Al rientro dalle vacanze, sarà il libreria il romanzo Il correttore di bozze di Francesco Recami.

Un romanzo complesso e di grandissima qualità un attacco frontale al mondo dell'editoria e al genere giallo. Una metamorfosi, un racconto doppio, tra la parabola e l'horror in cui Francesco Recami sperimenta con una narrativadell'enigma e dell'ossessione, in cui il pensiero si smarrise nella pagina scritta, e fissa lo sguardo sui nostri quotidiani inferni mentali.

In ottobre tornerà Pietro Grossi con Dino (titolo non definitivo).

Dopo lo straordinario successo di Pugni, il nuovo attesissimo romanzo, di una delle vere sorprese della narrativa italiana del 2006. Pietro Grossi si conferma uno scrittore vero; ambienta la sua storia, così come era successo per Boxe, in un ambiente ben delimitato - lì la palestra, qui la sala da biliardo - dove il gioco e la gara rappresentano, anzi sono, la vita stessa.

Ma forse le regole del panno verde non bastano per proteggersi dall'imperfezione del mondo reale.

Chi ha ucciso Fermat? di Piergiorgio Odifreddi sarà in libreria, invece, in novembre.

Odifreddi non racconta solo la storia di Fermat e del suo teorema, ma ci conduce nel mondo dei numeri, un mondo che ha infinite connessioni con la letteratura, la pittura, la musica, l'estetica, gli scacchi e non solo. Odifreddi ci parla di numeri, ci spiega quando sono nati, ci fa capire come l'uomo li può comprendere e che cosa l'uomo può fare con essi.

Infine l'attesissimo L'arte del dubbio di Gianrico Carofiglio.

Con questo libro Gianrico Carofiglio ritorna al suo primo mestiere, quello di giudice con una sorta di manuale sulle tecniche di interrogatorio. Carofiglio muove dall'osservazione di vicende processuali vere, le riporta nella loro integrità, ne analizza le battute, ne coglie le strategie. Esempi e tecniche tratti dalla sua esperienza di pubblico ministero, processi in cui cambia la tipologia del teste - il falso testimone, il collaboratore di giustizia, l'investigatore, il bambino - ma in cui appare chiaro come l'aula di giustizia sia il teatro di una aspra competizione, luogo delle argomentazioni e non delle certezze.