Un viaggio nella Napoli più noir.

San Gennoir, trenta racconti, trenta autori napoletani e non che, in poche pagine, riescono a condurci quasi per mano in una città lugubre, destabilizzante ma, allo stesso tempo, spiritosa e, a tratti, grottesca. Questo e ancora di più è questa interessante antologia, piccola chicca noir nel pur vasto panorama della narrativa partenopea.

Edito dalla rinnovata casa editrice Kairòs che, dopo vari successi nel campo della saggistica e della narrativa prettamente legata al territorio campano, si mette oggi alla prova proponendo una nuova collana, la cui direzione è stata affidata all’Associazione Homo Scrivens, a cui appartengono anche alcuni degli autori. Quest'ultima, prima compagnia italiana di scrittura, è particolarmente attiva a Napoli e nel campo degli esordienti grazie ad un gruppo di giovani dinamici "con il vizio della scrittura".

Curatore della raccolta, lo scrittore Gennaro Chierchia che, tra mille impegni, è riuscito abilmente ad amalgamare tanti autori e a inserire anche un suo racconto Carmela, storia di sangue e tradimento con un finale inaspettato.

L’antologia è davvero eterogenea, dal puro noir all’horror, passando per il giallo: il tutto condito da una buona dose di ironia e, per i napoletani in particolar modo, di autoironia.

Donne di quartiere che con i loro linguaggi coloriti assistono, impassibili, a storie di vendetta e sangue, tranquilli e pacati inquilini che fantasticano sulla eventuale, ma non troppo, dipartita finale di una vicina smodatamente ficcanaso, e un passaggio a casa che si trasforma in un divertente e pericolosissimo viaggio nella malavita napoletana.

Trenta racconti sul filo della paura e del mistero e a fungere da scenografia, neanche a dirlo, una città meravigliosa: Napoli, che con i suoi splendidi e dimenticati palazzi, le sue incantevoli piazze e il suo rassicurante mare... come una bella donna, distesa sul ciglio del mare, sembra che strizzi l'occhio come ad indicare ombrosi contenuti.

Da ricordare Paolo Agaraff, autore di Vena Artistica, racconto che definirei onomatopeico con un finale davvero divertente, Mammarella di Maurizio de Giovanni, ambientato nell’epoca del fascismo con un giovane poliziotto che vede i morti “si imparano tanta cose a vedere i morti,che il resto della gente non si immagina " alle prese con un omicidio in una casa di appuntamenti.

Emblematico più di altri La colata di Alessio Valsecchi, dove un giovane napoletano con poche possibilità di scelta e una sola via obbligatoria, quella dell’ illegalità, cerca di uscire dal giro. Sembra invece una piece tragicomica Cafè -Noir di Ugo Ciaccio.

Belli anche Buona sera professore di Giancarlo Marino e Carmela di Aldo Putignano, patron di Homo Scrivens e già curatore per la Kairòs di Vedi Napoli e poi scrivi.

Da ricordare ancora Pagamento in natura di Andrea Franco, Certe insicurezze di Flavia Piccinini e Rebus (4,6) di Enrico Luceri dove una storia di pentiti si trasforma pian piano in una spietata occasione di vendetta personale.

Insomma sono davvero pochi, pochissimi, i racconti che non meritano una attenta lettura in questa ricca antologia. Ognuno con il suo stile, con il suo amore-odio nei confronti della città di Pulcinella contribuiscono, pagina dopo pagina, a questo viaggio nelle viscere sanguinanti di una Napoli che, immutata e muta, aspetta da sempre che il buon San Gennaro faccia il miracolo.