La prima volta che acquistai un comic book della serie Danger Girl di J. Scott Campbell e Andy Hartnell fu alla Borsa del fumetto, alla metà degli anni ’90 o giù di lì, attirato da una cover in cui erano raffigurate tre bellezze armate con uno stile che aveva qualcosa dei manga ma moltissimo di originale.

Soprattutto aveva un mood che mi ricordava il mondo cinematografico di James Bond. Poche pagine e il gioco era fatto. Ero già agganciato e non avrei lasciato la serie sino alla sua conclusione. Un numero ristretto di albi per una minisaga perfetta sotto il profilo contenutistico e visuale.

                     

Un paio di anni fa ho finalmente acquisito un’edizione in grande formato (costosissima) in due volumi, con tutte le cover, gli schizzi di prova, i progetti. In una rubrica in cui si parla di spy story a fumetti non poteva mancare un prodotto come questo.

Certo è una serie un po’ sopra le righe... be’, molto sopra le righe ma come privarsi della bellezza delle immagini che hanno poi dato via a un ricco merchandising di action figures e persino un gioco per Playstation, oltre a diversi spin-off realizzati dai migliori illustratori del fumetto americano?

                         

Dal punto di vista contenutistico il gioco è scopertissimo sin dall’introduzione (pubblicata poi nel volume definitivo come prequel) che un po’ mescola Indiana Jones, un po’ le Charlie’s Angels e soprattutto 007 tanto da avere persino una splash page che replica i famosi titoli di testabondiani.

La vicenda è chiaramente orientata all’avventura con tanto di nazisti esoterici, un’armatura divisa in parti che riunite porteranno al potere supremo (e qui si cita un famoso film di Jackie Chan, Armour of God [1986, ancora inedito in Italia]) e spie, doppi giochi. Sexy e mai volgari le tre ragazze del gruppo Danger - Abbey, Sidney e Natalia - si muovono con dimestichezza tra yacht, cascate, ricevimenti in ville lussuose, basi sottomarine e inseguimenti in motoslitta. A volte avvalendosi, a volte semplicemente prendendolo in giro dell’aiuto di Johnny Barracuda, fascinoso eroe destinato qui a essere solo personaggio di contorno.

Poi c’è il carismatico Deuce che sembra proprio Sean Connery in Mato Grosso, la giovane apprendista, un nano e altri henchmen sfuggiti dalle pellicole di Bond negli anni ‘70 ma anche nerd appassionati di fumetti, complotti di traditori, un guerriero robot simil Terminator.

                   

Avete sicuramente compreso che si tratta di un lavoro di citazioni in cui si sovrappongono serie e ricordi, rimasticati con abilità. Meglio che si sia trattato di una serie breve perché, senza la cura del dettaglio nelle immagini, o magari scritta di fretta poteva lasciare un brutto ricordo.

Invece no. Danger Girl resta un fumetto unico e non solo nella spy story. Da collezionare, da rileggere, da guardare nei particolari. Da collezionare appunto nella Absolute Edition.