Il falsario - Operazione Bernhard dell’austriaco Stefan Ruzowitzky in concorso al 57mo Festival di Berlino e candidato all'Oscar 2008 come miglior film straniero, è un biopic su Salomon Smolianoff (Karl Markovics), un falsario di origine ebrea realmente protagonista dell’operazione del titolo, operazione che lanciata durante il crepuscolo della Germania nazista, rappresentò il tentativo, attraverso la fabbricazione di sterline e dollari falsi, di mettere in crisi le economie degli Alleati.

L’operazione si avvalse di un gruppo di ebrei tra i quali Smolianoff, tutti accuratamente scelti tra i reclusi del lager di Sachsenhausen perché esperti nel campo tipografico-pittorico. In cambio della “collaborazione” vennero offerte condizioni di vita “accettabili” che i prescelti, pur con qualche rimorso, finirono con l’accettare (anche perché un rifiuto avrebbe significato la morte immediata). Il film si sviluppa attraverso il resoconto di due mondi ed altrettanti destini divisi soltanto da un muro di legno: da una parte gli “utili”, i professionisti, dall’altra gli “inutili”, buoni soltanto per le camere a gas.

Il falsario - Operazione Bernhard è un altro spaccato sull’Olocausto che ne illumina non soltanto un aspetto trattato raramente, ma che propone anche una riflessione su un dilemma radicale tutt’altro che facile da dirimere, e cioè fino a che punto si è disposti ad oltrepassare, cancellandolo, il confine tra vittime ed aguzzini pur di salvare la propria vita.

Va dato atto a Ruzowitzky di saper maneggiare senza timore una materia certo non delle più semplici (e difatti a Berlino, dove il film era in concorso le polemiche non sono mancate…). Vi riesce senza falsificazioni, senza eccedere nel pietismo, scodellando la materia sul piatto della storia, mostrando vittime e carnefici alle prese con i propri vizi e le proprie virtù, raffreddando con l’orrore quando serve, senza omettere ma anche senza imboccare facili scorciatoie.

Premio Oscar come miglior film straniero