Gino sudava. Fumava nervoso nonostante gli ottant’anni di acciacchi.

Quando il giudice gli fece la prima domanda nemmeno la sentì.

Si alzò in piedi, lo guardò con occhi bovini: “Signor giudice, per me va bene quello che ha detto il mi figliolo…”

Lorenzo T. la comunicazione l’aveva aspettata per giorni. Non era arrivata. Ironia della sorte, lui e i compagni erano puliti.

Vennero gli avvocatoni, grossi legali romani.

Lorenzo ne prese uno per il bavero: “Avvocà! Eravamo duemila! Se si paga, si paga tutti.”

Con altri uomini del Partito Lorenzo T. fece come i Radicali al tempo dell’aborto: si autodenunciò. Voi dite che non c’eravamo? E noi vi forniamo le prove: qua ci sono le foto, c’è pure il filmato di quello sbirro infame. Quello ce lo dovete avere per forza.

La cosa rimase a mezz’aria. Il Giudice nemmeno li cagò.

All’apertura del processo gli occhi del Paese erano puntati, gli Italiani stavano col Giglio: NIENTE CRIMINALI FRA I PIEDI.

Il giudice tentò di tagliar fuori la stampa. Una giornalista RAI, una biondina tutto pepe, minacciò di far scoppiare un casino.

Alla fine il magistrato cedette.

Epilogo: la legge dei fessi

Maggio 2005

Il Tizio era curioso: “Come andò a finire?”

Lorenzo T.: “Male. In primo grado fu un massacro. In appello i pescatori si salvarono, almeno loro.”

Il Tizio: “Cassazione?”

Lorenzo T.: “Niente Cassazione…”

Il Tizio: “Finisce così?”

Lorenzo T. fece una pausa d’effetto, sfilò un’altra Marlboro dal pacchetto del Tizio. Fece un cenno alla cameriera. Si fece portare il giornale.

Il Tizio aspettò in silenzio. Moriva di curiosità.

Lorenzo prese il Corriere, lo aprì alla pagina giusta. Lo passò al Tizio: “No, è qui che finisce la storia.”

Corriere della sera

9 maggio 2005

Caro Sergio Padovano,

Leggo sul Corriere di oggi 28 Aprile 2005 a pagina 20 un'intervista al Giudice FARINA a firma Paolo PARISI sulla Strage di Piazza Fontana. Nel suddetto articolo si afferma che ad oggi nessuno è stato condannato per tale Strage, tutti sono stati assolti e che la Cassazione potrebbe confermare tali assoluzioni. Niente di più falso Caro Dr. PADOVANO, qualcuno ha pagato. La Giustizia ha fatto il suo corso, è bene ricordarlo. Sono stati 31 cittadini dell'Isola del Giglio, tutti ivi residenti, che nell'Agosto 1976 ebbero civilmente, ripeto civilmente, a protestare contro l'invio di GELO e LEONE nella loro Isola. Questo avvenne senza nessun fatto cruento, senza nessun danneggiamento ed insieme a mille e mille turisti, semplicemente ritardando simbolicamente l'attracco delle navi con delle barche all'imboccatura del Porto. GELO e LEONE arrivarono lo stesso, tutti e due insieme, nel bel mezzo della stagione turistica, inviati dalla Procura di Catanzaro in attesa del processo che si tenne, se non ricordo male , a Febbraio 1977. Credo che conservino un'ottimo ricordo di tale permanenza, in una delle più belle Isole del Mediterraneo, ed alloggiati in due delle più belle residenze del Giglio. Naturalmente l'Isola fu stravolta da tale permanenza, che comportava un'ingente spiegamento di Carabinieri (furono requisiti degli alberghi) e mezzi navali e terrestri. Alla loro partenza il postino ci recapitò 31 avvisi di procedimenti a ns. carico. Per farla breve nel processo di primo grado fummo tutti condannati ad 1 mese e 10 giorni di carcere con la condizionale (ci mancherebbe !!!) per interruzione di pubblico servizio. In secondo grado la Corte d'Appello di Firenze assolse 11 imputati per non aver commesso il fatto e ne condannò i restanti 20 a 5 mesi e 10 giorni di carcere, derubricando il reato ben più grave di Blocco Navale. Il ricorso in Cassazione non produsse nessun esito. Pertanto questi Isolani sono stati ad oggi gli unici condannati per la Strage di Piazza Fontana. Oggi blocchi di strade, ferrovie, partite di calcio e chi più ne ha più ne metta sono all'ordine del giorno. Ma qualcuno paga per tutto ciò, come successe allora ingiustamente alla gente dell'Isola del Giglio? Ovviamente, dimenticavo spese processuali, di viaggio, ecc. tutto a ns. carico!! Mi farebbe piacere avere una sua opinione in proposito ed una sua personale ricostruzione di quanto avvenne e perché in Piazza Fontana.

Lorenzo T.

Silenzio. Il Tizio tacque. Rimuginava su quello strano Paese. Trentasei anni di processi. Un sacco di morti innocenti. I parenti delle vittime che si devono succhiare le spese processuali.

E alla fine della storia, gli unici a pagare erano stati dei sognatori. Che si erano permessi di non aprire la porta agli assassini.

Accese la milionesima Marlboro. I suoi polmoni gridavano pietà. Aveva un dannato bisogno di uno schizzo di morfina.

Si girò verso Lorenzo T.: “Morale della favola?”

Lorenzo T: “È la legge, Comandante.”

Il Tizio alzò appena un sopracciglio e sputò in terra: “La legge dei fessi…”