"Muore una squillo a Polis Aemilia, la città del prossimo futuro. Niente di straordinario, pensa Riccardo Mieli, una specie di investigatore privato con agganci nei servizi: la ragazza era una sacrificabile come tante. Ma chi sono i Dissonanti? Cosa è successo nel mondo? E chi muove i pezzi nella micidiale partita che ha per posta l’ultimo avamposto della civiltà sulla penisola? Una serie di enigmi che sembrano senza rapporto tra loro, a poco a poco convergono verso un centro. Ma al centro c’è qualcosa di oscuro, qualcosa che gli uomini chiamano con terrore: il Re Nero.”

E’ con questa quarta di copertina che la Mondadori ci presenta in edicola questo mese il romanzo vincitore del Premio Urania 2010: Il re nero, di Maico Morellini.

Maico Morellini nasce a Reggio Emilia nel 1977, scopre la fantascienza cinematografica grazie a Guerre stellari (anche se qualche anno più tardi). Dal 2003 al 2010 è presidente del club di fantascienza Yavin 4. Riceve varie segnalazioni al premio Lovecraft e tenta la via del romanzo con Il Re Nero, con il quale vince il premio Urania bandito nel 2010. Vive a Bagnolo in Piano (RE ) e lavora come consulente informatico.

Abbiamo incontrato l’autore alla presentazione de Il re nero che si è tenuta a Trieste, sabato 12 novembre, in compagnia di Giuseppe Lippi, Tullio Avoledo e Fabio Pagan, nell’ambito dell’undicesima edizione dello Science+Fiction Festival. Anche ThrillerMagazine non ha perso l’occasione per fargli qualche domanda.

Ciao Maico. Benvenuto su ThrillerMagazine. Innanzi tutto, complimenti per la vittoria al Premio Urania. Una bella soddisfazione! J

Ciao a tutti, e grazie sia per l’intervista, sia per i complimenti. Sì, senza ombra di dubbio il Premio Urania è la più grande soddisfazione letteraria alla quale potessi ambire. E’ un premio vinto da scrittori ai cui nomi,adesso, posso aggiungere il mio: è una sensazione del tutto unica e molto difficile da spiegare. Sono appassionato di fantascienza, amo inventare e leggere storie legate a questo genere perciò ricevere il massimo riconoscimento italiano a esso legato è un meraviglioso punto di arrivo, e partenza, per la mia passione.

La quarta di copertina del volume l’abbiamo riportata in apertura di articolo. Cosa vuoi aggiungere in più in termini di soggetto e trama, senza ovviamente svelare nulla “di troppo”…; )

Posso aggiungere che l’indagine, a tutti gli effetti, si protrae per più della prima metà del romanzo ma che non lo occupa nella sua interezza e che perciò le carte in tavola verranno rimescolate in modo, questo è il mio intento, imprevedibile. In più ho cercato di attribuire a ogni personaggio una doppia valenza: sia quella prettamente narrativa, nei termini di cosa fa e come lo fa, sia quella più legata alla simbologia. Tutti rappresentano qualcosa che va oltre il loro ruolo nella storia, e lo fanno all’interno di una ambientazione molto particolare.

Molte le idee fantascientifiche. La fantapolitica futura fondazione della Polis Aemilia, per esempio.

Esatto. Mi sono concentrato molto su una ambientazione che potesse mettere in difficoltà i personaggi: una grande città stato ricca di poteri in conflitto l’uno con l’altro. Farli muovere in un contesto estremo mi ha aiutato a estremizzarne azioni e reazioni. Alla base di Polis Aemilia c’è il tentativo di ritrovare gloria e purezza nelle strutture sociali dell’antica Grecia, come se avendo perso fiducia nel futuro, non restasse altro da fare che rivolgersi al passato in cerca di speranza. Ovviamente questo tentativo non è scevro di rischi e difetti ed è proprio su questi ultimi che si sviluppa una bella fetta della trama.

Chi sono invece i Dissonanti?

I Dissonanti in qualche modo rappresentano i difetti di cui accennavo prima. Raffigurano sia le debolezze di Polis Aemilia sia la sua reale originalità. Potremmo definirli mutanti, ma sarebbe riduttivo. Potremmo definirli vittime dei poteri che si agitano sotto la superficie della Polis, ma anche questo sarebbe riduttivo. Sono una componente fondante della città-stato, contribuiscono a definirne l’identità pur essendo al tempo stesso una terribile minaccia. Potrei dire che sono gli scheletri nell’armadio che ogni grande struttura sociale democratica, più o meno sincera, ha.

Riccardo Mieli è un investigatore “molto” particolare.; )

Riccardo non è affatto un eroe. E’ uno di quei personaggi in ‘scale di grigio’ che si dimostra pieno di dubbi e problemi. Ha caratteristiche genetiche che lo rendono unico ma questa sua unicità è la causa delle sue disgrazie, come delle sue fortune. Si pone domande pericolose ma al tempo stesso è affetto da una sorta di pigrizia di comodo. Odia Polis Aemilia, pur godendo a pieno dei privilegi che solo una struttura del genere gli può garantire. E verrà posto di fronte a interrogativi che metteranno in discussione molte delle sue convinzioni. L’idea di un protagonista problematico come Riccardo consente di esaltare molti aspetti che diversamente non sarebbe possibile trattare con efficacia.

Oltre che come solida fantascienza, “Il re nero” si propone anche come romanzo d’investigazione. Aspetto che, ai lettori di ThrillerMagazine, interessa particolarmente. Cosa ci racconti in merito?

Il romanzo di investigazione ha alcune caratteristiche fondamentali che lo rendono molto interessante sia da leggere che da scrivere. Essere catapultati all’interno di un’indagine è molto interessante perché ci costringe a metterci nei panni dell’investigatore. E così facendo ci porta a prestare molta attenzione alla storia, alla trama, alle interazioni tra i personaggi. Questo, per chi scrive, è un vantaggio (ovviamente se l’indagine si sviluppa in modo credibile). Dico che è un vantaggio perché consente di giocare con le intuizioni del lettore, e aiuta a spingerlo sempre più a fondo nella lettura, e ne catalizza la curiosità. Credo di aver costruito un solido impianto investigativo, spargendo indizi che, una volta svelato il mistero, trovano tutti una collocazione convincente. Ovviamente l’assassino NON è il maggiordomo.: )

Elementi gialli e neri sono presenti in molti romanzi fantascientifici italiani degli ultimi anni. Contaminazioni che dividono un po’ gli appassionati di SF nazionale. Che ne pensi?

E’ vero che la fantascienza italiana ha virato, negli ultimi anni, verso il noir. Ma Asimov, per dirne uno, ha dato il via a quel meraviglioso affresco letterario della Fondazione proprio attraverso un noir fantascientifico: Abissi d’Acciaio. Ovviamente non penso nemmeno per un secondo di potermi paragonare ad Asimov ma quello che voglio dire è che il genere noir non implica a tutti i costi una ripetitività di trama o situazioni. L’investigatore cinico e pieno di difetti, per stare nello stereotipo, è un mezzo, una componente all’interno di ambientazioni molto articolate e molto differenti le une dalle altre. Estremizzo dicendo che lamentare un appiattimento creativo per il riproporsi di noir fantascientifici sarebbe come negare la diversità dei tanti romanzi fantasy di successo di questi ultimi anni. Il genere è lo stesso, ma lo svolgimento, le situazioni, i personaggi e gli stili sono molto molto diversi.

Grazie Maico per essere stato con noi. Al tuo prossimo romanzo, allora! J

Grazie a voi! E’ stato un piacere essere vostro ospite.

Maico Morellini – Il Re Nero. Urania Mondadori. Pag. 312. Euro 4,50.