La Dalai editore ha dato alle stampe, nella collana saggi, un volume dal titolo Ludwig (2011) della giornalista Monica Zornetta. Il volume ha anche come sottotitolo la giusta e indicativa dicitura di “Storie di fuoco, sangue, follia:

Dopo essersi occupata di mafia in Veneto, del boss Felice Maniero e di terrorismo a nordest, con questo libro la giornalista tenta di fare luce su una vicenda rimasta per troppo tempo - e per molti motivi - nell'ombra. Quella di Ludwig è una storia diabolica in cui il sangue, il fuoco, il fanatismo nazista si mescolano all'enigma, alla filosofia, all'intelligenza dei suoi protagonisti. Il volume è arricchito dal contributo esclusivo dello stesso Abel (nell'intervista rilasciata all'autrice e nel capitolo La mia verità, scritto di suo pugno) e da una serie di testimonianze iconografiche di grande impatto.

E’ un saggio ma le quasi trecento pagine del volume, si leggono come un romanzo, un thriller che tiene con il fiato sospeso il lettore mentre segue le imprese, purtroppo vere di due giovani, che si incontrano per caso e assommano le loro follie e la loro distorta visione di una fede e di una giustizia che si rifaceva al nazismo.

Il loro caso è un unicum nei manuali di criminologia. Ma come per il mostro di Firenze, molto resta da capire, tra complicità mai provate e i segreti della psiche di due ragazzi «per bene» trasformati in feroci assassini.

Ci sono storie vere più agghiaccianti delle trame di un thriller. Ci sono protagonisti così maledetti da superare la fantasia della più tenebrosa tra le penne.

È il caso di Ludwig, la coppia di serial killer che tra gli anni Settanta e Ottanta ha sparso il terrore in Italia e in Germania, massacrando e bruciando chi non corrispondeva ai suoi rigidi criteri morali. L'inquietante nome compare per la prima volta in un volantino pieno di simboli nazisti con cui rivendicava gli assassini di un nomade, di un omosessuale e di un tossico. Poi, si farà vivo altre sei volte, attribuendosi le uccisioni di una prostituta, di tre religiosi e le stragi in un cinema a luci rosse e in un locale notturno tedesco.

Le indagini faticano a decollare, ma nel 1984 due insospettabili giovani veronesi, Wolfgang Abel, di nazionalità tedesca, e Marco Furlan, vengono arrestati mentre incendiano una discoteca nel Mantovano, con dentro 400 ragazzi. Da quel momento Ludwig smette di uccidere. I due, riconosciuti seminfermi di mente, vengono condannati a 27 anni di carcere. Abel ne sconta 23, Furlan 16. Hanno fatto tutto da soli? O c'è qualche persona importante che i due amici, con il loro silenzio, hanno voluto e dovuto proteggere?

Monica Zornetta, giornalista, ha scritto per «Il Gazzettino», è stata corrispondente di Rtl 102.5, ha partecipato al libro Giornalismi e mafie (Premio Ilaria Alpi). Collabora con Blunotte-Misteri italiani, scrive per «Narcomafie». Ha pubblicato Terrore a nordest con G. Fasanella (2008) e per Dalai editore A casa nostra. Cinquantanni di mafia e criminalità in Veneto con D. Guerretta (2006) e La resa. Ascesa, declino e «pentimento» di Felice Maniero (2010).

 

Ci sono storie vere più agghiaccianti della trama di un thriller. Ci sono protagonisti così maledetti da superare le più oscure fantasie. È il caso di Ludwig, la diabolica coppia di serial killer che tra gli anni Settanta e Ottanta ha seminato il terrore in Italia e in Germania, massacrando e bruciando chi non rispettava i suoi rigidi criteri morali. Il nome compare per la prima volta in un volantino dall'iconografia nazista nel quale si attribuisce gli omicidi di un senzatetto, di un omosessuale e di un tossicodipendente. L'inquietante firma tornerà in altre sei rivendicazioni, in seguito alle uccisioni di una prostituta, di uno studente, di tre religiosi e alle stragi in un cinema a luci rosse di Milano e in un locale notturno a Monaco di Baviera. Le indagini faticano a decollare; poi, nel 1984, la svolta inattesa. Due insospettabili ragazzi veronesi - Wolfgang Abel, di nazionalità tedesca, e Marco Furlan - vengono arrestati nel mantovano mentre danno fuoco a una discoteca con dentro quattrocento ragazzi. Da quel momento Ludwig smette di uccidere.

I due, riconosciuti seminfermi di mente, vengono condannati a ventisette anni di carcere. Abel ne sconta ventitré, Furlan sedici. La loro vicenda giudiziaria si è da poco conclusa ma molte domande sui moventi e sulle eventuali complicità sono rimaste senza risposta, ci obbligano a confrontarci con le verità contrapposte di un caso enigmatico e a interrogarci sul fragile confine tra «normalità» e follia.

 

Ludwig. Storie di fuoco, sangue, follia di Monica Zornetta (2011)

Baldini Castoldi Dalai editore, collana I Saggi 434, pagg. 303, euro 16,50