É vero che “Alle signore piace il nero”? Evidentemente sì, come dimostrano i quattordici racconti proposti in quest’antologia curata dalle scrittrici Barbara Garlaschelli e Nicoletta Vallorani. Un rosa sfumato nel nero dunque, racconti ideati e redatti solo da scrittrici donne –le due curatrici e altre brave scrittrici come, in ordine alfabetico, Elisabetta Bucciarelli, Carmen Covito, Donatella Diamanti, Licia Giaquinto, Diana Lama, Daniela Losini, Adele Marini, Daniela Piegai, Claudia Salvatori, Nicoletta Sipos, Cinzia Tani e Grazia Verasani – che inventano storie al femminile, con protagoniste – ballerine di lap-dance, bambine, madri, prostitute, presenze eteree – di ogni estrazione sociale e con sensibilità differenti: donne perse nei propri deliri, donne astute, donne ingenue, donne vittime e donne poliziotte. Tutte, però, tingono il mistero di un rosso che non è solo il colore del sangue ma della loro modalità peculiare e intensa di vivere nel noir la propria femminilità. Ma sentiamo cosa dicono le curatrici, Barbara Garlaschelli e Nicoletta Vallorani.

 

Come è sorta l’idea di questa antologia?

Vallorani:  La verità? Dopo l’uscita di Crimini, l’accostamento del titolo all’adagio “Crimini e misfatti” è stato, per me, automatico. E giocando con le parole, immaginando come avrebbe potuto essere un’antologia dello stesso tipo, ma tutta femminile, è saltata fuori la parola Missfatti. Avevo anche avuto uno scambio mail con De Cataldo, su questo. Nulla di serio: era poco più di una battuta divertente. Il titolo è rimasto nella testa, ed è diventato un progetto di antologia. L’antologia è diventata realtà, dopo diverso tempo e con un titolo diverso. E Missfatti resterà invece il sistema per aggregare intorno a questa piccola cosa un gruppo di scrittrici brave, professionali e pronte a raccogliere le sfide. Noi, cioè.

 

Garlaschelli: Nicoletta mi aveva raccontato del progetto tempo fa e, quando la Sperling & Kupfer mi ha chiesto di curare un’antologia di scrittrici, ho subito proposto che lei fosse la curatrice insieme a me. E’ stato casuale che la casa editrice abbia pensato a un progetto a cui anche noi stavamo pensando da tempo, quindi l’occasione è stata presa al volo. Quando ho chiesto a Nicoletta se accettava di essere co-autrice non ha esitato. Insieme abbiamo sempre lavorato benissimo e ci siamo sempre divertite.

 

Esiste uno shining proprio della scrittura al femminile?

Vallorani: Ho sempre sostenuto che non vi sia una differenza di principio tra scrittura femminile e scrittura maschile. Si scrive bene o male, indipendentemente dal genere sessuale di appartenenza. E’ indubbio però che la scrittura sia modellata dall’esperienza e dal concretissimo modo di stare al mondo di chi scrive.

Dunque il tessuto esperienziale delle donne è lo shining. Di questo shining, fanno parte alcune strategie di sopravvivenza che si sviluppano quando la passione di scrivere non è accidentale, perché richiede – per le donne più che per gli uomini – una maggiore determinazione, la necessità di trovare il tempo e il modo, l’obbligo di misurarsi con un sistema culturale che non facilita le donne, anche se forse non è corretto afferrare che le esclude in linea di principio. Credo che le donne abbiano dovuto imparare a non arrendersi, sviluppando spesso una professionalità più solida. Posso dire quello che a me piace di più delle donne che scrivono: in 9 casi su 10, le donne sono dotate di ironia. Questo negli scrittori è più raro. Accade, ma è più raro. Credo che negli uomini la tendenza a guardarsi allo specchio e trovarsi bellissimi, contrariamente a quanto si crede, sia molto più frequente.

 

Garlaschelli: Non saprei darti una risposta esaustiva. Lo “shining” non appartiene al sesso ma allo scrittore e scrittrice in quanto tale. Io lo traduco con la parola “talento” che c’è o non c’è, non si può imparare né insegnare. Poi c’è il mestiere, l’esperienza e allora qui, forse, la differenza tra un uomo e una donna che scrivono si può sentire, anche perché si portano dentro due mondi culturali oggettivamente differenti.

 

Come avete impostato il lavoro?

Vallorani: molto semplicemente, raccogliendo nomi di scrittrici per noi raggiungibili, facendo circolare la voce e cominciando a capire se il progetto era attuabile o no. Abbiamo trovato subito in Sperling un interlocutore editoriale privilegiato, e molto disponibile. E abbiamo trovato compagne di viaggio. Straordinarie, tutte, per disponibilità ed entusiasmo. E’ stata un’esperienza molto bella. Difficile, ma bella.

 

Garlaschelli: Il contatto con le autrici di questa antologia è stata un’esperienza stupefacente: tutte disponbili a partecipare, a rivedere i testi quando è stato necessario… nessuna che ha fatto la prima donna… Tutte hanno collaborato con una serietà e uno spessore umano di grande valore.

 

Come è stata orientata la scelta delle autrici?

Vallorani e Garlaschelli: Alcune le abbiamo effettivamente scelte. Altre sono saltate fuori in corso d’opera. Ci sono state anche storie belle: amiche che avevamo perso di vista da molto tempo, e che sono ricomparse. Qualcuna l’abbiam persa per strada, ma magari la ritroveremo alla prossima antologia. Perché di sicuro ci sarà un’altra antologia. Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.

 

Qual è stata la consegna richiesta? Avete imposto degli elementi fondamentali, oltre allo sfondo noir?

Vallorani e Garlaschelli: No, a quanto ricordiamo, abbiamo dato pochissimi vincoli. La confluenza in un tessuto omogeneo è stata di fatto naturale. Forse, a ben pensarci, questo dovrebbe far riflettere sull’eterna questione, appunto: c’è un poliziesco femminile, naturalmente omogeneo? Io non so rispondere.

 

Vi è qualche scrittrice che avreste voluto firmasse la raccolta e invece non è presente?

Vallorani e Garlaschelli: Tutte quelle che, sono sicura, decideranno di esserci la prossima volta. Qualche autrice straniera, magari.

La cosa più bella è stata questa: non avevamo scelte preventive e irrinunciabili. Volevamo fare una cosa bella, mettendo insieme le scrittrici che avevano voglia di esserci. Note o ignote, non importa. Brave, tutte.

 

Barbara, nel tuo racconto si affaccia fin dalle prime righe, cupa e sfuggente, la follia di una madre. Senza anticipare il finale, ti chiedo: quanto conta, nell’epilogo del crimine, il contesto familiare e la tensione da questo provocata?

Il contesto familare è il nodo centrale. E' da lì che tutto parte e tutto arriva. come capita nella vita reale la famiglia è il luogo del possibile e dell'impossibile. Può essere porto o prigione, paradiso o inferno.

 

Nicoletta, il tuo racconto è ambientato in una Milano notturna. Alla desolazione del vuoto e di una «città di cartone» fanno da contraltare delicate presenze angeliche. Delicate, ma vendicative. Perchè la scelta di questa città?

La stragrande maggioranza di quel che scrivo è ambientato a Milano. Pare che io non riesca ad allontanarmi da questa città, che pure non è la mia. Quello che faccio, alla fine, attraverso uno sguardo straniero (che è il mio) è cercare di ricostruire la memoria della città. E attraverso quella la mia memoria personale, più complicata e disseminata.

Augurandovi un grande in bocca al lupo per quest'iniziativa, vi lascio chiedendovi quale sarà il vostro prossimo progetto (insieme o meno).

Vallorani: Sì, be', la sola cosa che ho chiara in questo momento è che con Barbara riesco a lavorare bene, e imparo delle cose. Dunque non ho intenzione di smettere: è molto raro, e non solo tra scrittori, riuscire a collaborare, divertirsi e vivere. E anche affrontare insieme situazioni professionalmente complesse. Il lavoro per l'antologia è stato bellissimo, reso semplice dalla disponibilità e dalla bravura di tutte, ma non è sempre così. Altri progetti? Riuscire a fermarmi, a gustare le cose, compresa la vita, e con essa la scrittura.

 

Garlaschelli: Intanto siamo insieme in tour per questo libro, poi insieme in un'antologia di saggi (Dissolvenze, edito da Il Saggiatore) curata da Nicoletta e con uno scritto mio. Poi siamo insieme in tour per “Alle signore piace il nero”. Personalmente sto lavorando a un nuovo romanzo, ma ho voglia di realizzare qualcos'altro con Nicoletta. E accadrà!

Segnaliamo il blog dedicato all'antologia Alle signore piace il nero

MissFatti http://missfatti.wordpress.com

creato da Daniela Losini come vero e proprio luogo di aggregazione, un progetto in divenire nel quale saranno segnalate le presentazioni sparse nella penisola, la rassegna stampa e gli eventi legati all’uscita del libro con la precisa volontà di mantenere un dialogo coi lettori, gli avventori e i curiosi.