Funziona come nelle serie televisive la saga dei Malaussène: impari ad amare i personaggi a seguire le loro vicende, a ridere e piangere con la caleidoscopica e surreale famiglia di Belville.

Nelle pagine di Daniel Pennac si squaderna tutta la  potenza della vita e della letteratura, a quella potenza noi abbiamo dato la voce, la forza evocativa della scena e quel racconto si è fatto teatro.

Dal 20 al 24 gennaio ore 21,00 (domenica ore 18,30) si svolgerà la rappresentazione teatrale di Il signor Malaussène di Daniel Pennac con Antonello Cossia

presso

Il Pozzo e il Pendolo - piazza san Domenico maggiore, 3 - Napoli

Info e prenotazioni 0815422088

www.ilpozzoeilpendolo.it  info@ilpozzoeilpendolo.it

È la scrittura visionaria, ironica, struggente di Daniel Pennac a compiere il miracolo di trasformare le parole in immagini così nitide che basta raccontarle per vederele. Il dialogo di Benjamin, incinto per empatia della tellurica compagna Julie, con suo figlio, "frutto nudo precipitato nelle mandibole del mondo". Disarmante e disarmato di fronte all'evento, il capotribù vive tutti gli interrogativi e le ansie dell'imminente paternità, sforzandosi di presentare al “quell’ipotesi di vita” la vita: "un'impalcatura di illusioni sulle fondamenta del dubbio, i muri nebulosi della metafisica, l'arredo perituro delle convinzioni, il tappeto volante dei sentimenti..." e l'improbabile famiglia in cui atterrerà: "è inutile che ti racconti palle, figlio mio, la verità è che la tua famiglia fa tutt'uno con la tragedia", per metterlo al corrente di quanto lo aspetta, forse anche per scoraggiarlo. Attraverso una scrittura perfettamente calibrata tra l'amaro disincanto e la leggerezza dell'umorismo. "se l'uomo non mangia più l'uomo è unicamente perché la cucina ha fatto progressi", in assenza di certezze morali "vorrei appartenere alla bella grande anima umana, quella che sa da che parte stanno i buoni e i cattivi, gli aggrediti e gli aggressori" o religiose “come credere nel "Grande Paranoico?”, quello che Malaussène trasmette al nascituro è la fatica e la dignità di essere uomini: "Ci si sveglia con un amico in meno, una guerra in più, e tutta la strada che resta da fare malgrado tutto. Bisogna tenere duro, tenere duro comunque, con le unghie e con i denti".