Gli uomini sono attaccati alle cose. Le cose si attaccano agli uomini. Se osserveremo con attenzione le cose, scopriremo l’assassino.

Ecco il pensiero di pecora accorta, mentre indaga sul delitto di un essere umano. Perché stupirsi? Nell’originalissimo Glennkill, romanzo d’esordio di Leonie Swann, l’investigatrice è proprio una pecora: Miss Maple, la pecora più intelligente del gregge, forse del villaggio, probabilmente del mondo (anche se non c’è nessuno che possa dimostrarlo). Caparbia, curiosa e responsabile. E il caro estinto è il pastore George Glenn, rinvenuto insolitamente freddo e privo di vita accanto al fienile, con una vanga confitta nel petto, fra la verde erba irlandese.

E, poi strette accanto a lui, secondo il Dramatis Oves, ecco sfilare altre 17 civilissime pecore. Ognuna con una propria personalità. Come Mopple the Whale, un montone merino grassoccio, dalle corna ricurve a forma di spirale, sempre affamato, ma con una memoria da fare invidia a un umano. O come Othello, un montone nero delle Ebridi, con quattro corna e un passato misterioso e movimentato allo zoo di Berlino.

“George non è morto di malattia”, sentenzia il gregge. “Non si può proprio dire che le vanghe siano una malattia”, argomenta il montone più anziano.

Che cosa può fare un gregge di pecore, private del proprio pastore? Dare la caccia all’assassino, alla sua maniera. Con finezza di odorato e di spirito di osservazione: perché “se vuoi sapere che cosa sanno quelli a due zampe, devi pensare a quello che non sanno. Per loro conta solo quello che vede l’occhio. Non sanno più di noi, sanno meno, ed è e per questo che sono così difficili da capire…”

Interrompendosi ogni tanto per pascolare e avere paura, ma con passo e volontà inesorabili. Perché George era un pastore molto speciale e adorava le sue pecore al punto da leggere loro storie ad alta voce: dalle favole con le fate ai libri sulle malattie delle pecore; dai gialli ai romanzi d’amore. E quando si imbatteva in una parola che, a suo avviso, le pecore non potevano capire, la spiegava loro.

Levità di tocco, scrittura accattivante e divertente. Raccontare storie levitando al di sopra di esse, come a prenderne le distanze, con arguzia e sorprese a non finire: ecco alcuni degli ingredienti del romanzo di

Leonie Swann. Nata nel 1975 nei pressi di Monaco di Baviera, l’autrice ha studiato filosofia, pedagogia e letteratura inglese a Monaco e a Berlino. Glennkill è diventato un caso letterario in Germania, dove ha venduto più di 250 000 copie. Ora è in corso di traduzione in 13 paesi, come dire: un autentico successo bestiale!