro di un dinosauro nella sala di un museo), disperazione del Sindaco per gli attacchi della stampa, violenza privata che genera violenza pubblica, un miliardario che vuole vendicare la morte della figlia (anche lui un po' strano…), i pericoli della rete, la nuova generazione di You Tube e perfino qualche tocco d'Italia con Armani e Versace (di casa e di bottega in molti thriller americani).

Capitoletti brevi, personaggi appiattiti, riflessioni scontate. Prevale lo schema sulla storia o meglio sull'efficacia della storia che va avanti quasi per inerzia se si eccettua qualche lampo di genio come il miliardario che in quattro e quattr'otto riesce a piazzare un lanciafiamme automatico sul tetto di una casa facendosi beffe della polizia.

Se questo è ciò che di meglio ci propone i' genio ameri'ano e si sta lustri! Ma io, lo sapete, non sono il tipo adatto per storie di questo genere…