Con Aristotele, appunto…

Aristotele e la favola dei due corvi bianchi di Margaret Doody, Sellerio 2012.

Fra i tanti detective storici che affollano i già affollati romanzi polizieschi c’è pure l’Aristotele di Margaret Moody, professoressa canadese di letteratura. Già lo conoscevo per avere letto alcune sue avventure con soddisfazione e dunque mi sono buttato sicuro anche su quest’ultimo, un libretto di nemmeno cento pagine che avrebbe potuto aiutarmi a digerire un precedente malloppone che mi era restato in parte sullo stomaco.

Atene, inizio primavera 327a.C (come passa il tempo…). A raccontare Stefanos, cittadino ateniese, membro del Comitato per il Grano, una specie di eroe per avere salvato la città dalla fame. Il nostro Aristotele si trova a discutere con i suoi amici, fra cui il giovane Menandro (sì, proprio quello delle commedie) ed uno straniero piuttosto strafottente. Argomento l’importanza della comunità di fronte all’individuo e alla famiglia e quella del denaro. Per i due pischelli il denaro è proprio tutto nella vita, ma non certo per il filosofo che, per far capire meglio il problema, inizia a raccontare la favola dei due corvi bianchi, interrotta dall’arrivo di un certo Caronide. Egli ce l’ha con suo cugino Simmaco, “molto più ricco” di lui, che vuole togliergli tutto e certo deve tramare qualcosa a suo danno. Allora desidera sapere quali siano le sue intenzioni, chiedendo l’aiuto di Aristotele. Coincidenza vuole che Licurgo abbia chiesto al filosofo di andare ad Idra, l’isola dove si trova Simmaco, per scoprire un caso di corruzione di giuria insieme a Stefanos che deve indagare, invece, da parte della città, su un fatto di contrabbando.

La fiaba verrà finita al ritorno e questa si adatta perfettamente alle vicende avvenute in cui c’è stato perfino un tentato omicidio previsto dal Nostro che tira fuori deduzioni come il classico Sherlock Holmes. Lettura leggera e gradevole con la fiaba, a dir la verità, piuttosto complicata a sfiorare l’uggioso.