Mar Morto, Stato d'Israele. Una scoperta archeologica inaspettata ed esplosiva, una verità oscura sui primordi delle religioni, un enigma che potrebbe condurre a un leggendario tesoro. Più che abbastanza per scatenare una lotta senza quartiere tra le forze in conflitto nel Medio Oriente. Per Luc Della Rocca, agente fuori quadro della CIA, ha inizio un gioco al massacro tra servizi segreti israeliani e fondamentalisti islamici lanciati verso la Jihad. La posta in gioco? Le radici più profonde dell'Occidente e della fede.

Il grande ritorno di un grande dell'intrigo.

La notizia migliore arriva dalla copertina, ovvero assistiamo al ritorno di Luis Piazzano, uno dei nomi storici di Segretissimo, nonché autore di numerosi testi che hanno spaziato su più generi narrativi. Per chi segue la collana da tempo è come ritrovare un vecchio amico, per i nuovi lettori l'occasione per incontrare una firma solida che dimostra di non faticare a tenere il passo con i tempi.

Destinazione Qumran segue uno schema classico delle storie spy di ampio respiro e non mancano colpi di scena e rivolgimenti d'ogni genere per tenere alto il ritmo e ben desta l'attenzione del lettore. Il quadro storico è sviluppato su due livelli, una linea passa dalla colonizzazione italiana dell'Africa orientale fino a raggiungere la seconda, quella in cui Della Rocca agisce all'alba del secondo conflitto iracheno. Il tutto basato su una solida e documentata preparazione, in grado di presentare al lettore in maniera convincente sia i luoghi in cui si svolge la vicenda (si passa dall'Eritrea alla Francia, dal nostro paese ad Israele) sia la complessa situazione legata ai ritrovamenti archeologici di Qumran, un'enorme quantità dii materiale di difficile interpretazione che sta impegnando da anni moltissimi studiosi. Il rischio in questi casi è scadere nel cosiddetto infodump, cioè nello scaricare sul lettore paragrafi indigeribili di informazioni e di conseguenza spezzare il ritmo del romanzo; Piazzano riesce a svolgere il compito di informare senza essere pedante o eccessivo, accompagnando i suoi personaggi nel districarsi di vicende che vanno molto al di sopra delle prospettive di operativi dei servizi segreti, non importa quanto ben addestrati od esperti. Suscitano invece alcune perplessità le tesi della penetrazione islamico-jihadista nell'Occidente, sono consone e funzionali alla trama ma davvero manichee nell'esposizione.

Cosa non va.

Qualche incongruenza negli equipaggiamenti (Leopard 2?), alcune caratterizzazioni francamente eccessive, un personaggio che a tratti ricorda i tedeschi dei fumetti ambientati nella seconda guerra mondiale con tanto di mezze frasi a tema. Tratti di superoismo. La security israeliana sembra un branco di boy scout in trip da LSD.

Cosa va.

L'ottima preparazione tematica, la precisione con cui la vicenda si svolge e si conclude, la decisione di portare in ambito spy una trattazione seria di temi molto delicati, il tenore generale del romanzo in cui si può ritrovare il piacere di leggere di personaggi e scenari degni dei film di James Bond, il respiro storico già citato, un progetto dei cattivi non stravisto e rivisto, il ritrovare alcuni espedienti narrativi tanto classici quanto efficaci.

 

In definitiva un buon ritorno, speriamo che il buon Piazzano abbia ancora tante storie da raccontarci.