Non c’è mica tanto tempo…

Mezz’ora per vivere, mezz’ora per morire di Francis Durbridge, Mondadori 2011.

Subito all’inizio l’uccisione della spogliarellista Della Morris nel quartiere di Soho. Si deve incontrare a casa sua con il poliziotto della buoncostume Fred Bellamy che deve scoprire lo “sporco bastardo”, chiamato il “signor King” che gestisce la prostituzione.

Poi abbiamo un ricco agente di cambio, Mike Hilton, con matrimonio in crisi, la moglie Ruth che se ne va e la rogna che viene nella persona di Selby Brooks, ritrovata morta strangolata con la sua treccia. Ad indagare l’amico ispettore Craddock della polizia di Belford al quale si aggiunge Tiny O’Day, sovrintendente capo di Scotland Yard, un quintale e passa di ossa e muscoli, ex campione di boxe della polizia.

I sospetti sempre più pressanti si appuntano su Mike che deve ritrovare al più presto il ragazzo a cui ha ripreso l’aquilone su un albero, testimone importante perché venga scagionato. Ma il ragazzo sparisce, la casa di Mike viene visitata da sconosciuti ed ecco comparire l’aquilone. Chi è stato? Perché?

Dubbi, sospetti, lotta, buio, scontro finale.

Classico giallo basato su indizi che sembrano accusare un innocente. La classica corsa contro il tempo. Se devo essere sincero una lettura che non mi ha coinvolto così tanto.

Per “I segreti del giallo” “Sanantonio tra finzione e realtà” di Andrea Franco, un intervento sullo scrittore Frédéric Dard, ovverosia Sanantonio, che è anche il protagonista di molti suoi romanzi con il commissario Sanantonio. Qui viene preso in considerazione “La finestra in fondo alla strada”, praticamente una finzione letteraria che diventa dolorosa realtà.