Questo è un libro molto particolare perché il pensiero di un antico monaco giapponese viene filtrato da un occidentale proprio per renderlo più digeribile al pubblico di questa parte del mondo.

William Scott Wilson è un grande esperto di cultura giapponese, sia a livello universitario che per conoscenza diretta - fra le altre cose ha vissuto in un paese di vasai di Bizen. Per questa sua raccolta (datata 1986) ha selezionato alcuni testi dalla sterminata produzione pervenutaci di Takuan Sōhō;;; (1573-1645), monaco buddhista dalle mille attività e molto attivo dal punto di vista filosofico.

L’argentino Borges, grande amante di storie di sogni, avrebbe adorato l’aneddoto secondo il quale un istante prima di morire Takuan abbia scritto in terra l’ideogramma cinese per yume, “sogno”, per poi spirare.

 

Tre testi compongono questo saggio. I primi due sono tratti da La testimonianza Segreta della Saggezza Immutabile (Fudōchishinmyōroku), destinata a Yagyū Munenori, maestro di spada dello shogun Tokugawa nonché continuatore della scuola marziale paterna; il rimanente è tratto da Annali della spada Taia (Taiaki), destinato probabilmente a Ono Tadaaki, capo della scuola Itto di spada e istruttore ufficiale della famiglia e dei fedeli dello shogun.

La prima parte è dedicata alla “mente retta”, la “mente senza catene” che dà il titolo al saggio. «La Mente Retta è la mente che non rimane in un solo punto. È la mente che si estende in tutto il corpo e in tutto l’essere.»

Focalizzarsi su un solo punto fa perdere la globalità: l’autore si sta rivolgendo a un maestro di spada ma è un concetto utile per chiunque. «Se decidi per un solo punto e vi concentri la mente, essa sarà catturata da quel punto e perderà la sua funzione. Se pensi, sarai prigioniero dei tuoi pensieri».

La seconda parte è dedicata a quel concetto di gi così difficile da rendere in termini occidentali. Alcuni lo rendono con rettitudine, altri con probità: qui - sebbene vengano documentate le altre varianti - si è scelto di renderlo con “ragione”.

«La ragione è un argomento di estrema importanza. La sua sostanza non è altro che il Principio del Cielo, che dà vita a tutte le cose. Quando viene conferita al corpo umano, si chiama carattere».

Il gi è quanto di più importante esista quindi non solo per l’essere umano: siamo infatti di fronte ad un valore universale. «A partire da un unico pensiero che non ha inizio, prende vita la molteplicità delle cose». Come si può vedere, siamo molto vicini al concetto di logos alla base del pensiero occidentale.

La parte finale procede ad analizzare alcuni concetti fondamentali per il guerriero della spada - ma, per estensione, anche di ogni essere umano. «In quanto guerriero, io non combatto per vincere o perdere, non mi preoccupo della forza o della debolezza, né di avanzare o arretrare di un passo. Penetrando in un luogo in cui il cielo e la terra non si sono ancora separati, in cui Yin e Yang non si sono ancora manifestati, fulmineamente e necessariamente ottengo l’effetto».

Taia, spiega l’autore, è il nome di un’antica spada cinese «che non ha eguali sotto il cielo». Ma Takuan Sōhō non si riferisce solamente all’arma, bensì al potere in sé di tagliare la materia, dote che prima di tutto deve appartenere alla mente. «È per questa ragione che io chiamo spada Taia la forza di questo misterioso potere».

 

La mente senza catene è un saggio che non dimostra nessuno dei suoi quattrocento anni d’età. Mediante una trattazione lucida e scorrevole il suo autore abbatte ogni limite di tempo, di spazio e di cultura per parlarci direttamente di concetti universali che non hanno limiti.

Il guerriero di oggi non usa la spada ma armi molto più pericolose: renderlo cosciente e responsabile del proprio potere distruttivo, sì da gestirlo in modo più coscienzioso, è un obiettivo di basilare importanza che non conosce confini di sorta.