“Da molti anni mi sono convinto che la nuova e più aggressiva squadra dei narratori di thriller italiano abbia un legame serratissimo con il cinema italiano degli anni ’60-70-80’. Una corrente iniziata dai primi film di Mario Bava, proseguita con Lenzi, Martino, Fulci, Argento e molti altri. Quel ‘thrilling’ che ha saputo mescolare il giallo classico con atmosfere nostrane, suggestioni a volte al limite del paranormale, un certo grado di exploitation e crudeltà. Tutti elementi forse presenti singolarmente in varie cinematografie, ma sviluppatesi solo nel nostro Paese sino a creare quello che nel mondo è noto come l’Italian Giallo. Una tradizione di cui andare fieri e alla quale ho dedicato innumerevoli ore di visione e revisione di film, spesso quasi introvabili. Almeno quando ho cominciato, in epoche non sospette, a rivalutare il cinema italiano di genere. Perché del tanto famigerato genere stiamo parlando. Un prodotto realizzato artigianalmente ma con passione e grande capacità di ‘fare il tutto con niente’ perché i soldi messi a disposizione erano sempre pochi. Un po’ come avviene per la narrativa d’evasione italiana di oggi. Ed è questo fil rouge – letteralmente - che mi ha spinto a selezionare i colleghi che si sono cimentati con storie loro, storie nuove ma ispirate a un cinema che ci ha fatto sognare tutti. Storie lunghe, quasi dei piccoli film che spero vi strapperanno qualche brivido.

Io, per una volta, ho voluto raccontare una storia - non certo esaustiva e sicuramente colpevole di omissioni ma non di passione - di quel cinema, delle sue storie e di chi l’ha fatto. Leggetela come un racconto. Fa parte degli migliori anni della nostra vita.”

Con queste parole lo scrittore Stefano Di Marino ci ha brevemente introdotto a Il mio vizio è una stanza chiusa, l’antologia che ha curato per la Mondadori, uscita da pochi giorni in edicola come numero speciale “Inverno Giallo 2009”.

L’antologia raccoglie otto racconti lunghi di altrettanti autori che hanno raccolto il guanto di sfida di una tematica ben precisa, ma certo stimolante per chi scrive e chi legge. E’ completata da una attenta e dettagliata analisi del thrilling cinematografico italiano (L’avventurosa storia del thrilling), redatta con passione e competenza dallo stesso Di Marino.

-

Il Booktrailer

-

Per quanto riguarda i racconti, ecco i titoli e i nomi degli autori:

- Boxed (Andrea G. Colombo)

- Le meraviglie del liceo femminile (Claudia Salvatori)- Liquido caldo (Andrea Carlo Cappi)

- Il sangue dell’anima (Alda Teodorani)

- La casa dagli specchi rotti (Barbara Baraldi)

- Presenza sconosciuto (Daniela Basilico)

- La forma del mio cuore (Patrick Fogli)

- Stirpe (Danilo Arona)

Altre informazioni sull’antologia le trovate sul sito ufficiale (ilmiovizio.horror.it) e nell’intervista di Dario Geraci a Stefano Di Marino disponibile sul Giallo Mondadori Blog: blog.librimondadori.it.

Concludiamo, come consuetudine, con la quarta di copertina...

Il vizio di spiare la crudeltà e la morte. Un vizio a cui nessuno sfugge. Misteri, ombre, sussurri. L’Italia ha un cuore oscuro, fatto di pulsioni malsane, rancori inconfessabili, erotismo perverso. Nelle città, nella provincia, si annidano segreti che è molto meglio non svelare. Ma alla cautela, i protagonisti di quest’antologia preferiscono il brivido. Nella grande tradizione del thrilling, il filone cinematografico che ha fatto epoca, nove autori tra i migliori talenti italiani del genere ricreano sulla pagina tutta la magia e la suspense nel segno della fredda lama del terrore. Qualcosa respira nelle tenebre in questi racconti lunghi di follia e di malvagità, avvincenti come film. Nove storie senza respiro, nove storie per non dormire.

AAVV, a cura di Stefano Di Marino – Il mio vizio è una stanza chiusa. Pag. 363. Giallo Mondadori. In edicola, novembre 2009. Euro 5,50.