La Val di Noto è uno degli angoli più belli della Sicilia e comprende, oltre al comune che gli dà il nome, anche Modica, Palazzolo Acreide e molte altre località talmente infarcite di Barocco che sono diventate patrimonio dell'umanità UNESCO.

Succede poi che, come nei film western di frontiera, arriva il progresso, questa volta non con la ferrovia ma con una società petrolifera texana, la Panther Oil, vuole bucherellare qua è là il territorio.

E la popolazione non ci sta, gli indiani reagiscono ai cowboys. Tanto che Andrea Camilleri scrive su la Repubblica un appello contro la perforazione di Noto, sottoscritto da ottantamila lettori del quotidiano e autorità politiche di tutti gli schieramenti.

E l'appello non si perde nel nulla e ha effetto: la Panther rinuncia ai suoi progetti su Noto, ma fa sapere, tramite una lettera inviata alla Regione Sicilia, che "la scelta dei siti da perforare sarebbe stata sempre puntuale e sarebbe stata quindi ovviamente indirizzata verso zone non interessate da qualità o pregi ambientali, paesaggistici e tantomeno nel centro di abitato della città di Noto".

Ma Anna Giordano del Wwf frena gli entusiasmi: "guardiamo con estrema cautela alla decisione della Panther Oil di rinunciare alle ricerche petrolifere in un'area del Val di Noto. Una rinuncia che riguarda poco più del 10% dei 746 chilometri quadri destinati alla ricerca. Del resto la società ha comunicato che già l'8 luglio è pronta a trivellare un pozzo a Ragusa, equivocando sull'istituto del silenzio-assenso, assolutamente non previsto sulle questioni che interessano l'ambiente".