Giancarlo Riva faceva il costruttore.

Non lo era, in realtà, ma lo faceva. Questo perché ogni mestiere dovrebbe avere una storia, una tradizione, un minimo di attitudine. Giancarlo Riva aveva messo le radici in quell’ambiente perché si potevano fare soldi. Con le giuste conoscenze e contatti ci si poteva arricchire. Era vissuto in quel borgo da sempre. E, da sempre, nel borgo aveva vissuto la sua famiglia così che i contatti c’erano e le conoscenze anche. Oltretutto lui ci sapeva fare. Sapeva comunicare, colludere, intrigare e tramare. Niente a che fare con mattoni e cemento ma nell’ambiente si sapeva muovere, eccome. Giancarlo Riva era un ex paracadutista, uno sportivo da sempre. Soprattutto un abile cacciatore. A caccia sapeva tessere le sue trame, durante le battute coordinava, conosceva, presentava. Vendeva e acquistava. Per i nobili inglesi la caccia era un occasione mondana. Un luogo di incontro e discussione.

Questo per la nobiltà anglosassone. Ma, lì al borgo, di nobili ce ne erano pochini e si cacciava il cinghiale.

Giancarlo Riva era un uomo massiccio, un po’ appesantito dall’età ma ancora robusto da far paura. Portava un pizzetto grigio e aveva occhi neri e infossati. Una voce roca ma schietta. Pensieri pochi e sempre gli stessi.

Convinti, decisi.

La caccia al cinghiale cominciava presto, quando nei boschi la natura non sapeva ancora di che colori vestirsi e la radura aveva contorni sfuocati e nebbiosi. Il bosco lo si accerchiava con grosse jeep metallizzate. E armi possenti. Come Marine, in squadriglie numerose, da diverse postazioni.

I cadaveri dei cinghiali venivano poi portati al paese legati sul cofano delle jeep. Come prigionieri nemici da esibire ai fasti di Roma.

Giancarlo Riva pareva avere un fatto personale con i cinghiali, ne aveva massacrate diverse famiglie. Per generazioni.

- Perché mi hai trascinato in questa cosa, Giancarlo? Lo sai che non mi piace la caccia - sussurrò flebile Piero Savani.

- La caccia non c’entra proprio un cazzo, Piero. Lo vuoi conoscere sì o no l’assessore ai lavori pubblici?

- Ma c’era bisogno di conoscerlo durante una battuta di caccia al cinghiale? –

- I posti li scelgo io. Tu non mi sembri nella condizione di scegliere un bel nulla. Sei nella merda sino al collo, Piero.

Savani lo guardò di sbieco, osservandolo mentre guidava. Ormai non aveva più voce. L’aveva sprecata tutta per fornire spiegazioni ai direttori di banca, ai commercialisti e alla moglie. Perché si sa, quando la barca affonda, topi, fidi bancari, mogli e commercialisti sono i primi ad andarsene.

Piero Savani era pallido da far paura, pareva essersi accartocciato su se stesso. Sembrava fosse rimpicciolito. Come se avesse deciso di sparire. Persino i capelli avevano iniziato ad andarsene come gli altri.

Prima che fossero iniziate le traversie economiche era una bella azienda la Savani & Co. Costruzioni. Poi era bastato qualche affare sfortunato per sgretolarsi. Come se non bastasse ci si era messa anche la concorrenza di certe imprese calabresi che erano ancora fondate sul caporalato e sul lavoro in nero. Con prezzi di mercato ineguagliabili.

- L’acquisto di questo fucile non mi ci voleva proprio adesso - fece ancora Piero Savani.

- Ma se ti ho dato io i soldi? Persino le spese per la licenza di caccia ti ho anticipato. E non sai neppure sparare .

- Che c’entra? Lo sai che ho intenzione di restituire tutto. Ma questi non sono giorni adatti per aggiungere debiti.

- Sono davvero cazzate, Piero! Pensare in questo modo ti porterà alla rovina. Non ci sei ancora arrivato perché sei fortunato ad avere amici come me che vivono sulla terra. Su questo pianeta...

Savani subiva senza fiatare mentre la carovana delle jeep stava raggiungendo la loro postazione.

- Oggi conoscerai il dottor Cassani. Con una sola firma ti può cambiare la vita. Ti può fare avere l’appalto del secolo. Vedrai che le banche faranno dietrofront e tu tornerai in sella più forte di prima. Sperando che la lezione ti sia servita e che inizierai a comportarti da “imprenditore vero” e non da imbecille romantico… che se volevi fare il romantico avresti dovuto fare il poeta. Non il costruttore e cercare di mantenere una famiglia.

Savani si era rimpicciolito ancora di più.

- … Vedrai che così tornerà anche quella stronza di tua moglie – concluse ruvido Giancarlo Riva.

- Non ti devi permettere, Giancarlo.