Con il ratto di Sumatra…

Siamo a Londra nel 1895 quando Watson abita ancora a Baker Street. Tutti gli episodi relativi alle indagini svolte con l’amico Sherlock Holmes sono ricordati dal dottore “con affetto e nostalgia.” Tranne uno, quando si trovò “intrappolato nell’oscurità con …la creatura…Era un ratto. Ma non un ratto qualsiasi. Era il Ratto Gigante di Sumatra.”

Primo personaggio il ratto. Secondo personaggio la baronessa Emmuska Dubeyk, bella e zoppa, che ricatta il governo inglese (cinque milioni di sterline) con la minaccia di sguinzagliare i terribili animali e la conseguente esplosione della peste, e già abbiamo delineato una parte del  quadro inquietante.

Terzo personaggio Robert Stamford,  il vecchio amico del dottore che era stato alle sue dipendenze al St Bartholomew’s Hospital e, “tramite occasionale” di conoscenza, con Holmes. E’ in brutte condizioni, le braccia ricoperte da punture di ago cicatrizzate (portato nella sua abitazione poi sparirà). 

Aggiungo il Grande ipnotizzatore Salvini e la battaglia mentale condotta da lui, insieme a Sherlock Holmes, con la baronessa citata. Sì, avete capito bene, un vero e proprio duello tra poteri paranormali che porterà alla scoperta di alcuni indizi importanti (li tralascio).

Naturalmente Sherlock Holmes che sparisce e ritorna completamente diverso e, addirittura, minaccioso contro Watson (perché?). Quest’ultimo alla sua disperata ricerca pronto a tutto, perfino a travestirsi, nella zona di Blackwall con “vie squallide e brutti caseggiati”, allo scalo fluviale di Cristopher Dock (nave misteriosa Matilda Briggs) rischiando la vita per ritrovarlo. Insomma, il dottore in azione! (aiutato anche dalla infermiera Mellor).

Naturalmente non mancano altri interpreti più o meno importanti come l’ispettore Lestrade, Mycroft Holmes, il medico oscuro Simeon Karswell e Josiah Barton, proprietario del Ponte dei Sogni, dove succedono incredibili combattimenti di animali.

Squarci di Londra con il solito traffico difficile, il reale e l’irreale, l’ipnosi, la mente che entra dentro l’altra mente, la paura dei ratti, della peste, il razionale e l’incredibile, che si avviluppano in una atmosfera tesa e minacciosa. C’è, dietro al lavoro di Davies, tutta una lunga storia dell’occulto nel romanzo poliziesco che spazia tra gli autori meno noti e più noti, comprendente anche il nostro Conan Doyle.

Una bella miscela di cruda realtà, di indagine concreta e deduttiva, di azione, di lotta, di scontri, di fuga e inseguimento, di paura e di mistero che serpeggia lungo tutto il racconto.

Per “Sotto la lente di Sherlock” due articoli interessanti: “Nell’ombra del ratto di Sumatra” di Luigi Pachì e “Sherlock Holmes consulting detective: scienze e tecniche investigative nella produzione di Arthur Conan Doyle” di Luca Marrone.

Un breve viaggio tra gli animali citati nel Canone, a cui si aggiunge questo famoso ratto di Sumatra “che potrebbe trattarsi semplicemente di un esemplare di ratto comune (Rattus rattus) insolitamente grande, dal momento che questo animale cresce spesso fino a dimensioni davvero impressionanti. come quelle di un grosso coniglio o di un gatto." E un altrettanto breve excursus sulle tecniche investigative del Nostro basate soprattutto sull’analisi delle impronte digitali, delle orme, della chimica, dell’influsso del lavoro sulle mani, del comportamento e dei profili criminali.

Buona lettura.