Ai delitti lombardi e a quelli toscani sono dedicati i primi due volumi della serie Gialli Italiani Irrisolti, della casa editrice Mursia, diretta da Gabriele Moroni, inviato speciale de Il Giorno, che nel presentare il progetto editoriale dice: "Esiste una sorta di geografia sociale del crimine. Il movente economico, la contesa per la "roba", è una costante di molti gialli lombardi, mentre passione e mistero prevalgono nei delitti toscani, che nascondono spesso torbidi retroscena. Ci siamo occupati di delitti fuori dalla criminalità organizzata, casi giudiziari ancora aperti che dicono molto dei contesti sociali in cui sono stati generati."

Secondo il rapporto Eures 2007 il primato degli omicidi commessi in famiglia spetta alla Lombardia (48,2% dei casi), dove il movente passionale passa in secondo piano rispetto a liti e dissapori. Seguono il Sud (31,8%) e il Centro (20%), in cui prevalgono gli omicidi entro le mura domestiche, ma sono in forte crescita quelli tra vicini (+150%).

Undici delitti in attesa di verità (Mursia, pp. 192, 14,00 euro) di Mario Spezi.

 "Città e terra perfette per omicidi, Firenze e la Toscana. Nelle loro storie nere s'incontrano i loro personaggi di sempre, mischiati nella morte come nella vita: nobili e baldracche, suore e artisti, omosessuali e osti, fattucchiere e borghesi", così Mario Spezi scrive nell'introduzione al volume che ha curato in cui vengono ricostruiti undici delitti. Il cronista rilegge il caso di Maria Luigia Redoli, la cosiddetta "Circe della Versilia" accusata di aver assassinato a coltellate il marito con l'aiuto del giovane amante nella villetta di Forte dei Marmi (1989).

E ancora: l'omicidio di Alessandra Vanni, giovane e bella tassista strangolata a bordo del suo "Siena 22" dietro il cimitero di Castellina in una strana vicenda in cui il numero 2 ricorre come in una macabra cabala (1997), e  la torbida storia di Alvise Nicolis di Robilant, trovato morto nel salone della sua dimora, il rinascimentale palazzo Rucellai (1997) e le cui indagini sembrano erroneamente condurre a una pista gay.

Mario Spezi, per due decenni cronista giudiziario, attualmente collabora per le pagine culturali della Nazione e con Il Resto del Carlino e Il Giorno. Si è occupato dei maggiori fatti di cronaca nazionali tra gli anni Settanta e Novanta: dai sequestri dell'Anonima sarda in Toscana al terrorismo rosso e nero, dalla P2 a Ustica, dal Mostro di Firenze ai grandi processi di Mafia. Ha lavorato per il New Yorker, l'Espresso, l'Europeo, il giapponese Brutus, nonché per la televisione americana NBC, per la Rai (Chi l'ha visto?, Notti blu) e per Mediaset. È autore dei romanzi Il violinista verde (1996), Il passo dell'orco (2003) e Dolci colline di sangue (2006) scritto con Douglas Preston.