Guanda sta ripubblicando i diversi romanzi dell'autrice belga Amélie Nothomb dopo che la casa editrice Voland ha contribuito a portarli in Italia e a farli conoscere e apprezzare dal grande pubblico. Ecco così la riedizione di questo Igiene dell'assassino, una delle prime opere della Nothomb (il romanzo risale infatti al 1992). Il libro è composto quasi interamente da dialoghi, nella fattispecie da quattro interviste - o forse sarebbe meglio dire tentativi di interviste - all'autore immaginario Prétextat Tach. Altrettanti giornalisti infatti cercano di strappargli un'ultima intervista prima che la grave malattia che lo ha colto compia il suo decorso. Il problema è che Tach è l'uomo con l'ego più smisurato e ipertrofico del pianeta, un anziano ciccione capace di mandare in crisi chiunque. Ma una quinta intervistatrice, una donna, compirà l'impensabile: riuscirà non solo a tenere testa a Tach, ma anche a scavare a fondo nel suo passato, fino a fargli rivelare di se stesso un torbido passato che credeva ormai dimenticato da tutti...

In Igiene dell'assassino si trovano già in nuce svariati temi che la Nothomb riprenderà anche in opere successive: il rapporto conflittuale col corpo e col cibo, il potere delle parole, lo sguardo cinico sul mondo, il piacere per titoli strani e accattivanti. Il tutto con il consueto stile crudele e ironico a un tempo stesso. Risulta invece ancora un po' acerba, specie alla luce di prove successive, la capacità di orchestrare un impianto sempre coerente, con un finale pienamente riuscito. Ciononostante un buon libro, consigliato soprattutto a chi già conosce altre opere di questa autrice così particolare.