Su una terrazza ricca di fiori e soprattutto di rose rosse che fioriscono in questo periodo, in una città come Roma, incontriamo una coppia nella vita e nel lavoro (Biagio Proietti e Diana Crispo), in fibrillazione per l’uscita del loro nuovo romanzo CHIUNQUE IO SIA, editore HOBBY & WORK. Chiediamo che questa intervita sia a tre voci, vogliamo avere risposte separate, forse speriamo anche che una volta tanto siano in disaccordo. Dopo tanti anni di vita e di lavoro in comune può anche succedere. Di essere testimone non ci dispiacerebbe. Cominciamo:

Come nasce questo romanzo?

CRISPO Nel 1976 scrivemmo uno sceneggiato breve in due puntate dal titolo LA MIA VITA CON DANIELA che ebbe un grande successo, confesso anche insperato, perché era diverso dalle cose che avevano successo in tv allora, mi riferisco ai gialli classici.

PROIETTI – Diversa anche dai nostri lavori precedenti, penso a quelli che avevo scritto da solo come CORALBA o la trilogia tratta da soggetti di FRANCIS DURBRIDGE con titoli che sono rimasti ancora nella memoria – UN CERTO HARRY BRENT, COME UN URAGANO (entrambi con il grande e compianto ALBERTO LUPO), LUNGO IL FIUME E SULL’ACQUA - oppure HO INCONTRATO UN’OMBRA (la sceneggiatura è stata pubblicata qui su THRILLER rivista), soprattutto al nostro DOV’E’ ANNA? che era andato in onda poco prima ed era stato un enorme successo, diventando il capofila del giallo televisivo italiano. Se ci sono due opere molto diverse fra loro sono proprio i due nostri lavori, ANNA è stato uno dei primi gialli realistici ambientati in Italia - cosa che fino allora non si poteva fare – è basato su temi molto critici della nostra società, come la malattia mentale, le adozioni dei bambini, il boom edilizio ecc. DANIELA non ha l’impianto strutturale del giallo classico, non c’è un delitto, non c’è polizia, non c’è la classica indagine, non c’è la domanda chi ha ucciso chi.

CRISPO - Nacque da una mia idea: una donna arriva in una città per lei sconosciuta, scopre che tutti la scambiano per un’altra, lei crede a un errore per somiglianza ma deve cambiare idea quando un uomo dice che lui non può sbagliarsi: Daniela è sua moglie.

Perché lo avete ripreso dopo 35 anni ?

PROIETTI - Nella postfazione racconto che già allora Mario Spagnol, a capo della Rizzoli, ci chiese di svilupparlo in forma di romanzo, l’esperienza avuta con DOV’è ANNA, pubblicato come romanzo proprio dalla Rizzoli, era stata positiva, ma per vari motivi – ancora ci pentiamo – non lo facemmo. Ci rimase l’interrogativo: il tema, la storia è valida per vivere sulle pagine di un libro?

CRISPO - la conferma ci venne dalla pubblicazione nella collana I CLASSICI DEL MISTERO di LA MIA VITA CON DANIELA che ebbe successo, nel forum uscirono opinioni entusiasmanti.

PROIETTI A proposito di quella collana, sul forum, ebbero l’idea di fare una top ten dei migliori e spesso al primo posto è finita DOV’E ANNA? ma anche DANIELA, oltre ad altri lavori solo miei come HO INCONTRATO UN’OMBRA, PHILO VANCE, CORALBA e gli sceneggiati che ho fatto da Durbridge.

Non lavorate sempre insieme?

CRISPO Biagio a volte ha scritto cose da solo, a volte con me, spesso con un amico che era il grande Daniele D’anza, quando lavorava con lui, ero contenta perché Daniele era una persona deliziosa, quando avevano qualcosa da scrivere insieme ci vedevamo spesso ed era molto piacevole.

PROIETTI devo dire che anche quando ho firmato solo io, parlo dei miei due romanzi UNA VITA SPRECATA - IO SONO LA PROVA, e degli altri due che stanno per uscire sempre protagonista Daniela Brondi, il rapporto personale che mi lega a Diana la costringe a lavorare anche in questi casi, diciamo che svolge un lavoro in nero, perché io mi servo di lei come editor privato, esprimendo i miei dubbi, raccontandole le cose che sto inventando, facendo leggere le pagine appena scritte, quindi diciamo che lei non firma, ma dietro c’è sempre.

CRISPO - mi sono talmente abituata a lavorare con lui che da sola non ho portato a termine niente, una volta che ho provato a lavorare con una collega, non siamo andate avanti. La cosa è spiegabile non tanto per il rapporto privato, perche penso alle coppie di autori di cinema come Age e Scarpelli, come Maccari e Scola, come Benvenuti e De Bernardi, che hanno creato le loro cose migliori sempre in coppia.

PROIETTI -ho avuto occasione di lavorare per un film, che poi non si è fatto, con benvenuti e de bernardi, due persone eccezionali purtroppo scomparse, con loro mi trovavo benissimo umanamente ma sentivo di essere un terzo nel loro rapporto, avevano ritmi in comune, modi di lavorare, capacità di comprendersi anche senza dire che io capivo ma nei quali mi riusciva impossibile entrare.

Come lavorate in due?

CRISPO - si parte da un’idea, che viene a uno dei due, come ho detto, Daniela era una mia idea, Anna era un’idea di Biagio, ce la raccontiamo e da lì comincia il ping pong, la si sottopone a tante domande, si vede quali portano a sviluppi interessanti, si discute tanto, soprattutto in fase di scaletta.

PROIETTI - io per anni ho insegnato sceneggiatura televisiva in una scuola, dove il grande Age insegnava quella cinematografica, agli allievi io dicevo soprattutto che la cosa importante era partire da una buona idea, ma fondamentale era creare uno scheletro solido, di cemento armato; questo doveva essere una scaletta, termine tecnico per definire che cosa stiamo raccontando e come la stiamo raccontando.

CRISPO -spesso più che discutere si litigava, anzi lui litigava, io sono mite, non alzo mai la voce.

PROIETTI. Ammetto che in fase di costruzione di una storia sono molto combattivo, sempre nel rispetto degli altri, ma tutti quelli con i quali ho lavorato hanno concordato che sono capace di fare autocritica, di ritornare indietro e di appoggiare con forza quanto sosteneva l’altro. Se sono convinto di un’idea, non torno indietro fin quando non mi dimostrano che è sbagliata. Nello scrivere una storia, qualunque sia lo strumento con il quale la si esprime – romanzo, film, fiction – bisogna essere convinti di quello che stiamo facendo, resistendo alle lusinghe dei tanti che hanno il potere di mettere bocca.

CRISPO- io sono meno combattiva, però, senza alzare la voce, dico sempre se una cosa non mi piace. Quando Biagio mi dà ragione, non mi viene mai da cantare vittoria e dire “potevi farlo prima” perché capisco che quello è il suo modo di lavorare e che soprattutto serve per fare al meglio le cose. Può anche succedere che poi le cose non siano accolte come meritavano, questo è un altro discorso.

PROIETTI - tanti anni fa, nei mitici anni settanta scrivemmo insieme un romanzo radiofonico TUA PER SEMPRE CLAUDIA, che ebbe un enorme successo, tanto che fu tradotto in francese e andò in onda in Svizzera, in Francia e in Belgio dove, per il successo, ci chiesero di fare una versione televisiva SIGNE’: TA CLAUDIA. Anni dopo, fu girata una versione televisiva anche in Italia dalla RAI con il titolo DOPPIA INDAGINE. Ebbene lavorammo a lungo e scrivemmo prima versione radiofonica, poi, come facciamo spesso, mettemmo il lavoro da parte, lo rileggemmo dopo un lungo periodo, in modo da leggerlo come una cosa scritta da altri, in quel caso trovammo la storia sempre bella ma scritta male, allora buttammo via il copione e ricominciammo da capo. Con buon esito, vista la lunga strada che l’opera ha fatto.

Che cosa sperate per CHIUNQUE IO SIA?

CRISPO – che lo leggano in molti, che piaccia a tutti, che ci faccia scrivere ancora insieme. Lui, come sapete, spesso mi tradisce con la Daniela Brondi, che per fortuna è solo un personaggio letterario.

PROIETTI - io ho un altro sogno, che questa versione sia riportata in televisione, per dimostrare che le storie valide non hanno confini né di età né di spazio.

La televisione rimane sempre il grande amore?

PROIETTI - scrivere per la televisione è stato molto importante, allora, se si creava un rapporto fra autori e dirigenti, ti lasciavano molta libertà, credo maggiore di oggi.

CRISPO -oggi non c’è forse una censura politica ma di mercato, nel senso che s’insegue troppo l’auditel, si fanno programmi con gli stampini, il concetto di serialità è stato interpretato in modo errato.

PROIETTI - DOV’E’ ANNA? è stato uno dei primi esempi di serialità, ne girammo sette episodi ma in USA ne avrebbero fatti molto di più. la strada è stata lunga, alcune cose importanti sono state fatte, adesso si è andati fuori strada, fra poco si riprenderà. Per quanto riguardo CHIUNQUE IO SIA io spero anche si comprenda anche il grosso lavoro sullo stile che stiamo facendo. Quando si scrive un romanzo, non basta che la storia sia intrigante e ben costruita, essenziale è che sia scritto bene. Sto dicendo una cosa banale, ma vale la pena ripeterla, a noi, ai critici, ai lettori.

CRISPO- Purché non diventi un’ossessione. Sono d’accordo con lui, come vedi, mio caro intervistatore, non sei riuscito a farci litigare.

PROIETTI – con il sole, le rose, il panorama che offre una città come Roma è difficile litigare.

CRISPO – quando si è una coppia, si resta sempre una coppia …

A questo punto me ne vado, meglio di così l’intervista non poteva chiudere.