Bologna, 17 febbraio 2006

"Viviamo in un mondo libero": niente di più falso. Io ne sono la dimostrazione vivente. Vado in giro a sentire cosa pensano le persone. Indago, scrivo rapporti. Una spia? Se lo dite voi... Io dico che sono uno fortunato: ho il posto fisso e statale.

Oggi ne ho due da monitorare, più una mia vecchia conoscenza:

Matteo Cotugno: si è diplomato alla scuola Teatro del Navile nel 1998, e da allora collabora con la Compagnia del Teatro del Navile in qualità di attore e regista partecipando alla messa in scena di testi tra gli altri di Harold Pinter, Luigi Lunari, Samuel Beckett, sia in Italia che all’estero. Ha collaborato come attore e regista per diversi anni con l’Associazione Gruppo di Lettura San Vitale e con l'Associazione San Filippo Neri.

Anna Rita Fiorentini: si è diplomata alla Scuola del Teatro del Navile nel 1999, e da allora collabora con la compagnia del Teatro del Navile. Ha recitato in pieces di Harold Pinter, Anthon Checov e Tennessee Williams.

La scenografia è minimale: un velo che si lascia cadere dall'alto sullo sfondo e un computer al centro
La scenografia è minimale: un velo che si lascia cadere dall'alto sullo sfondo e un computer al centro
Ha collaborato per anni con l'Associazione Gruppo di Lettura San Vitale.

La mia vecchia conoscenza è Mauro Smocovich, solo mia però, perché lui non mi conosce, né sospetta della mia esistenza e del mio lavoro.

In pratica il Cotugno e la Fiorentini si sono messi in testa di portare in giro i racconti dello Smocovich. Corpi estranei è già la seconda volta che lo mettono in scena.

Lo spettacolo è stasera alle 21:30 in via Battindarno 123.

Bene, bene, bene. Faccio in tempo a officiare il mio rituale propiziatorio prima dell'azione: pulire e oliare in ogni suo pezzo la mia fedele calibro 38, guardare un film Disney, bere tre litri di Coca-Cola Light.

Parcheggio l'auto. Prima di scendere, un'ultima occhiata al Winnie Pooh sul cruscotto: sii prudente, dice.

- Lo sarò Winnie, ci puoi giocare il culo.

Accanto alla mia c'è una macchina piena di brutti ceffi pronti a entrare in azione a un mio segnale. Ci scambiamo l'ok col pollicione.

Le luci si spengono. Parte la musica
Le luci si spengono. Parte la musica
So cosa stanno facendo quei quattro bastardi: mangiano pasta e sarde tenuta in caldo in contenitori termici e ascoltano Mario Merola. Dovrei fare rapporto a 'sti terroni malefici, ma so che al mio segnale saranno pronti, e questo mi basta, forse.

La sala Falcone e Borsellino è semicircolare, con le sedute che si estendono come in una piccola arena. Quasi al completo. Già, perché 'sti tre esaltati sono riusciti a radunare un bel po' di persone che, a loro insaputa, saranno fotografate, identificate e schedate dai quattro terroni che ho lasciato nel parcheggio.

Mi sistemo tra il pubblico e me ne sto lì buono buono, una mano nella giacca a stringere il mio pupazzetto antistress di Topolino, fedele compagno di tante operazioni e amuleto anfisfiga.

Oh, ma che sorpresa! Tra il pubblico riconosco Carlo Lucarelli, scrittore, un terribile ficcanaso.

oscillanti tra il noir e la poesia
oscillanti tra il noir e la poesia
Bisogna stare attenti: non ci vuole niente che fiuti qualcosa e ci scriva un libro su; già me lo immagino a blaterare di controllo, oppressione e censura, di strani complotti...

Individuo tra il pubblico anche lo Smocovich in compagnia di un altro bel soggetto, Sacha Rosel: due feroci criminali con la faccia da crocerossini.

Brusio in sala. Ognuno si fa i fatti suoi in attesa che cominci lo spettacolo. La scenografia è minimale: un velo che si lascia cadere dall'alto sullo sfondo e un computer al centro.

Le luci si spengono. Parte la musica.

una storia marginale mosaico
una storia marginale mosaico
E si sta così, in attesa mentre cresce la sospensione. Matteo Cotugno e Anna Rita Fiorentini entrano in scena, giocano per qualche minuto tra di loro come in una gag da film muto. Poi srotolano tutta la scaletta di quel pazzo furioso dello Smocovich, così composta:

Meglio (Parte I)

Il bambino nello specchio

Come d’autunno + Foglie morte (Hikmet)

Fuoco eterno

L’angelo curioso

Altrove

La crepa

Agnus Dei

Incubi e succubi

Quando c’è l’amore

Impotenza

Il mio nome

Semplice esercizio

Emicrania

Sotto le coperte

Ccheculohottrovatorobainmahasc...zino

La favola perduta

Corpi estranei

Spirito di contraddizione

Rino (Jannacci)

Meglio (Parte II)

Un racconto a spirale e il suo doppio

Devo ammettere che i due sono molto bravi, calcano la scena con mestiere e padronanza. Coinvolgono.

calcano la scena con mestiere e padronanza
calcano la scena con mestiere e padronanza
E danno voce e incarnazione ai racconti del “pazzo”: schegge letterarie oscillanti tra il noir e la poesia, immerse in un comune contenitore fatto di amara malinconia.

Tutta sta roba mi piacerebbe anche, se non fosse che i miei superiori con scientifica certezza mi hanno detto che cose simili fanno male al cervello, perché lo fanno muovere, perché suscitano pensieri ed emozioni. E si sa, il cittadino modello deve essere apatico: deaf, dumb and blind.

Un’ottima rappresentazione, leggermente fuori tiro però, se si considera che i contenuti potevano essere meglio amalgamati e che sono stati lasciati da parte alcuni tra i racconti più “devastanti” scritti dal folle Smocovich; la conosco bene la produzione di quell’eversivo, l’ho segnalata e schedata di persona.

Coinvolgono
Coinvolgono
Meglio così... anche se i danni sono comunque ingenti: grazie al Cotugno e alla Fiorentini la gente ha pensato e s’è emozionata un bel po’. E questo non va bene.

Fine dello spettacolo. Qualche minuto di applausi. Batto le manine pure io, per non destare sospetti. La gente piano piano va via, compreso quel guastafeste di Lucarelli. Restano a bighellonare in sala lo Smocovich, la Rosel, il Cotugno e la Fiorentini. È il momento di entrare in azione. Scatta l’ordine e i brutti ceffi in cinque secondi sono lì (il tempo che occorre a mangiare un’ultima forchettata di pasta e sarde, spegnere la lagna di Merola, scendere dalla macchina e fare irruzione).

I miei tirano fuori i cannoni, un paio, quelli di metallo, vengono puntati verso gli eversivi colti di sorpresa, i restanti vengono accesi e fumati.

Qualche minuto di applausi
Qualche minuto di applausi
Sui volti che ho di fronte leggo lo sgomento, la paura e l’insana follia tipica di questa gentaglia. Comincio a camminare avanti e indietro.

- Bene, bene – dico – eccoci qua allegramente riuniti. Cosa pensavate di fare, eh?

- Niente di illegale – sibila acida la Rosel.

- Niente di illegale, ci, ci, ci, pi, pi, pi – scimmiotto – dicono tutti così.

Colpo di scena: la Rosel tira fuori un discreto pistolone, urla e sputacchia – so chi siete! Brutte merde governative!

- Oh mamma mia, che paura... Fritz – ordino – attacca!

E Fritz prontamente si fa avanti.

L’altra sbraita, minaccia di sparare, di fare una strage di merde governative. Ancora...

Fritz si avvicina come un Boris Karloff ubriaco. A un metro di distanza dalla sovversiva dice – Buh!

E la Rosel sviene.

I miei tirano fuori i cannoni
I miei tirano fuori i cannoni
L’alitosi aromatizzata all’aglio crudo di Fritz è proverbiale, e non fallisce mai.

A questo punto gli altri cominciano seriamente a preoccuparsi. È il momento di affondare con le domande.

 

Cos'è sta messa in scena?

[Mauro Smocovich] Cosa? Come? Non... non sono io, non sono Sliscovich! Ma io non sono io... sono il sosia di mio fratello!

vengono puntati verso gli eversivi colti di sorpresa
vengono puntati verso gli eversivi colti di sorpresa
Lei ha sbagliato persona! Ho scritto solo dei racconti, non faccio teatro, non faccio sport!

 

Il pazzo furioso tenta di sgattaiolare via, ma lo riprendo per un piede – Dove vai, Scemovich? Vieni qua!

E voi due? Cosa avete da dire, cos’è sta messa in scena?

[Matteo Cotugno] Messa in scena sta per spettacolo teatrale che sta nella terra di mezzo tra una lettura e uno spettacolo teatrale puro (con testi totalmente a memoria); però la scenografia c'è, il piano luci pure e delle musiche molto belle anche.

[Anna Rita Fiorentini] Giuro sono estranea a tutta la vicenda e a me stessa. È  tutta colpa di Matteo che per primo ha letto Mauro e poi mi ha... infettata. Ho tentato di resistere, ma ahimé sono divenuta anch'io succube degli incubi di Mauro.

 

Cosa pensavate di rappresentare, di comunicare al pubblico?

[Mauro Smocovich] Io stavo tra il pubblico, che c'entro? Sono sceso qui sul palco solo per salutare due miei amici...

Sbraito - Zitto, per Topolino! Cacchio, cacchiolina, mi hai fatto bestemmiare!- Salto addosso a Smocovich e comincio a fargli il solletico.

– so chi siete! Brutte merde governative!
– so chi siete! Brutte merde governative!
Quando comincia a lacrimare, lo minaccio – Hai visto? Sono capace di cose terribili, per Nonna Papera!

 

Di nuovo, cari i miei attoruncoli sovversivi: cosa pensavate di rappresentare, di comunicare al pubblico?

[Anna Rita Fiorentini] Corpi estranei! Amico, questa domanda mi mette in crisi: io non sono programmata per pensare. Matteo, cosa volevamo comunicare al pubblico?

[Matteo Cotugno] L'intenzione era di affascinare il pubblico con i testi di un certo Mauro Smocovich, aggiungendo alla dimensione scritta quella sonora della recitazione e della musica e quella visiva delle azioni e delle luci; e di portare in scena una storia marginale mosaico composto da tante “fotografie” di questa esistenza estrema, momenti accomunati dall'estraneità, dell'altro da noi o dell'altro che è in noi, l'estraneità che ci esclude e magari ci porta all'autodistruzione, in una sorta di autoesclusione, dell'altro che ci distingue o che ci piacerebbe lo facesse, rendendoci unici.

si rincorrono in un gioco
si rincorrono in un gioco
I “piani di lettura” dello spettacolo sono molteplici e intersecati fra loro: c'è la storia che prende forma gesti e colori da una parola finora solo scritta, e c'è un discorso legato al potere immaginifico della parola scritta/recitata; e all'interno di questa c'è l'intenzione di affascinare e sconcertare nello stesso tempo portando il pubblico, su musiche dolcissime o infantili, ad assistere a situazioni tragiche come un suicidio (racconti Lei e la Favola perduta) o a divertirsi, almeno questa era la nostra intenzione, sulla tragica sorte di un pusher da quattro soldi (Ccheculohottrovatorobainmahasc...zino) o a rimanere affascinati da un racconto mitologico (Icaro). Abbiamo tentato di stemperare le situazioni più estreme.
cose simili fanno male al cervello, perché lo fanno muovere
cose simili fanno male al cervello, perché lo fanno muovere
E abbiamo tentato di fare in modo che il pubblico “si ritrovi” (nel senso letterale dell'espressione) alla fine dello spettacolo senza avere ancora annodato tutti i fili che gli abbiamo lanciato, magari lasciandolo col desiderio di saperne di più. E alla fine lo svegliamo con una "spirale" di parole (Un racconto a spirale e il suo doppio) che si rincorrono in un gioco che vuole ricordare al pubblico che essi stessi sono stati soggetti della storia e che ora sta a loro “dire qualcosa che abbia senso”.

 

Smocovich resta a bocca aperta, intontito, e pensa ad alta voce - Minchia, ma davvero tutto questo volevo dire?... allora so' bravo!

- Zitto, zitto, zittoooo! – urlo – Ti distruggo, babbeo! Macché bravo, sei uno scribacchino sovversivo, tu. Gli scrittori sono altri, tipo, boh, Parini? O il Monti...

- Nooo, Lucarelli è proprio un gran bello scrittore! – dice Smocovich.

Non ci vedo più, lo pesto a dovere.

Alla fine, ridotto a una tumefazione vivente, gorgoglia – Salve, mi chiamo John Malkovich, e sto girando un grande film, dal titolo Essere John Smocovich.

Poi sviene, finalmente.

Recupero il mio self-control.

l'eterea inquietudine nel giocare fra la vita e la morte
l'eterea inquietudine nel giocare fra la vita e la morte
Tornerei alle mie domande, ma gli altri due stanno bisbigliando – Ma secondo te è serio?

- Zitta che s’offende!

- A me mi fa paura...

- Zitta!

- Ma l’hai visto l’occhio iniettato di sangue?

Attiro l’attenzione – Hem, hem...

Pensare e far lavorare il cervello, emozionarsi con battiti di cuore e scariche di neurotrasmettitori nel sangue, secondo voi è lecito?

[Matteo Cotugno] Credo che il cervello lo faccia smuovere sicuramente; sul cuore posso dire che è un desiderio: riuscire a emozionare il pubblico con quanto si porta in scena è lo scopo ma non sai mai se ci riuscirai; i neurotrasmettitori sono tutti coinvolti, fino a una scarica nel sangue mi piacerebbe molto.

Dico, siete convinti che faccia bene alla salute?

[Matteo Cotugno] Se faccia bene al pubblico non so. A me in scena sì. Secondo me pur essendo uno spettacolo dai toni forti, è sufficientemente distante da rassicurare le persone sul fatto che a loro non accadrà mai e poi mai... ma l'inquietudine che così non sia, credo che la lasci...

[Anna Rita Fiorentini] Perché? Non mi trovi forse in gran forma? Per quanto riguarda il pensare e il cervello lascio la parola al mio collega, non sono cose che mi riguardano, per il resto non so se sia lecito ma per me è assolutamente necessario, vitale.

srotolano tutta la scaletta di quel pazzo furioso
srotolano tutta la scaletta di quel pazzo furioso
Se poi si riesce a coinvolgere anche il pubblico in questa attività sovversiva, vale la pena di rischiare l'ergastolo.

[Matteo Cotugno] Altro non so, perché tutto ciò che ti ho detto, spiega a posteriori un lavoro che in realtà è nato in un attimo dall'ispirazione di un brano musicale che si è sposato con le parole dei racconti dello Smocovich, brano musicale che poi non è nemmeno entrato nella colonna sonora dello spettacolo.

[Anna Rita Fiorentini] Posso aggiungere che quello che ho sentito più forte nel leggere Smaurovich è l'eterea inquietudine nel giocare fra la vita e la morte... e spero di averlo condiviso col mio cumpa' e col pubblico...

[Matteo Cotugno] Eterea cosa?

 

- Basta, mi sembra abbastanza. Siete nella cacchina fino ai capelli... Fritz, procedi pure.

Tra l’altro, gli scienziati del nostro dipartimento dicono che l’alitosi di Fritz provochi un’amnesia irreversibile delle ultime ventiquattro ore vissute. Per questo, ovviamente, per alti meriti, gli è stata assegnata la medaglia d’onore governativa.

 

* * *

L’agente è stato trovato morto sul divano di casa sua. I referti medici parlano di overdose di Coca Cola Light e patatine fritte con ketchup. In mano stringeva un Topolino decapitato.