Se amate la crime fiction nelle sue sfumature più noir…

Se conoscete (o piuttosto: se credete di conoscere) Bangkok…

Se siete in grado di apprezzare un bel libro nell’originale testo in inglese…

Se conoscete il valore di autori come Pico Iyer, Stephen Leather, John Burdett, Christopher G. Moore, Colin Cotterill, Timothy Hallinan…

Ebbene, per soddisfare anche uno solo di questi “se” vale la pena procurarsi e gustarsi l’antologia AAVV intitolata Bangkok Noir, da poco pubblicata dall’editore Heaven Lake Press. Un volume che per ora ha una distribuzione regionale, nel Sud Est Asiatico, ma che non mancherà di destare presto l’interesse dell’editoria internazionale. Speriamo anche di quella italiana.

Citiamo uno stralcio della quarta di copertina del volume (rispettando l’originale, stante che il volume è disponibile solo in lingua inglese).

Bangkok is one of the great cities in the world, but unlike other great metropolises it has no noir tales to its name. Bangkok Noir puts that to right.

In this first ever noir anthology of Bangkok, twelve seasoned and internationally known—Thai and Western—writers have come together to make a powerful collection of crime fiction short stories that portray the dark side of this Asian metropolis where the lives of most citizens seem as far away from heaven as its Thai name Krungthep is distant from its meaning—City of Angels.

In Bangkok Noir, the twelve short stories of various shades of black involve gangsters and hitmen, love and betrayal, the supernatural, the possessed and the dispossessed, and the far distant future.”

Questo l’indice dei contenuti dell’antologia:

- Introduction;

- Gone East, by John Burdett

- Inspector Zhang and the Dead Thai Gangster, by Stephen Leather;

- Thousand and One Nights, by Pico Iyer;

- Halfhead, by Colin Cotterill;- Dolphins Inc., by Christopher G. Moore;

- The Mistress Wants Her Freedom, by Tew Bunnag;

- Hansum Man, by Timothy Hallinan;

- Daylight, by Alex Kerr;

- Death of a Legend, by Dean Barrett;

- The Sword, by Vasit Dejkunjorn;

- The Lunch That Got Away, by Eric Stone;

- Hot Enough to Kill, by Collin Piprell.

Come si vede, tra gli autori presentati ce ne sono alcuni affermati anche in Italia: John Burdett (Hong Kong: conto alla rovescia, L’uomo di Bangkok e Il perfezionista, per Sperling & Kupfer; Bangkok uccide, per Giano), Stephen Leather (La morte viene dall’alto, Mondadori; Tango One, Macabri resti, Debito di morte, La tentazione del crimine, per Piemme) e Pico Iyer (di lui sono stati tradotti svariati articoli su riviste, oltre che saggi e narrativa di viaggio, da editori quali Neri Pozza e Feltrinelli); ma anche altri sono stati presentati ai nostri lettori con un loro romanzo: Christopher G. Moore (Pattaya 24/7, Mondadori), Colin Cotterill (Intrigo a Oriente, Fanucci), Timothy Hallinan (Il quarto osservatore, Mondadori), Alex Kerr (Il Giappone e la gloria, un saggio pubblicato da Feltrinelli Traveller). Per quanto riguarda gli altri autori, mai tradotti in Italia, aggiungiamo che il libro propone anche uno dei maggiori autori siamesi, cioè il generale di polizia in pensione e senatore Vasit Dejkunjorn.

I profili degli autori sono disponibili a questo link:

http://www.bangkoknoir.info/authors.htm

Incuriositi dall’iniziativa, e motivati dalla convinzione che l’antologia in questione possa essere appetibile anche per il mercato italiano, e pertanto meritevole di essere promossa alla visibilità dei nostri lettori e dei nostri editori, siamo andati a porre qualche domanda a Christopher G. Moore, che di questo progetto è stato l’ideatore e il curatore.

Christopher, come nasce il progetto “Bangkok Noir”?

La narrativa noir è stata collegata a molti luoghi e città: Manhattan, Berlino, Los Angeles, Brooklyn, Boston, Queens, Bronx, Seattle, Wall Street, D.C., San Francisco, Chicago, Phoenix, Baltimora, Haiti, Delhi, Barcellona, Parigi, Londra, L’Havana, Dublino, Mexico City, Roma e Mosca. A parte Delhi, stranamente nessuna delle maggiori città asiatiche è in questa lista. Ho pensato che era tempo che Bangkok avesse la sua antologia di narrativa noir.

Il criterio di scelta degli autori “arruolati”?

Come curatore di “Bangkok Noir” il mio obiettivo è stato di assemblare un team di autori che, oltre ad essere professionisti, avessero una consolidata reputazione internazionale di scrittura imperniata sull’Asia, che comprendessero cultura e lingua, che potessero fornire una prospettiva unica nel suo genere per tramite della narrazione nella misura del racconto.  L’asticella da superare era alta. Sono stato fortunato a trovare una grande squadra mista di autori stranieri e thailandesi, capace di operare trasversalmente nel progetto.

Consentimi una domanda forse “imbarazzante” per il curatore dell’antologia. I racconti sono qualitativamente sullo stesso piano, ce n’è però uno al quale ti sei affezionato di più?

Mi è proprio difficile rispondere. E’ come chiedere: quale dei tuoi figli ami di più? Ognuna delle storie vanta una forza propria, un suo centro immaginifico. Ognuna è marcata dalla visione personale dell'autore. Questa è la forza della raccolta: le prospettive multiple, che consentono al lettore l'accesso alle intuizioni e all’intelligenza di un A-team di autori internazionali.

Cosa troviamo di differente nel noir ambientato in scenari non occidentali?

In Occidente, per quanto imperfetto esso sia come governi e come media, esiste comunque una linea di demarcazione che, nel suo complesso, non viene attraversata spesso. Ciò che sta oltre è, lo sappiamo, campo di azione per il noir.

Però, nelle democrazie ‘viziate’ (e di esempi ce ne sono molte) le sparizioni quotidiane, le esecuzioni extragiudiziali, la tortura, le detenzioni illegali, appena dieci anni fa sarebbero state a malapena registrate nella coscienza della maggior parte delle persone. Con la crescita dei social network, questo aspetto del potere, immunità e impunità, è divenuto più accessibile e visibile, anche all’esterno. La moderna fiction noir ambientata nel terzo mondo aiuta molti a meglio comprendere il contesto: quei scenari sociali e culturali in cui violenza privata, la corruzione, la truffa e quant’altro vanno in scena in modo quasi ordinario. Una sua forte peculiarità è che va a seminare il dubbio che parte del comportamento criminale sia un’etichetta assegnata dai regimi 'criminali' per meglio reprimere coloro che ne sfidano l’autorità.

La criminalità è sempre una sfida all'autorità. Ma se l'autorità stessa è coinvolta nel comportamento criminale, e pertanto non è vista come legittima, la forza morale contro la criminalità è perduta. Questa assenza di consenso circa i valori e le norme lascia un vuoto che tende a colmarsi di instabilità.

C'è un altro motivo per cui la fiction ‘nera’ ambientata nel terzo mondo interessa i lettori di tutto il mondo. Ha a che fare sia con il problema delle dittature sia con la crescente sensazione che la democrazia non sia davvero in grado di affermarsi come il modello per il futuro. I moderni social network sono ancora nella loro “infanzia”, ma l’evidenza suggerisce che le comunicazioni digitali diano una chance per fronteggiare la dittatura. La storia insegna che i dittatori puntano ad isolare le persone dentro le loro paure private, il che mantiene docili quasi tutti. Chi non segue la linea, è un criminale a prescindere. Questo consenso basato sulla paura sta però incrinandosi quasi ovunque.

Peraltro, i veri criminali non sono certo docili, quindi i dittatori attingono anche a tale categoria per reclutare polizia segreta e guardie carcerarie, ritenendo meglio cooptare la classe criminale per i proprio obiettivi piuttosto che combatterla, elemento per elemento. Essi sperano in questo modo di non svegliarsi una mattina e ritrovarsi i criminali riuniti in un'insurrezione di bassa intensità. Il popolo e i criminali, sino a che atomizzati, consentono ai dittatori di dormire sonni più tranquilli.

La crime fiction che vira al noir è incentrata sui criminali i quali, in varia misura, impiegano piani, organizzazione e violenza per ottenere guadagno o vendetta. Alla fine, però, c’è il messaggio che tali persone non sono destinate a farcela. Poteri più grandi li distruggeranno. Nel caso di scenari in cui questi poteri sono dittatoriali, il noir potrebbe rafforzare la convinzione che qualsiasi lotta si concluderà con lacrime e sangue. E la paura è sempre stata la migliore amica del dittatore. Se si hanno le pistole e pallottole e si mostra la volontà di usarle spietatamente contro coloro che alzano la testa, si ottiene una popolazione isolata e timorosa che precipita nella religione, nella consunzione o nell'edonismo. Qualcuno potrebbe però leggere un romanzo noir e scoprire quanto le azioni del sottoproletariato criminale costituisca la comoda scusa che i dittatori hanno usato dopo l'uso della violenza. Allo scopo di sopprimere il 'criminale', ovviamente.

Ritieni che Bangkok Noir possa essere di interesse anche di un grande pubblico internazionale, e quindi dei maggiori editori dei vari paesi dove gli autori in questione vengono pubblicati? Per esempio, del tuo editore americano, la Grove Atlantic?

Bangkok Noir include racconti di amore e tradimento, il soprannaturale, il futuro molto lontano, assassini su commissione e gangster. Le storie di questa raccolta includono: The Mistress is free di Tew Bunnag, The Sword di Vasit Dejunkorn, Go East di John Burdett, Halfhead di Colin Cotteril, Hansum Man di Tim Hallinan, Inspector Zhang and the Dead Thai Gangster di Stephen Leather… Ci sono sicari e jazzisti, ubriachi e sognatori, poliziotti corrotti e bagarini e drogati.

Sì: credo che questa gamma di storie attirerà interesse internazionale.

Se non stiamo viaggiando in Thailandia o non ci troviamo in transfer in uno degli aeroporti del Sud Est Asiatico, come possiamo acquistare il volume, allo stato attuale?

Dobbiamo cominciare a adattarsi ad un nuovo modo di acquistare libri. In passato, aspettavamo fino a quando un libro appariva nella nostra lingua e nella nostra libreria locale. Ma molte librerie tradizionali sono state chiuse.

Se si desidera Bangkok Noir adesso, basta un click on-line: http://www.bangkoknoir.info/.

Qui si può acquistare il libro, nella sua tradizionale forma cartacea. Un volume di alta qualità, del costo di $15,95, che vi verrà spedito direttamente a casa vostra.

È inoltre possibile acquistare l’edizione speciale, autografata da 9 degli autori presenti, ad un costo di $39.95. Metà dei proventi della vendita va a due enti di beneficenza in Thailandia che finanziano l'istruzione per i bambini apolidi.

AA.VV. a cura di Christopher G. Moore – Bangkok Noir. Heaven Lake Press. Pag. 289. $15.95.