Non posso scrivere una recensione di Corpi spenti perché l'ho visto nascere discutendone con l'autore l'ambientazione e gli sviluppi, crescere in bozze e nascere rileggendolo alla pubblicazione. Non sarei capace di esprimere un giudizio obiettivo perché conosco Giovanni De Matteo da anni e con lui ho diviso la pagina bianca. Forse, però, in qualità di testimone, qualcosa la posso dire. 

L'etichetta più comoda per catalogare questo romanzo è il future noir. Comodissima: una fusione tra sci-fi e nero, un ibrido di successo visto che ormai fa parte dell'immaginario collettivo soprattutto grazie a film come Blade Runner. Sull'argomento ha scritto lo stesso Giovanni proprio su queste pagine: "che si tratti di un’epoca futura o di un presente alternativo, la fantascienza è quel paio di occhiali attraverso cui l’autore e il lettore scrutano il presente che li circonda. E il poliziesco, per sua natura, esalta proprio le capacità analitiche di chi osserva". 

Ma come fanno i due generi a mischiarsi con efficacia? Esiste un rischio: che i due generi sorgente, se non correttamente dosati, si rubino spazio rallentando la narrazione, che poi era quello che accadeva in alcuni passaggi di Sezione π² - il romanzo precedente con protagonista Vincenzo Briganti - mostrando il fianco alternativamente ai detrattori di un genere o dell'altro. Ma se in quell'occasione Giovanni se l'è cavata con la forza dell'ambientazione e dello sviluppo dell'idea di base - una Napoli futura dove si muovono agenti capaci di indagare i ricordi dei morti - con questa prova ha raggiunto un equilibrio efficace tra i generi.  

La chiave di volta è stata l'inquietudine, vero punto di contatto tra mondi narrativi che l'editoria e il senso comune vorrebbe vincenti in coppia a prescindere. L'anima nera di Corpi spenti è nell'entropia emotiva che divora i personaggi, nelle atmosfere che fanno del sogno mediterraneo di Jean-Claude Izzo un incubo, nella paranoia che si lega chimicamente all'aria e brucia le sinapsi dell'immenso organo neurale che si compone di individui, ambiente e Stato. Non manca neanche l'azione, altro elemento che spesso accomuna i generi, ma qui predominano la speculazione e le atmosfere a tinte scure, che poi sono i pilastri che reggono la statica di un ponte che attraversa, senza vacillare, la frontiera tra generi letterari.