La prima volta che lessi 007 Conto alla rovescia fu nel 1997, ancora in dattiloscritto. Fu sottoposto a Segretissimo come “il nuovo Bond” a cura di un autore che avrebbe sostituito l’ormai esausto e demotivato John Gardner che dall’82 (Rinnovo di Licenza) aveva riportato sulle pagine dei romanzi l’agente 007 con una serie di avventure dapprima abbastanza fedeli al modello cinematografico se non letterario poi via via più distanti dal mio gusto di bondofilo. Raymond Benson che, oltre che romanziere noir, era curatore di una fondazione si dimostrò subito informato e degno prosecutore del lavoro di Fleming realizzando un mix riuscito tra l’agente letterario e quello rilanciato in quegli anni da Pierce Brosnan. Oggi la Glidrose che detiene i diritti per i romanzi di 007 ha deciso di interrompere gli apocrifi, pubblicati tutti da Segretissimo. È quindi un piacere rileggere in un’edizione curata e destinata a rimanere sugli scaffali di una storia che porta l’agente segreto più famoso del mondo a Hong Kong, allo scadere della concessione britannica, un luogo mitico per ogni avventura. Casualmente avevo ripreso la mia vecchia copia poco tempo per trarne dei brani da riportare in un reportage su Hong Kong al quale sto lavorando. Il minimo che si possa dire è che Benson abbia fatto bene i suoi compiti, recandosi sul posto e trovando locations e spunti adatti a una vicenda moderna di spionaggio. Ci sono poi dei classici della serie - i tre killer albini, la ragazza in pericolo, il magnate con cui Bond ingaggia una feroce partita di mahjong - che riflettono in chiave moderna il fascino dei romanzi originali. Ma il ritmo e la scrittura sono moderni, rispettosi del modello ma, a loro modo, originali. Si sente, rispetto ad altri apocrifi, la passione per il personaggio e il suo mondo e, per un bondofilo, son cose importanti quanto la traduzione eseguita da un esperto. Un’avventura classica nel senso migliore del termine, capace di garantire emozione e adrenalina per chi ama questo filone dove la verosimiglianza nasce dall’accuratezza delle ambientazioni se non dal realismo dell’azione, in cui lo scenario esotico, i personaggi larger-than-life e le donne sempre e indiscutibilmente seducenti sono elementi importanti quanto il meccanismo che è ben oliato e collaudato e, come la cara, vecchia Aston Martin, ruggisce quando si preme l’acceleratore. Il resto è Bond.