Il vangelo della scimmia (Meridiano Zero, titolo originario Gallimauf's Gospel, con un’ottima traduzione di Luigi Cojazzi), di Christopher Wilson – autore londinese con un dottorato in Psicologia dell'umorismo – è una divertente, amara, caustica satira sulle realtà stantie, razziste e ombelicocentriche di ogni epoca. Qui siamo nel diciottesimo secolo – anche se il tempo pare cristallizzato in un passato rarefatto, modulato sui contorni di un oscurantismo dal sapore medievale –, nell'isola britannica di Iffe. La popolazione che vi abita è incartapecorita in convenzioni, consuetudini, mentalità chiuse e classi sociali stagnanti. La diversità è bandita, così ad esempio accade a Vera, la pazza del luogo, l’idiota del villaggio, che, mentre la comunità si assiepa nella messa, se ne sta «impudicamente stravaccata, con le gambe aperte al vento e alla pioggia, sulla scalinata di granito della chiesa». Il reverendo l’ha bandita dalla chiesa e non la vuole mentre officia «in preda a un crescendo frenetico». Non si tratta di un reverendo candidissimo: attratto dalla giovane Cordelia, ne immagina gambe, curve e pelurie mentre salda nella predica i suoi pilastri reazionari: «Jahvè ha posto i maiali al di sopra dei polli, e i cavalli al di sopra dei maiali. A ciascuno ha assegnato una posizione nell’ordine del creato.[...] Jahvè ha voluto che ci fossero lord e braccianti: resti pertanto ognuno al suo posto e se ne accontenti».

Conservatori e bigotti, questi impettiti abitanti sono così ripiegati su se stessi che hanno fatto dell’ignoranza il loro paravento al mondo: ed ecco che, quando una scimmia scampata a un naufragio approda sull’isola, subito viene scambiata per un francese un po’ alternativo. La situazione è surreale, ma il lettore ci si abitua senza fatica tant’è bravo lo scrittore a rendere credibile l’inserimento sociale di questo nuovo animale-personaggio: i suoi versi e i suoi comportamenti poco consoni all’etichetta vengono scambiati per eccentricità (non indossa pantaloni e salta, com’è ovvio, sugli alberi), i cimeli aurei portati addosso con volgarità vengono considerati vestigia di una ricchezza che non esiste. Ne approfitta Hogg, il mercante dell’isola, deciso a sistemare la figlia Cordelia offrendogliela in sposa. Dalla scimmia è attratto anche Gallimauf, “uomo di studi e medico” che si vanta di possedere “ben cinque libri” e inonda l’ignaro quadrupede di monologhi deliranti dal vago sapore semiotico-filosofico, ma poi si scioglie in tumulto di eccitazione e stordimento quando lo stesso gli slingua nell’orecchio.

Ne succederanno delle belle, fidatevi, in un mondo in cui le uniche creature che davvero seguono la loro natura – e che per ciò rispondono maggiormente alla nostra idea di normalità – sono Vera la Pazza e la scimmia, nonché due galeotti. Ma non vi dico che fine faranno...