Ha cancellato le prove. Ha liquidato i testimoni. Ha eliminato nemici e amici. Ora un Tribunale internazionale si appresta a giudicarlo: il Processo al Mostro sta per iniziare. A sostenere l'accusa un uomo solo, un giovane sostituto procuratore americano intenzionato a ricostruire una precisa contabilità dell'orrore. Ma mentre il giorno della requisitoria si avvicina e strani incidenti iniziano a colpire le persone che ama, un sospetto si fa strada nella sua mente: e se la minaccia più terribile di tutte non venisse dall'esterno? Se il vero pericolo fosse nascosto dentro di lui? Se il piccolo Adam, suo figlio, conoscesse una verità che lo riguarda come nessun'altra?

Il protagonista di Tre sono le cose misteriose è un uomo senza nome, che vive in incognito con la sua famiglia in una cittadina svizzera, protetto giorno e notte da una squadra di guardie del corpo. Quest'uomo che stenta a riconoscere se stesso negli specchi e nell'immagine che gli altri hanno di lui, deve riconoscersi - abissalmente - nel suo ruolo: sostituto procuratore in un processo internazionale per crimini di guerra.

Il suo compito - adesso che chi l'ha preceduto nell'accusa è morto in un attentato - è inchiodare il Mostro, un capo di stato colpevole di genocidi su vasta scala. Il suo compito è insomma ricostruire l'orrore, e farlo burocraticamente. I filmati, le testimonianze, le carte, lo studio analitico delle fosse comuni: tutto quanto può contribuire a dare forma al quadro.

Ma mentre il protagonista raccoglie i capi d'accusa, nei giorni che lo separano dall'ultima fase processuale, si ritrova a fare i conti con l'idea stessa di responsabilità e di colpa. Mentre si prepara al processo, si ritrova lui stesso dietro il banco degli imputati: e sono sua moglie e suo figlio, ma anche le sue guardie del corpo, a imporgli quel nuovo stranissimo ruolo.

Adam, il figlio adottivo, ha otto anni e mille paure: è un bambino solo e ferito, ma forse sarà lui, giocando con suo padre a un videogame, a insegnargli qualcosa sulla caccia ai mostri.

La moglie Chiara è un'italiana bellissima: un tempo non troppo lontano loro due si sono amati, ora di quel sentimento non restano che feroci schermaglie verbali, silenzi e tenerezze imbarazzate.

Grazie alla densità di quel pugno di giorni in cui pare concentrarsi il senso di più vite, tutte le domande verranno a galla in un flusso d'intelligenza, cinismo e ironia che cattura e avvolge il lettore fino alla fine, in virtù di una scrittura ipnotica capace di brevi e continue illuminazioni.

Se c'è una cosa che Tullio Avoledo sa fare è creare un mondo e fartelo calpestare per bene, portandoti spesso su strade secondarie o decisamente fuori strada. Ma il cuore caldo del libro è il suo doppio movimento, l'attrito che si sprigiona tra l'intrigo processuale e la vita del protagonista. Due strade che nelle pagine finali paiono condurre davvero nello stesso luogo.

Una storia familiare tenera e crudele, in cui Avoledo conferma quella capacità di raccontare le luci, le ombre e le tante distorsioni del quotidiano che aveva già dimostrato nell'Elenco telefonico di Atlantide, in Mare di Bering e ne Lo stato dell'unione.