Terzo e ultimo appuntamento della rassegna letteraria Leggere d'Estate 2010, allestita dall'Ufficio Manifestazioni del Comune di Imperia presso la Palazzina Liberty alla Marina di Porto Maurizio. Alle 21.30 di mercoledì 4 agosto, dopo le incursioni di Ugo Moriano e Giancarlo Narciso, toccherà a Fabio Beccacini intrattenersi con il pubblico di appassionati di giallo e noir insieme al moderatore Marco Vallarino nell'incontro offerto con ingresso libero e organizzato con le partnership dei siti ThrillerMagazine.it e Mentelocale.it e della Libreria Ragazzi di Oneglia.

Trentatreenne autore imperiese, attivo anche come deejay, sceneggiatore e ghost writer, Beccacini si è appena laureato al Dams di Torino con 110 e lode e proprio nel capoluogo sabaudo ha ambientato il romanzo poliziesco Sushi sotto la mole (ed. Frilli), seconda avventura del commissario di polizia Giorgio Paludi, impegnato stavolta a indagare sul ritrovamento nella cantina di un palazzo di due cadaveri di cui si ignora anche l'identità.

Si vocifera che una volta scrivessi poesie e canzoni. Come sei passato a occuparti di noir?

Non credo ci sia stato un passaggio definito che mi abbia portato al noir. Più che altro mi appassiono da sempre a certe suggestioni, idee che trasformo in narrazione. Nelle storie la gente si innamora e uccide. Mangia, dorme, lavora, tradisce. Cresce, ruba. Lo chiamano noir, ma amo ricordarlo: è solo questa vita qui. Quella che viviamo tutti. E in questa vita c'è anche un tempo in cui si intasano i cassetti di parole, si compongono bestiari d'amore che devono rimanere celati. Le voci sono spesso vere, ho scritto poesie e canzoni, ma sono diventato uno scrittore soltanto quando ho capito che dentro ogni cosa della vita, dalla più banale alla più importante, c'è già scritta in qualche modo la sua fine. Il noir è il racconto della società, ma anche l'arte del romanzo della 'fine'.

Questa del commissario Paludi è già la seconda indagine. Hai in mente di dare vita a un personaggio seriale come Bacci Pagano o Salvo Montalbano e di concentrarti principalmente su quello oppure ti dedicherai ad altro?

Per quanto mi riguarda i personaggi seriali si decidono in compartecipazione con i lettori. E siccome Sushi sotto la Mole sta andando molto bene, e la gente mi fa tante domande sul conto del commissario, non posso certo tradirli: sicuramente le avventure di Paludi avranno un seguito e forse anche un prequel. Ma sto lavorando parallelamente a un altro personaggio che sconvolgerà le valli del ponente ligure!

Le storie di Paludi sembrano essere state accolte molto bene dal pubblico. Entrambi i romanzi sono stati ristampati e hanno goduto di un gran numero di presentazioni e recensioni. Cosa pensi che sia piaciuto di più di queste storie? il protagonista Giorgio Paludi, l'ambientazione torinese o le stesse vicende tinte di noir?

La gente si affeziona certamente al personaggio, tanto più in un noir dove la maggior parte dei lettori tende a cercare un punto di riferimento 'pacificante' per non perdersi nella trama poliziesca. Ma è anche vero che il fascino della ricostruzione ambientale di Torino e la sua atmosfera noir contribuiscono a miscelare un cocktail mistery in cui non è più possibile distinguere precisamente gli ingredienti. E poi si sa: le ricette migliori sono sempre segrete!

Che rapporto hai con i tuoi lettori? Come cerchi e ottieni i loro riscontri?

Il feedback dei i lettori è una delle cose più importanti e gratificanti per uno scrittore. Internet e i social network hanno esteso radicalmente e velocizzato questo processo, dando la possibilità di creare fenomeni di passaparola come in parte è stato (e sarà ancora spero!) per Sushi sotto la Mole e Via del Campo. Per me il rispetto dei lettori è totale: rispondo a tutti, magari dopo un mese, ma rispondo. Ovviamente anche a chi mi critica. Il lavoro di scrittura ha delle responsabilità come qualsiasi altro, e il dialogo con i lettori è fondante di buona parte di questa professione.

 

I tuoi romanzi alternano elementi tipici del moderno noir sociale e politico ad altri più legati al classico giallo a base di mystery. È un mix che operi in maniera consapevole oppure ti limiti a prendere ciò che ti serve dai vari schemi narrativi?

Credo che la mia narrazione sia piuttosto postmoderna, procede per ingrandimenti, dettagli e montaggi di stampo cinematografico. Mi piace miscelare la realtà e la verosimiglianza con una attenzione al dialogo di genere ad esempio, o esaltare alcune situazioni per renderle uniche. Nei miei schemi narrativi l'autobiografia si innesta nell'orizzonte di riferimento mediatico, nel nostro mondo c'è una sorta di commistione inestricabile tra realtà e immagine (pubblicitaria, cinematografica, televisiva) e il giallo classico diventa uno dei tanti repertori a cui fare riferimento. Anche se questa volta ho voluto sancire un certo predominio del cosiddetto noir sociale, in un finale certamente disturbante.

Dopo Genova e Torino in cui hai ambientato i tuoi primi romanzi, c'è un'altra città che ti piacerebbe utilizzare come scenario per una vicenda noir? Che cosa stai scrivendo ora?

Mi piacerebbe chiudere il triangolo con Milano che sto iniziando a conoscere in questi ultimi mesi, così proletaria e pubblicitaria. Ma prima ci sarà ancora il tempo per una storia di Paludi in bilico tra Genova e Torino e per una scorribanda di un disadattato nell'entroterra della Liguria di Ponente che vi farò conoscere presto.

Che libro stai leggendo ora?

Sto leggendo “I fiumi di porpora” di Grange e in quelle valli scorre un bel fiume noir!

Presentazione del romanzo:

Due morti e mezzo per il commissario Paludi. Un uomo e una donna. Lui trent'anni, lei forse venti. Un sottoscala di un palazzo di uffici e studi notarili del centro. Una casa di ringhiera. Un'impresa di onoranze funebri. Un uomo senza fissa dimora. Un ristorante etnico, una ford capri blu seconda serie, un duomo di gomma, una gita nella langhe. Un nuovo caso per il commissario genovese, torinese d'adozione. Dal centro alla Mandria, dal Valentino a Regio Parco, da Vanchiglia a San Salvario. Una Torino nera e autunnale. Sullo sfondo, i cambiamenti sociali che stanno attraversando le metropoli del Nord Italia.

Fabio Beccacini è nato a Imperia nel 1977. Scrittore e sceneggiatore, fa il ghost writer per un noto personaggio italiano. Il suo primo romanzo Via del Campo (2003, ristampato nel 2009 da Frilli) è diventato presto un piccolo caso editoriale. Ha pubblicato racconti in varie antologie e su numerose riviste. È coautore della piéce teatrale Rien a signaler – Niente da segnalare ispirata a Marinai perduti di J. C. Izzo. Con protagonista il commissario Giorgio Paludi ha scritto anche il romanzo Giorgio Paludi 44 anni il giorno dei Santi pubblicato da Frilli nel 2008.