Capolavoro…

“Un agente immobiliare non dovrebbe giocare al detective. Reduce da un esaurimento nervoso, George Weaver ha preso una stanza in un hotel a Taos, nel New Mexico, per rimettersi in sesto con un periodo di riposo. Ma il destino si presenta alla sua porta nei panni di un amico giornalista…”

L’amico giornalista è Luke Ashley, alto e magro tanto da ricordare “William Gillette nel ruolo di Sherlock Holmes” con l’immancabile battuta “Elementare, mio caro Weaver”. E se c’è di mezzo Holmes, ci sarà pure, di sicuro, un assassino da acciuffare. In questo caso di un delitto irrisolto otto anni prima riguardo ad una certa Jenny Ames. Luke ci sta lavorando sopra e c’è da guadagnarci un bel mucchietto di quattrini. Se l’amico volesse dargli una mano nella ricerca potrebbe anche lui, che ne ha bisogno, intascarne una parte.

L’idea sembra buona e George affitta pure la casa dove fu commesso l’omicidio e dove, fra poco, arriverà la moglie Vi alcolizzata. Il fatto, all’inizio, sembra giovargli “Si sentì meglio di quanto non si fosse sentito negli ultimi giorni. Indagare su un delitto, anche se vecchio di otto anni, gli avrebbe fornito qualcosa da fare e poteva magari rivelarsi un’occupazione interessante.” Convinzione sballata. Sarà per lui un caos, un continuo tormento insieme al rapporto sbriciolato con Vi contornato da sensi di colpa.

Inizia l’avventura. Prima tappa da Pepe, il ragazzo che ha visto Jenny per l’ultima volta inseguita dal fidanzato Nelson con il braccio alzato e il coltello in mano. Ma Nelson non venne arrestato, niente di concreto a suo carico. L’indagine di George continua affastellata da una serie crescente di dubbi, di domande espresse in corsivo a se stesso e ai due fidanzati come se fossero lì ad ascoltarlo. Insieme a ricerche concrete sull’assassino della ragazza sparita e ritrovata cadavere in una fossa profonda, uccisa da diversi colpi di coltello.

Qualche spunto da tenere presente: i quadri di Nelson, le valige mancanti, le lettere scomparse, tra continui assilli e tormenti. Jenny, Jenny era proprio lei? E lui, George, sta forse impazzendo? Un’atmosfera tesa e ossessiva lungo tutto il racconto. Traduzione, come al solito superba, di Mauro Boncompagni.

Capolavoro.

Per I racconti del giallo ecco Guarigione mortale di Francesco Tranquilli.

Geronimo Scarbucchia, un “guaritore con la fede”. Un finto cieco che muore per arresto cardiaco. Secondo la fidanzata l’assassino è proprio il guaritore ricattato dal morto, per non raccontare i suoi raggiri e inganni. Una iniezione mortale. Ma fatta da chi? Facile. Basta solo intercettare una conversazione.