Appassionato fin dalla tenera età di fumetti, musica e illustrazione, Loris Cantarelli se ne occupa professionalmente da free lance su carta e in Rete fin dal 1995.

Autore in oltre venti antologie di critica fumettistica, collabora con diverse fiere di settore e riviste, scrivendo e curando saggi, recensioni e interviste.

Tra queste spicca il mensile Fumo di China, di cui è direttore editoriale dal 2012.

Nel mese di ottobre è uscita, per l'emiliana Atlante, l'edizione italiana del dizionario enciclopedico curato da Paul Gravett1001 Comics you must read before you die” (1001 fumetti da leggere prima di morire - edizione Atlante) di cui è supervisore insieme al ricercatore Matteo Stefanelli. (La scheda del volume la trovate in notizie/14620/)

Riguardo a questo libro Loris Cantarelli ha voluto rispondere a qualche domanda.

Quindi senza indugiare oltre lascio a lui la parola.

Per chi non ti conosce puoi spendere due parole su di te?

Sono nato a Milano nel 1970 e scrivo professionalmente soprattutto di fumetti, musica e illustrazione dal 1995, a volte anche sul Corriere della Fantascienza ma in particolare sul mensile cartaceo Fumo di China che esce in fumetteria dal 1980 e anche in edicola dal 1989, di cui sono divenuto direttore editoriale nel marzo 2012.

Altri dettagli su di me si possono trovare nel profilo che mi ha dedicato lo scorso anno la Fondazione Franco Fossati qui: www.lfb.it/fff/giorn/aut/c/cantarelli.htm.

È da poco uscita per la casa Atlante di Bazzano (BO), l'edizione italiana della guida 1001 fumetti da leggere prima di morire, stampata in origine nel 2011 in Gran Bretagna, di cui insieme a Matteo Stefanelli sei uno dei supervisori.

Che cos'è quest'opera e come sei stato coinvolto nella sua cura?

Il volume http://www.atlantelibri.com/scheda.php?id=81&pBack=%2Fserie_1001.php è un dizionario enciclopedico ideato da Paul Gravett con 67 collaboratori di 27 Paesi diversi (fra cui proprio Stefanelli per l’Italia), in modo da avvicinarsi a uno sguardo il più possibile completo sulla letteratura disegnata.

Come ricordano i meno giovani, era dal 1978 con l’adattamento italiano dell'Enciclopedia mondiale del fumetto di Maurice Horn curata da Luciano Secchi che non era disponibile in libreria una pubblicazione così ad ampio raggio.

In vista dell’edizione italiana a lui affidata, Matteo mi ha coinvolto per individuare insieme 15 ulteriori schede italiane, sostituendo per lo più personaggi britannici e “incastrando” queste nostre scelte (che poi ho compilato io) esattamente dove venivano tolte le altre, tutte senza immagini per non modificare gli impianti e nella successione cronologica in cui è (lodevolmente, secondo me) strutturato il volume: 3 nel periodo 1930-1949, altre 3 in quello 1950-1969 e così via.

In questo modo si ha una successione molto fluida di quanto prodotto in tutto il mondo, utilissima fra l’altro a comprendere molti aspetti e influenze reciproche, oltre che la naturale evoluzione del mass medium che amo ricordare come il primo linguaggio multimediale nella storia dell’umanità.

Naturalmente queste nuove schede italiane si vanno ad aggiungere alle 49 già presenti nella pubblicazione originale (scritte quasi tutte da Matteo), anche se – come sempre in questi casi – avvengono continue modifiche editoriali a seconda del Paese di pubblicazione e delle ristampe aggiornate: un panorama di tutti questi aspetti (diviso per titolo, autore, anno, paese, genere) lo si trova in una larga parte dedicata al volume nel sito ufficiale di Paul qui: http://www.paulgravett.com/index.php/1001_comics/index.

Questo libro, basato sulle scelte di professionisti del settore, è stato ideato e messo insieme da Paul Gravett.

Puoi dirci qualcosa a proposito di questo giornalista e critico fumettistico molto noto nel mondo anglosassone ma praticamente sconosciuto in Italia?

Non sono molto d’accordo sul fatto che sia così poco noto: è venuto al Napoli Comicon 2012 per un’interessantissima tavola rotonda sulla produzione di fumetti in alcuni Paesi europei http://www.comicon.it/programma_scheda.php?id=852&c=1 dove l’ho conosciuto di persona, tiene un blog http://www.paulgravett.com/index.php/site/pg_blog seguito con attenzione da più di un operatore italiano, dove racconta eventi e festival, consiglia e segnala fumetti, e in cui cerca lodevolmente di superare la semplice ottica anglocentrica che purtroppo non affligge soltanto il campo del fumetto...

In ogni caso, è un appassionato il cui contributo nella scena britannica, in particolare per la conoscenza del fumetto europeo che ha personalmente iniziato a distribuire come la etichetta Fast Fiction nella Wesminster Hall di Londra dal 1981, è risultato fondamentale.

Nel 1983 ha lanciato Escape Magazine con Peter Stanbury, che per sei anni ha pubblicato autori e fumetti indipendenti come Violent Cases di Neil Gaiman e Dave McKean, nonché tre volumi dell’autobiografico Alec di Eddie Campbell, dov’è ritratto come “L’Uomo agli Incroci” e che si è visto anche in Italia nel volume integrale della 001 Edizioni http://www.001edizioni.com/book/alec-lintegrale.

In questo corposo tomo si passa dai primi fumetti europei e americani alle produzioni giapponesi, dalle strisce umoristiche alla fantascienza, dai supereroi ai personaggi della grande scuola italiana.

Non credi che sia rischioso e controproducente arrogarsi il diritto di stabilire che quelle presentate siano le opere più belle appartenenti al medium fumetto?

Non credo proprio sia questo l’intento, quanto piuttosto una caratteristica specifica dell’editoria anglosassone, all’interno del quale peraltro rientra pienamente la collana dei “1001” tradotti e spesso adattati dall’Atlante Libri.

Negli Stati Uniti e nel Regno Unito questa sorta di classifiche sono molto comuni: basti pensare a quelle stilate pressoché annualmente dalle riviste musicali e cinematografiche!

Personalmente l’ho sempre trovato intrigante, non tanto per il giochino di vedere chi c’è e chi manca, anzi dal mio punto di vista proprio per niente, quanto piuttosto per conoscere meglio altre opere autorevolmente giudicate meritorie e che per forza di cose sono diffuse poco o per nulla.

Certo, l’occasione è anche propizia per provare a raccogliere le opere davvero “imprescindibili”, un punto d’arrivo sempre un po’ irraggiungibile ma che personalmente trovo molto stimolante.

Lo stesso Stefanelli ha segnalato molte curiosità nel suo blog http://fumettologicamente.wordpress.com/tag/1001-fumetti, con “un unico criterio: solo e rigorosamente opere inedite – e largamente ignote – in Italia.

In fondo, anche un’enciclopedia è un gioco della torre, e uno strumento per esplorare con curiosità”.

E con la sua varietà racchiusa in quasi mille pagine, il libro ne è davvero strabordante.

Per quale motivo all'immagine originale di copertina in cui campeggiava uno statico Judge Dredd è stato sostituito, per il volume italiano, un disegno molto più morbido ma molto meno internazionale realizzato da Claudio Villa?

In realtà a me l’immagine di Brian Bolland piaceva molto, ma anche qui si tratta di una pratica abituale per operazioni di questo tipo: per raggiungere un pubblico il più vasto possibile, è giocoforza che nelle “localizzazioni” la copertina sia dedicata a un personaggio locale.

L’immagine di Dylan Dog attorniato da mostri e zombi, che dal 1991 fa bella mostra di sé nel celebre corridoio della Sergio Bonelli Editore, sembra fatta apposta per commentare il titolo del volume... oltre a essere fortemente rappresentativa di quanto l’Indagatore dell’Incubo ha rappresentato per il nostro Paese: un personaggio capace di rappresentare le ansie di un’intera generazione, la definitiva esplosione del talento e della sensibilità di Tiziano Sclavi, l’apporto di nuovo pubblico al fumetto (fra cui molte ragazze) e il coinvolgimento di migliaia di appassionati in ben quattro Horror Fest (1987-1993), capaci nelle ultime edizioni di riempire l’allora PalaTrussardi.

Secondo te ai giorni nostri in cui i lettori di fumetti si dedicano esclusivamente ad un genere o alla produzione di una nazione senza avere la curiosità di guardarsi intorno era proprio necessario un libro del genere?

Al contrario: credo che, dopo i primi tempi in cui l’appassionato disneyano non leggeva storie di supereroi, l’amante di Diabolik seguiva poco l’avventura tradizionale “bonelliana”, gli ultras dei manga non guardavano le produzioni indipendenti... ormai siano finalmente cadute molte assurde barriere (anche per gli inevitabili “bombardamenti” mediatici a cui tutti quanti siamo quotidianamente sottoposti) e, se possiamo sapere molti dettagli con un clic, penso proprio che oggi più che mai si senta l’esigenza di scoprire su che cosa valga la pena approfondire la ricerca.

Al di là delle opinioni personali, come della scelta di considerare l’intera saga o alcuni episodi precisi nelle produzioni seriali, mi sembra che ognuna delle 1001 proposte nel volume racconti un pezzo di mondo dell’universo fumettistico internazionale in grado di non deludere né l’appassionato né il neofita comunque interessato alla materia.

Dopo tutto questo parlare di fumetti da leggere prima di morire quali sono i cinque titoli che secondo te non dovrebbero assolutamente mancare negli scaffali di ogni appassionato?

Eh, eh, cinque titoli sono davvero troppo pochi!

Con così poca scelta, si possono indicare i preferiti dell’infanzia, quelli che più amiamo oggi o che sono stati importanti per scoprire nuovi mondi... ma gli imprescindibili per fortuna sono molti di più!

Come per film, romanzi, opere teatrali, ma anche attori, attrici e quant’altro, penso sempre non si possa rispondere, poi però mi diverto troppo a cimentarmi nell’impresa impossibile e quindi reagisco d’istinto per pentirmi subito dopo e abbandonare il tentativo di far quadrare il cerchio.

Quindi non eluderò la domanda, limitandomi però agli italiani: tutta Petra chérie di Attilio Micheluzzi (il nostro Alex Toth!), alcuni fulminanti racconti da autore unico di Sergio Toppi come Falegname in Galilea, un paio di puntate del Commissario Spada di Gianluigi Gonano & Gianni De Luca (il nostro Will Eisner!), il Pinocchio da capogiro di Luciano Bottaro e l’incontro di “Adah” nel Ken Parker di Giancarlo Berardi & Ivo Milazzo.

Poi però non vorrei dimenticare Hugo Pratt e Vittorio Giardino, Antonio Rubino e Lino Landolfi, per non parlare di Giorgio Cavazzano e Leo Ortolani...

Vabbè, va’, ricominciamo...

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1001 fumetti da leggere prima di morire (Atlante Edizioni) di Paul Gravett

Prefazione di Terry Gilliam — Nota di Matteo Stefanelli

Edizione italiana a cura di Matteo Stefanelli

960 pagine — euro 35,00 — 16 x 22 cm - rilegato, sovracopertina - oltre 1000 illustrazioni — ISBN 978 88 7455 096 8

Da semplice intrattenimento per ragazzi, i fumetti sono divenuti un campo sempre più vasto e diversificato: graphic novel, manga, produzioni indipendenti. Un grande bacino di storie e immagini che ha ispirato cinema, letteratura, videogiochi, arte, senza perdere nulla dell'immediatezza comunicativa e della presa sul pubblico che da sempre lo contraddistinguono.

Dai personaggi Disney ai manga giapponesi, dalle strisce umoristiche destinate ai quotidiani ai graphic novel, dai supereroi americani ai personaggi della grande scuola italiana, 1001 fumetti da leggere prima di morire ripercorre la storia di un genere entrato a pieno titolo nella storia del disegno e della letteratura. Ovviamente non mancano personaggi e fumetti noir, thriller, di avventura, gialli, horror...

Il volume curato da Paul Gravett è un tributo alla ricchezza e alla fantasia di questa straordinaria forma di espressione artistica. Con riproduzioni di copertine originali e pagine interne, l'ausilio di schede tecniche puntuali e recensioni accurate, è un'autentica miniera di informazioni, aneddoti e curiosità intorno al mondo dei Comics, ai suoi autori e ai personaggi più amati dal pubblico di ogni età. Passando dai primi fumetti europei e americani alle produzioni giapponesi, dalle strisce umoristiche alla fantascienza, dai supereroi ai personaggi della grande scuola italiana...

1001 fumetti si rivolge a tutti, dagli studiosi del genere ai semplici appassionati ed è una rassegna completa dei capolavori del fumetto.