Criptex evoca enigmi, strani marchingegni che  immancabilmente ci avvicinano al Codice da Vinci, romanzo discusso e discutibile, ma che certamente ha segnato nuove strade del thriller letterario e cinematografico internazionale.

Personalmente, però, quella X finale mi riporta alla memoria intrighi ben più nostrani e amati. Mi ricorda il tempo dei  “fumetti neri”, un’invenzione italiana che scandalizzò i benpensanti e credo abbia esercitato più di una semplice emozione su tantissimi lettori e scrittori di oggi.

Eravamo ragazzi e assieme agli stimoli del cinema e della narrativa americana - che rimane un termine di paragone cui sarebbe stupido rinunciare, così come sarebbe inutile negare l’influenza editoriale dei romanzi di Brown negli ultimi anni - divoravamo prodotti nostrani di varia qualità ma tutti divertenti, tutti… disponibili sul mercato.

Non parlo solo di fumetti e romanzi(ricordate i famosi romanzi della collana K erano tutti di  italiani sotto falso nome), ma anche di film. Western, poliziotteschi, thrilling… divertimenti popolari che, riscoperti oggi, vengono in aiuto di quanti non si rassegnano a vedere i soliti due film in croce che, tra le altre cose, ripropongono sempre la stessa trama.

In libreria la situazione è cambiata, moltissime sono le linee editoriali che hanno riscoperto il giallo o il thriller pubblicano autori più o meno bravi, più o meno improvvisati, con la speranza di vendere il genere più che lo scrittore stesso.

E con questo fanno un cattivo servizio a chi legge ma anche a chi scrive. Perché cercare di vendere un libro mascherandolo per un altro è sempre un inganno e, per quanto si dica, il lettore non è uno stupido.

Così io da appassionato (il mio interesse per la narrativa popolare nasce da ragazzino, negli anni 60 appunto) prima ancora che da professionista del settore - attività che svolgo da vent’anni -  mi sono entusiasmato all’idea di curare la collana dei Criptex propostami dalle Edizioni Domino.

Piccolo editore? Forse. Ma dinamico, rapido nelle decisioni. In questo senso il sodalizio con Solange Mela ha trovato un immediato riscontro. Se siamo riusciti a costruire e realizzare gli Occhi dell’Hydra partendo da quello che sembrava un gioco tra gli iscritti al forum di Alan D. Altieri, il merito è suo.

Perché ha saputo risolvere le difficoltà tecniche, contrattuali, logistiche in un tempo record.

E questa, signori, è la migliore presentazione, assieme alla qualità dei testi.

Criptex non nasce sotto il segno della megalomania di chi crede di avere la verità in mano. Ma della qualità e di una precisa idea editoriale questo sì, concedetemelo. Un’idea del thriller italiano, del noir coniugato in varie forme da autori noti e meno noti di qualità.

Non credo che né Altieri, né Cappi né il sottoscritto (per fare solo i nomi più noti, ma gli altri esordienti o meno sono tutti stati molto professionali) avremmo aderito se non avessimo colto  da parte dell’editore una serietà, una professionalità che si basa su fatti concreti e non parole.

E se in questo Occhi dell’Hydra ciascuno di noi ha messo il suo personaggio di maggior successo (nel mio caso Il Professionista) una ragione c’è.

Ma i Criptex non si fermano qui. La proposta è quella del noir nelle due facce che io ritengo più italiane, più autenticamente popolari.

Primo viene il nero d’azione, con le sue storie di sbirri, di poliziotti, non tutte necessariamente ambientate in Italia ma comunque legate a noi, al nostro ambiente e anche al nostro immaginario.

E poi quella faccia del thriller che una volta veniva storpiato in thrilling, una costola del Giallo che si tinge di noir, di morboso, a volte quasi di horror sempre restando con i piedi sulla terra e nel rispetto del realismo.

La tensione, la paura, l’ambiguità dell’animo umano fotografati nelle nostre città, nelle dark room di locali alternativi, nei vicoli di antichi centri che conservano tutta la suggestione di quell’Italia esoterica, magica che, chissà come mai, gli anglosassoni ci copiano.

È patrimonio nostro, quindi riprendiamocelo.

Abbiamo autori e autrici in grado di regalarci autentiche emozioni in questo senso.

Pochi volumi ma selezionati, coerenti tra loro. Magari di varia lunghezza con proposte editoriali innovative a volte spiazzanti che scoprirete e che non escludono neppure la via del saggio.

Ma tutto questo rientra in unico disegno che è poi quello per cui mi sto battendo, da solo e con altri colleghi, da anni.

Far rinascere e rifiorire una tradizione che è italiana, malgrado quanto che a volte per ragioni di interesse o di politica editoriale ci viene fatto credere.

Perché la narrativa popolare è quella che intrattiene, che con qualità e abilità racconta storie che nascono intorno a noi e ci possono anche aiutare a riflettere ma non sono ossessionate dalla necessità di trasmettere un messaggio o di mettere corone d’alloro agli autori.

Significati e narratori di qualità, se ci sono, emergono da soli.

Piuttosto impariamo a scrivere storie professionali e raccontarle con il gusto di sentire il pubblico che si emoziona.

È un mestiere. L’opera di un artigiano che come il carpentiere, il maestro di spada, lo scultore conosce materiali e utensili e li ritiene importanti quanto il suo estro.

Andiamo fieri di esercitare questi talenti.

Gli Occhi dell'Hydra (I Noir di Criptex - collana a cura di Stefano Di Marino, editor Solange Mela) di Alan D. Altieri & Friends

disponibile a dicembre le Edizioni Domino

con racconti di

Alan D. Altieri * 357 Hydra Shok

Barbara Baraldi * Attrazione Letale

Andrea Carlo Cappi * L'utero e il dilettevole

Nicola Corticelli * Cacciatori e Prede

Patrizia Debicke Van der Noot * Il segreto del ritratto gemello

Giovanni Di Guglielmo * Cinque dita, una mano

Stefano Di Marino * La donna nella pioggia

Ornella Fiorentini * Di dolcezza si muore

Dario Geraci * Porta Genova a mano armata

Alessandro Girola * Cane Sciolto

Alessio Lazzati * Il sangue del Drago

Umberto Maggesi * Tutti i suoi soldatini

Solange Mela * Grottesche

Enzo Milano * Madama Butterfly

Fabio Novel * Fiori per Diana

Gabriele Pinto * Progetto Djinn

Cristiano Pugno * Deja-vu

Dario Tonani * Suburbi@ Drive

Andrea Villani * Cinghiali