Joe R. Lansdale. Dinamite pura. Maneggiare con cura. Per i pochi che ancora non conoscessero lo scrittore texano, ricordiamo che siamo di fronte a uno dei pochi scrittori al mondo che dovrebbero far passare la voglia di scrivere ai tanti scrittori di nulla nostrani. Un po’ come Picasso o Van Gogh dovrebbero far passare la voglia di misurarsi coi pennelli. Quando si è di fronte al massimo, si può solo rimanere ammirati e silenti. “Scusi Sig. Recensore, perché costui sarebbe un genio?” diranno i miei tre lettori. Beh, Joe è un genio perché in un mondo in cui tutti si prendono sul serio, lui conosce le arti dell’autoironia e della dissacrazione. Joe è un genio perché riesce a farci commuovere (La sottile linea scura, In fondo alla palude…) e ridere (tutta la serie di Hap & Leo) senza mai dimenticarsi di farci riflettere. Questo Capitani Oltraggiosi è da iscriversi alla categoria “opere minori” del nostro autore. Trattasi della quinta avventura della serie di Hap Collins & Leonard Pine (le precedenti sono Savage Season, non reperibile in Italia, Il mambo degli orsi, Bad Chili, Rumble Tumble, tutti Einaudi Stile Libero), forse la più riuscita, adulta, divertente e matura. Hap, Leonard, Charlie, Hanson, Brett, Jim Bob… tutti i personaggi che appaiono in questa serie riescono a farci affezionare e identificare nei loro caratteri. Poche opere letterarie riescono in questa magia. Come non provare simpatia per un saputello, gay, nero e reazionario (Leo) che, vivaddio, ha sempre ragione e smaschera il perbenismo naif di un romantico, donnaiolo, liberal (Hap), che appare un filino ipocrita (si vedano i nobili discorsi sulla lunghezza del pene o la grandezza delle tette, alta filosofia; oppure basti pensare, e qui il discorso si fa molto più serio, al macabro rituale della vendetta, tema che ritorna in molte avventure dei due amici. Le loro idee sono poi così diverse? O l’uno è sincero e l’altro contraddittorio? Per la risposta, vi rimandiamo agli ultimi capitoli di Capitani Oltraggiosi). Ma non sono i temi morali a interessarci più di tanto in questo libro. Lansdale fa centro perché è ben difficile non finire le 271 pagine in meno di tre giorni. Ed è impossibile non scompisciarsi dalle risate. Buona lettura.