Carissima Lady Spia,

 

Innanzi tutto, complimenti!

Millecinquecento numeri di Segretissimo.

Cifra invidiabile, ammettiamolo. Corrisponde a 44 anni di significativa presenza in edicola.

 

Ne abbiamo doverosamente dato notizia su Thriller Magazine, lo scorso febbraio. Segnalando come Segretissimo abbia celebrato l'evento proponendo (... e c'era da scommetterci! ;-) ) un numero doppio dedicato a SAS, il più famoso dei tuoi colleghi proposti da Segretissimo. Tra l'altro, anche Sua Altezza Serenissima, il principe Malko Linge, quest'anno compie 40 anni di longevità editoriale.

Un vero, invidiabile, successo seriale.

Non lasciamoci distogliere però dall'inossidabile SAS, e veniamo al dunque.

 

Mi conosci. Sai che sono un fedele lettore di Segretissimo da molti anni. Hai già ricevuto e letto altre volte i miei pareri, riportandoli pure sulle pagine della posta di Segretissimo.

La fiducia c'è. Amicizia e fiducia richiedono e permettono franchezza.

E' proprio all'insegna di una schietta sincerità che mi rifaccio vivo con te, attraverso queste pagine web che sono convinto tu "spii", per esternare qualche nuova considerazione personale sullo stato dell'arte della collana, con un pizzico di critica e di opinione, tanta simpatia e qualche speranza.

Nel farlo, spero di stimolare gli amici di Segretissimo, compresi quelli "intimi" ;-), a dire la loro. Thriller Magazine, con il suo forum o con la rubrica Spie nel mirino, si propone anche come punto d'incontro in tal senso.

Mi auguro di catalizzare nel contempo l'interesse di coloro che di Segretissimo hanno solo sentito parlare.

 

La storia di Segretissimo è lunga e articolata, comprensibilmente non tutto il pubblicato è memorabile e ci sono anche dei singoli paragrafi proprio da dimenticare. Tuttavia è innegabilmente un passato ricco, a modo suo prezioso, che andrebbe riscoperto e, per una sua parte almeno, senz'altro rivissuto/riletto. Confido che qualcuno tra i lettori si senta motivato a farlo. Io cercherò di contribuire con alcuni dei futuri appuntamenti di Spie nel mirino.

 

Uno sguardo al passato: il numero 10 di Segretissimo
Uno sguardo al passato: il numero 10 di Segretissimo
E' del presente però che mi propongo di parlarti.

Un presente di cui non ci si può lamentare, per quanto la mensilizzazione operata un paio di anni fa - nell'ambito di una politica di riduzione delle pubblicazioni in edicola che ha coinvolto anche Urania e il Giallo -  abbia pesato. Se da un lato infatti ne ha giovato lo standard qualitativo, è inevitabile che lo scotto sia ricaduto sulla varietà del palinsesto editoriale.

Oggi la qualità è di certo mediamente buona, in alcuni casi ottima.

Sono rari ormai i titoli che non riescono ad essere quantomeno godibili. Merito soprattutto della "Segretissimo Foreign Legion", il manipolo di autori italiani (proposti quasi tutti con nom de plume) che è diventato la vera colonna portante della collana. Ci stiamo occupando di loro su TM con una serie di interviste dedicate, che partendo dalle rispettive collaborazioni con Segretissimo si allarga alle loro più ampie produzioni narrative. Un apporto professionale tutto italiano che è senz'altro conveniente per Mondadori (può tagliare i pesanti costi di traduzione), è valido qualitativamente e soprattutto, alla prova dei fatti, è ben gradito dal Lettore.

 

Un esempio di Segretissimo "made in Italy": La coda dello scorpione, Jo Lancaster Reno (il "nostro" Gianfranco Nerozzi)
Un esempio di Segretissimo "made in Italy": La coda dello scorpione, Jo Lancaster Reno (il "nostro" Gianfranco Nerozzi)
Allora cosa manca a Segretissimo?

Perché qualcosina manca, ammettiamolo.

 

Forse un po' di fiducia, un po' del coraggio degli avventurosi protagonisti che mensilmente ci propone. Anche se, in fondo, anche queste moderne spie hanno i loro bei problemi con le decisioni delle organizzazioni di intelligence a cui sono legati. Perché, mi sorge il dubbio, potrebbe essere la Company, piuttosto che la singola Division, a condizionare una politica di mercato all'apparenza - se non in contrazione - quantomeno sulla difensiva.

E' mia opinione invece che Segretissimo debba provare ad espandersi, magari con cautela, sul mercato potenziale per non rischiare di veder contrarsi il suo pubblico effettivo.

Per far questo, ha bisogno di un'infusione di notorietà.

Se seguissi il calcio (e non lo faccio...) direi che la società è nota, ha una tradizione consolidata e una squadra funziona bene anche senza le "star" di turno. Però di qualcuna ne abbiamo bisogno per richiamare nuovo pubblico, promuovere il marchio. Acquistare maggiore visibilità.

Insomma, c'è bisogno dell'apparizione saltuaria di nomi noti a livello internazionale come autori di best-seller.

E' una opzione che renderebbe la veste editoriale di Segretissimo riconoscibile e appetibile a chi questi scrittori di fama conosce e apprezza, e magari legge sotto la qualifica generica di thriller piuttosto che di spy story.

Questo lettore-medio, la prossima volta che gli capiterà sotto gli occhi un titolo della collana, si rammenterà che è proprio in Segretissimo che il best-seller XY è stato ripubblicato in super economica. Grazie ad una istintiva associazione di idee, sarà portato a considerare con maggior attenzione anche l'autore a lui sconosciuto.

 

Riproporre dunque titoli di rilievo, ex best seller con soggetto spionistico che potrebbero diventare paperback da edicola sotto l'etichetta Segretissimo piuttosto che come Miti. Comunque, varrebbe la pena transitarvi prima di passare agli Oscar.

Anche ripescare qualche classico della spionaggio narrato, una di quelle opere spesso citate ma non altrettanto ristampate, potrebbe avere una sua utilità. Però qui ci andrei cauto: anche se questo tipo di operazione è lodevole, e in tal senso potrebbe ottenere un sostegno critico, non saprei giudicare quanto dia risultati apprezzabili in termini di tirature.

 

Proposto un tanto, chiarisco subito un aspetto basilare.

L'operazione "di transito" di best-seller attraverso la collana non deve impattare sulla serie normale, che marcia bene così com'é e pertanto non va sacrificata. Non con soli 12 titoli all'anno a disposizione.

Andrebbero invece utilizzati i parzialmente sprecati "speciali", cioè i titoli fuori serie (che peraltro hanno proposto anche ottimi romanzi, come TOKYO ATOMICA di Anne Rambach), soprattutto le uscite che sono andate a sostituire non degnamente i vecchi Inverno Spia e Estate Spia.

Insomma, piuttosto di clamorosa serie B o dell'ennesima ristampa di SAS, giochiamo il jolly!

Tokyo atomica, di Anne Rambach: un azzeccato speciale estivo del 2003
Tokyo atomica, di Anne Rambach: un azzeccato speciale estivo del 2003
Lo so: c'è un abisso in termini di diritti d'autore, ma se la collana si presenta bene (il discorso sulle copertine lo facciamo poi) allora un Le Carré è individuabile e vendibile egualmente bene anche con il logo di Segretissimo.

Da questo punto di vista, peraltro, sono rimasto perplesso dal caso di Daniel Silva: non poteva venire ripubblicato in Segretissimo piuttosto che nei Gialli?

La Mondadori ha in scuderia la sua bella fetta di scrittori affermati nel panorama del thriller internazionale. Per cui, la possibilità di pescare titoli che facciano scopa con la possibili aspirazioni di Segretissimo ci sono tutte. Tanto per esempio, su Segretissimo sarebbero potuti passare alcuni dei lavori di Nelson DeMille.

Dai, cara Lady Spia. Convinci chi sai tu a mandare alle stampe dei veri Segretissimo Oro!

Missione al nord, un romanzo di Nelson DeMille che sarebbe potuto "transitare" per Segretissimo
Missione al nord, un romanzo di Nelson DeMille che sarebbe potuto "transitare" per Segretissimo
Basta invece con l'Esecutore, basta con il Celta, finiamola di riciclare a caso vecchi SAS (rimettiamo in stampa GIRO DEL MONDO CON SAS, piuttosto, se pensiamo che possa esserci un ritorno economico) e invece utilizziamo i minimo quattro speciali annuali per portare in edicola i best-seller dello spionaggio.

E sia chiaro: dobbiamo farlo nelle stesse vesti grafiche della serie normale, in modo che l'effetto di riconoscimento funzioni davvero, che il  nuovo lettore riconosca Segretissimo come la collana che pubblica il famoso TIZIO per potergli far scoprire l'ottimo Caio.

 

Non tutti saranno d'accordo.

Provo ad anticipare un'obiezione: i connotati storici di Segretissimo ne fanno una collana che propone delle tipologie ben precise di spy-story. E' vero. E' una tradizione che va difesa, e orgogliosamente mantenuta. Io affermo però che va affiancata. Per rafforzarla, non per sostituirla. Altrimenti sarei il primo ad incazzarmi. ;-)

 

A questo punto, dai contenuti passo alla forma. E arrivo ad una nota dolente: le copertine.

A parte qualcuna carina e alcune dignitose (quella di Banshee di questo mese, ad esempio, ha dei buoni giochi di colore che la rendono gradevole), le altre... :(

La copertina di Le Tigri e il Leone
La copertina di Le Tigri e il Leone
Eppure, il valore di una copertina accattivante è noto.

Soprattutto rispetto al lettore non affezionato, rispetto a colui che va di volta in volta catturato, conquistato. In mezzo a tanta concorrenza.

Si potrebbe fornire un servizio di gran lunga migliore alle vendite della collana, oltre che alla credibilità dei suoi bravi autori, con delle immagini più curate, a volte più aderenti.

Piazzare una bella pupa discinta su un romanzo di Signoroni è una bugia. Rovinare un numero 1500 con una copertina volgare e pacchiana è indecente. Tagliare e incollare foto senza un minimo di sfumatura, di classe, trasmette un senso di superficialità che inevitabilmente si porta a trasferire sull'opera, quando si deve decidere un acquisto. Soprattutto quando ci si affida un po' all'istinto. Giusto o sbagliato che sia.

L'indegna copertina del numero 1500
L'indegna copertina del numero 1500
E poi, le donne.

Donne che raramente, ormai, sulle copertine di Segretissimo, hanno qualcosa di fatale, di realmente conturbante. Ho capito che in TV si esibiscono le "zinne" della formosa mamma di turno anche per vendere i biscotti del mattino, le labbra siliconate per il dentrificio alla menta piperita e un bel sedere per le sedie più comode (quest'ultima me la sono inventata, è vero). Se davvero funziona (è provato, poi?..), ok, facciamolo. In fondo, da maschietto non dovrei lamentarmi troppo ;), anche se mi chiedo cosa ne pensino le lettrici, sempre che Segretissimo ne abbia in numero congruo. Se invece sono proprio proporzionalmente poche, beh, sarebbe una buona occasione per cercare di aumentare il numero.

Insomma, non dico assolutamente di rinunciare alla presenza femminile (se non dove c'entra come il cavolo a merenda). Tutt'altro! Vorrei piuttosto che almeno in editoria cercassimo di esser un tantino più ricercati e ingegnosi. Affermo cioè la necessità di raffinare quella che in fondo è una tradizione fin dalle storiche copertine di Carlo Jacono, aggiornandola alle possibilità e i gusti del terzo millennio. Lavorare di sottile erotismo piuttosto che con clamorose cadute di stile che – per quanto francamente meglio si adattino alle improbabili prodezze sessuali di SAS, che certo ci va giù pesante - dubito siano questo "rilevante" incoraggiamento all'acquisto.

Dall'archivio: due copertine raffigurate da Carlo Iacono negli anni Sessanta
Dall'archivio: due copertine raffigurate da Carlo Iacono negli anni Sessanta
Proporre trasparenze, profili, sguardi torbidi o soli primi piani di labbra tumide, che evocano sessualità piuttosto che dichiararla sfacciatamente, il tutto tradizionalmente abbinato, con cura grafica però, alle ambientazioni esotiche o all'arma di turno.

Non che sia una gran novità, intendiamoci.

In un certo senso, si faceva già nei primi anni sessanta, nei titoli di testa dei film di 007. Solo che ora abbiamo una tecnologia informatica senza precedenti, che per dare validi risultati abbisogna principalmente di un bravo grafico che abbia fantasia, passione e buon gusto. E di adeguate direttive redazionali. Non credo che sia una questione di costi. 

 

Due copertine di qualche anno fa, non nell'attuale veste grafica. Decisamente squallide e volgarotte
Due copertine di qualche anno fa, non nell'attuale veste grafica. Decisamente squallide e volgarotte
Negli ultimi anni, ammiro tante copertine stupende in libreria.

Non cadiamo nel tranello di ritenere che, compressa nell'edicola, una bella copertina sarebbe del tutto sprecata. Un investimento superfluo.

Segretissimo ha un assoluto bisogno di puntare anche sull'immagine se vuole variare e implementare il suo range di lettori. Anche in edicola essere "eleganti" è fondamentale.

 

In tal senso, volendo si potrebbe tentare un ulteriore sforzo di miglioramento della veste grafica, che comunque è già abbastanza accattivante col suo giallo su nero. Mi corregga chi non è d'accordo, ma trovo che, per restare ad un esempio di edicola, un efficace risultato di compromesso tra identità grafica di collana e varietà di copertine sia stato raggiunto dalla BEST THRILLER dei Superpocket.

 

Due esempi negativi, più recenti, di copertine poco riuscite dal punto di vista dell'elaborazione grafica
Due esempi negativi, più recenti, di copertine poco riuscite dal punto di vista dell'elaborazione grafica
Infine, un ultimo suggerimento. Non del tutto onesto, forse.

La definizione thriller è oggi forse persino abusata.

Non credo che Segretissimo compirebbe atto impuro se ci infilasse un piccolo "marchietto" THRILLER da qualche parte in copertina.

A volte funziona. ;-) 

 

Bene. La mia l'ho detta.

Mi piacerebbe sentire la tua, Lady Spia. E possibilmente anche la vostra, amici. Pubblicamente o privatamente.

 

Per concludere, lasciatemi tornare all'inizio.

Auguri, dunque, Segretissimo.

Perché, sia chiaro, 1500 numeri non è assolutamente un traguardo.

E' solo una delle "prime" tappe di una bella collana!

 

Con sincero affetto,

 

Fabio Novel