Esce il 27 aprile il volume centrale della trilogia ambientata nella Guerra dei Trent'anni:, la fine di un'epoca diventa un affresco ancora più gotico, ancora più incombente nella saga creata dal maestro dell'action thriller italiano Alan D. Altieri.

Tra disperate lotte per la sopravvivenza e scontri tra sanguinari sterminatori, tra rivelazioni della tragedia passata e profezie dell'Armageddon a venire, il fato di Magdeburg, la possente città ribelle sul Fiume Elba, viene suggellato da crudeli giochi di potere destinati a divorare ogni cosa.

E ogni uomo.

La Furia - Magdeburg di Alan D. Altieri (Corbaccio, 2006) — 864 p. - € 18,50 - ISBN: 88-7972-790-7

A ThrillerMagazine è stato permesso dall'autore e dalla casa editrice di pubblicare uno stralcio tratto dall'inizio del coinvolgente romanzo:

Emerse dal vento.

      Enigma ed eresia.

      Un uomo in un mantello colore della notte, su un cavallo da guerra colore del granito. Un viandante. Nient’altro che un viandante in nero.

      Condusse il destriero lungo un contrafforte investito dalla tempesta di ghiaccio. Devio’ vicino, molto vicino all’orlo del baratro. Sassi congelati franarono sotto gli zoccoli del cavallo. Vennero inghiottiti da un abisso livido, indefinito. Il viandante in nero ignoro’ l’abisso, continuo’ a salire nel vento.

      Anche tutto il resto, la’ fuori, era livido, indefinito. Il sole avrebbe potuto indicare qualcosa. Se un sole fosse esistito. Non esisteva. Il cielo era un sudario opaco, privo di profondita’. Gole e voragini si intersecavano le une con le altre, le une dentro le altre. Un unico, immane labirinto di pietra, ghiaccio, vento. Nel corso delle epoche, il labirinto aveva sepolto intere migrazioni, inghiottito interi eserciti, cancellato interi retaggi. La memoria stessa del loro passaggio era stata trascinata nel nulla. Il labirinto era rimasto. Beffardo, inscrutabile. Letale.

      Thuringer Wald, Selva di Turingia.

      La guerra era passata. La guerra aveva divorato. La guerra se ne era andata. Solo una stasi nell’annientamento. Alla fine, la guerra sarebbe tornata.

      La guerra era eterna.

      Non sarebbe comunque rimasta. Non tra quelle montagne piu’ antiche degli dei, coperte da foreste molto piu’ antiche degli uomini. A nord esisteva una soglia di entrata, il Ponte delle Catene, fiume Lete. A sud esisteva un portale di uscita, il Passo di Lockenheim, transito per la Franconia. Ma nessuno, pellegrino, mercenario o reietto, voleva realmente violare la selva di Turingia. Nessuno, condottiero, arconte o ecclesiale, voleva realmente penetrare nel labirinto.

      Il viandante in nero aveva violato.

      Negatore di dio!

      Il viandante in nero era penetrato.

      Eretico!

      Memento di stragi senza redenzione, nemesi di pogrom senza resurrezione. I vivi non avevano risposte. Ai morti, trovarle aveva cessato di importare. Ai vivi e ai morti, il viandante in nero aveva dato solo un altro enigma. Un nome che non era un nome.

      Wulfgar.

      Non era solo sulla montagna flagellata dalla tempesta. Due altre figure a cavallo seguivano le sue orme. Una strega senza demoni, strappata all’ennesimo rogo. Un soldato senza esercito, risparmiato all’ennesimo massacro.

      Anime inquiete, anime perse.

 

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Ecco infine la trama del romanzo:

Turingia, Nazione germanica, Anno Domini 1631, ventre nero e congelato del tredicesimo, terribile inverno della guerra eterna. Disgregazione, devastazione, consunzione hanno dominio incontrastato su quello che appare come un mondo in inarrestabile agonia. Ma nemmeno i molti, troppi segni di un’apocalisse annunciata fermano Reinhardt von Dekken, l’implacabile principe cattolico di Kragberg, nel perseguimento del suo disegno di potere assoluto. Al suo fianco, si schiera un nuovo, potente alleato: Albrecht von Wallenstein, subdolo demiurgo della guerra eterna alla ricerca di una resurrezione egemonica. Un’alleanza, la loro, fin troppo simile a un patto concepito all’inferno. Eppure, perfino l’inferno sembra recedere di fronte Wulfgar, l’eretico in nero, letale guerriero-ombra. Così, mentre Reinhardt von Dekken esegue le mosse conclusive della sua sinistra strategia e Wulfgar si erge nell’estrema difesa di quella che potrebbe essere l’ultima valle della terra, i loro destini si incrociano, si artigliano, si contorcono uno dentro l’altro, scivolando verso l’orlo dell’abisso.

In questa doppia spirale di annientamento, un tormentato cardinale è costretto ad abbandonare la quiete ingannevole della Santa Sede per intraprendere un viaggio che lo porterà fino a un perverso cuore di tenebra; i possessori degli enigmatici simboli dei cinque elementi primari convergono verso un fulcro tanto labirintico quanto inesorabile; un’indomabile donna di fede deve confrontarsi con gli spettri di un passato più spaventoso di qualsiasi incubo, e il distaccato Osservatore continua a essere testimone di eventi destinati a sprofondare la Germania nella devastazione terminale.