Senza dubbio, delle uscite di questa interessantissima collana, almeno fino a ora, questa è la migliore. Simona Vinci rende propri gli intenti e la struttura Verde Nero: una storia compressa in brevi capitoli, talmente affilati che si leggono in poche fermate di autobus, e personaggi che portino l'attenzione su un problema di devastazione ambientale.

Rovina parla di abusivismo edilizio e di corsa al cemento. Ambientato sulla via Emilia (altro che via delle mattonelle e dei tortellini) questo romanzo corale ci spinge in una voragine in cui non si può non precipitare, assieme al paesaggio divorato dal cemento e alle avidità - d'amore, di soldi, di speranze - dei personaggi.

Viene da pensare che Sam Raimi potrebbe girare, basandosi su questo testo, un nuovo capitolo della serie La casa. Perché qui c'è molto più orrore e inquitudine di quanto si possa immaginare. Chi l'avrebbe detto? Quattro mura, un giardino. Il proprio nido, sognato, magari. Tutto che diventa un incubo di affari che in un'Italia losca come questa si fanno alla luce del sole: cantieri, operai in nero, polvere su polvere, mattone dopo mattone. Un intero mondo esterno che divora un inner space di ballardiana memoria. Una realtà solida, dura, palpabile, che crolla assieme all'intangibilità delle nostre coscienze, forse in maniera irreparabile, in rovina.