La Giunti porta in libreria I misteri di Firenze: la raccolta di tre romanzi di Gigi Paoli con le indagini del cronista Carlo Alberto Marchi.

La trama:

Ironico, tenace, instancabile, Carlo Alberto Marchi divide le sue frenetiche giornate tra il lavoro di cronista al Nuovo Giornale di Firenze e la non meno sfiancante attività di padre single di Donata, la figlia adolescente che non si lascia sfuggire un’occasione per rimettere in riga questo padre irruente e affettuoso, che tenta invano di assumere un’aria di severità. Ma non è facile essere sempre sul pezzo quando le inchieste si susseguono senza tregua, riecheggiando tra le aule dell’avveniristico e inquietante Palazzo di Giustizia, da lui ribattezzato “Gotham City”. Un anziano antiquario massacrato con ventitré coltellate in un antico edificio di via Maggio; il dirigente di una casa farmaceutica vittima di un misterioso incidente, mentre un’ondata di morti per overdose colpisce la città; e infine la scomparsa di un bambino di quattro anni che risveglia nei fiorentini la paura del “Mostro”. In tutto questo, Marchi e il suo inseparabile collega “l’Artista” devono parare i colpi del direttore del Nuovo, che li marca stretti e non gradisce la loro tendenza all’insubordinazione…

L'incipit:

Lo schiaffo del vento lo colpì.

Poi, fredda e affilata, arrivò la pioggia.

E questa sarebbe la città più bella del mondo?

L’uomo scosse la testa ed estrasse il piccolo ombrello che spuntava dalla sua valigetta.

Alzò lo sguardo.

Tutto opaco e grigio. In cielo e in terra. Alle sette e un quarto di quella mattina di novembre, neanche i turisti si facevano vedere in giro.

Con quel tempo, poi.

Ci mancava pure la pioggia.

E quel piccolo, maledetto ombrello non avrebbe mai impedito che i pantaloni, di lì a poco, diventassero fradici.

Girò l’angolo sul ponte Santa Trinita e alzò automaticamente la testa, incrociando lo sguardo muto della statua della Primavera e il suo collo troppo lungo.

Te l’avevano staccata la testa, eh, bella signora?, sogghignò ansimando mentre risaliva il ponte, ai cui angoli campeggiavano le statue delle quattro stagioni.

Tutti i giorni da più di trent’anni, lui sfilava accanto alla Primavera, ripescata dall’Arno dopo la guerra come le sue sorelle di marmo. Lei, però, fu ritrovata senza testa. Solo anni dopo, quando un pescatore la scoprì per caso nel fiume e la riportò a galla, gliela riattaccarono.

Proprio una bella schifezza come trapianto, pensò.

Come sempre, non degnò di uno sguardo il ponte Vecchio e le sue finestrelle illuminate come tante casette del presepe.

Ormai non ci faceva più caso.

Non faceva più caso a tante cose.

Per la verità quasi più a niente, dopo tutti quegli anni passati a fare la stessa strada e lo stesso lavoro.

Quando il vecchio Loris era morto, un paio di anni prima, la vedova aveva pensato di seppellire anche il negozio insieme a quel marito che aveva tanto amato. Il quale, invece, amava solo il negozio.

Ma lui no, non voleva seppellire proprio niente. Quel posto era la sua vita. E gliel’aveva detto. «Tecla, non ti preoccupare, continuerò io. Da solo. Sarà tutto come prima, al negozio penserò io.»

C’era voluto un po’, ma alla fine la vecchia Tecla, anche leggermente rimbambita per la verità, aveva acconsentito. I soldi che le arrivavano sul conto corrente tutti i mesi erano una ragione accettabile per non fiatare. E così il negozio di antichità religiose “Loris Cantini” continuava a vivere.

E anche lui, il commesso, continuava a vivere.

A sopravvivere, in realtà.

Che è tutta un’altra cosa.

Info

I misteri di Firenze (2020) di Gigi Paoli (Giunti), 840 pagine, euro 17,00 (in eBook, euro 10,99) – ISBN 9788809899155