Quando ad un certo punto della vita…

Una storia di falliti. Di falliti borghesi, come tende a sottolineare lo stesso Simenon. Una nutrita serie di racconti sul “turista da banane” che se ne va in giro nelle isole del Pacifico, ovvero “storie di gente che quando è partita era piena di entusiasmo, di vita, di speranze, di progetti, e che i tropici hanno ridotto in uno stato che…” Ce lo spiegherà più avanti l’autore. Vediamone qualcuna di queste storie in cui, ad un certo punto, arriva la cattiva stella…

Come quella di Popaul che ha ottenuto una concessione per abbattere alberi nella foresta equatoriale. Però non riesce a venderli e si ritrova in una capanna sporca in mezzo a una cinquantina di negri. Con l’idea fissa di essere avvelenato dopo una serie di coliche. Forse è opera di quel negro, forse di quell’altro. Gliela farà pagare…Oppure la storia di un visconte che se ne va in Nuova Caledonia. E lì rimane povero con quattro o cinque mogli ricoperto di pustole fissato a guardare il mare. E quella dell’Alsaziano a Tahiti che finisce al lebbrosario della città.

Fallimenti e fallimenti da non giudicare troppo severamente secondo monito dell’autore. Dove ci può essere lo zampino del Caso. Vedi la storia del discendente di una nobile famiglia francese durante un viaggio di piacere nel Sudamerica. “In una torrida cittadina popolata di indios e avventurieri si azzarda, per curiosità, a bere la chicha”, una mistura di mais masticato dalle “indie sporche e sdentate” ed ecco che non ne può fare a meno. La famiglia manda allora a trovarlo il figlio minore che lo convinca a ritornare in patria. Ma anche lui beve la chicha…  Ora siamo in uno degli isolotti tra la Nuova Guinea e la città di Numea. Qui da tre anni, e forse di più, ci sono due bianchi il cui unico passatempo serale consiste nel giocare a scacchi in attesa del benedetto sonno. Uno di loro va a letto con una canaca, la donna del luogo che viene trovata strangolata in un boschetto. Chi è stato? Forse l’amico geloso…

Insomma non se ne salva uno. Nemmeno Millet, partito alla ricerca del sole, della libertà che si ritrova in un “porto grigio e piovoso”, oppure la baronessa Wagner suicidatasi alle Galapagos dopo aver fatto la bella vita a Montparnasse e ancora il dottor Ritter che ha lasciato scritto delle Memorie da cui si ricava “che queste incantevoli isole non sono fatte per l’uomo e che la natura stessa si oppone alle sue imprese…”.

Falliti! Tutti quanti falliti. Tutti quanti con il sogno di una vita agiata senza preoccupazioni per il futuro. Lì nelle isole ai tropici sotto il sole opprimente e l’aria infestata da malattie rare. Un tourbillon di situazioni difficili, incasinate, grottesche, presentate con uno sguardo ironico e sorridente. Non una parola di più, non una parola di troppo. Alla Simenon.