Cristiana Astori si presenta al pubblico con Il re dei topi, una raccolta di racconti, probabilmente scritti in varie epoche della sua maturazione, e ci offre un ampio panorama del suo immaginario, ben introdotto da una affermata “signora” del crimine letterario, Claudia Salvatori. Abbinata a questa introduzione una citazione in quarta di Landsdale, Cristiana non poteva aspirare a una migliore passerella. E, di certo, Cristiana ha la stoffa per farsi notare, non solo perché ha padronanza di linguaggio (non c’è da stupirsene considerata la sua attività di traduttrice) ma anche dei meccanismi narrativi che ha approcciato con il fumetto. E si nota che ha anche visto molto cinema. Insomma possiede quelle qualità di “animale da pagina scritta” che sono indispensabili non solo per raccontare storie interessanti ma per farle vivere al lettore. In quest’antologia abbiamo un bell’esempio del percorso creativo e artistico di Cristiana che, a passi dapprima brevi poi sempre più sicuri e lunghi arriva quasi al romanzo breve con la storia che più mi ha colpito L’abisso di Dora che è un thriller dove i toni horror trovano nello svolgimento della vicenda un buon equilibrio con le psicologie dei personaggi e l’intreccio. Stupisce - e positivamente - la capacità di Cristiana di dar vita a differenti punti di vista maschili senza cadere nel luogo comune, anzi differenziando i personaggi cosa non facile per nessuno scrittore che si cimenti con la creazione e con il “pensato” di caratteri di sesso opposto. L’abilità di far risaltare i personaggi femminili cogliendone gli elementi seduttivi sotto un profilo maschile è forse il tratto più singolare e rivelatore di talento di Cristiana. Di certo ha l’acume per osservare gli uomini cogliendone segreti pensieri e mantenere l’occhio femminile. Il racconto sviluppa poi una sensitività particolare quando la vicenda s’incunea nei meandri delle caverne sotterranee che fanno da scenario alla sua parte… speleologica. Cristiana è, per passione, un’esploratrice di luoghi sotterranei e riesce a portarti là sotto, al buio con il terreno che scivola. Benché il racconto sia stato scritto prima e indipendentemente è impossibile non tornare con la memoria del film The Descent con il quale condivide claustrofobiche emozioni. Gli altri racconti, seppur più ridotti e, in alcuni casi, specchio di precedenti stadi di maturazione lasciano intravedere la complessità di un universo immaginario non banale e in espansione. Brava, Cristiana, ti aspettiamo a prove più lunghe e articolate.