La Newton Compton porta in libreria un nuovo grande thriller firmato da Tami Hoag: Unica testimone.

La trama

Quando il detective Nick Fourcade entra nella casa di Genevieve Gauthier, alle porte della tranquilla cittadina di Bayou Breaux in Louisiana, la scena che lo attende è la più brutale che abbia mai visto. Ma anche la più enigmatica. Il figlio di sette anni della donna, KJ, è stato ucciso, mentre lei è viva. Una testimone traumatizzata, inspiegabilmente risparmiata dalla ferocia dell’assassino. Non c’è alcun indizio che indichi un movente. La moglie di Nick, la detective Annie Broussard, è molto dubbiosa sull’accaduto: chi ucciderebbe un bambino lasciando illesa l’unica testimone? Quando la babysitter della giovane vittima, la dodicenne Nora Florette, scompare nel nulla, il panico comincia a diffondersi in città. C’è un maniaco che minaccia i bambini? Sotto la pressione dei media e dell’opinione pubblica, Nick e Annie hanno davvero poco tempo per trovare al più presto il colpevole, mentre ne servirebbe molto per vagliare tutti gli indizi e scavare nel passato torbido di Genevieve.

Nota dell'autrice

Con Unica testimone torno in uno dei miei scenari preferiti, come sanno i miei lettori di lunga data: il triangolo francese della Louisiana, la campagna Cajun. È un luogo come nessun altro, da un punto di vista ecologico, sociologico, culturale e linguistico. Ho fatto del mio meglio per trasmettere un po' della ricchezza di questa regione, in parte attraverso il linguaggio e il dialetto. Il francese cajun è un patois tipico della Louisiana tanto quanto il gumbo. Immaginate un francese di età elisabettiana che si è evoluto isolato dalla madrepatria e che si è contaminato con influenze dallo spagnolo, dal creolo, dalle lingue dei nativi americani e da quelle africane. Il francese cajun si è sviluppato innanzitutto come una lingua orale, per cui l'ortografia, e talvolta anche il significato, delle parole possono variare da un'area all'altra. Secondo l'ultimo censo, in Louisiana del sud circa una famiglia su dieci parla ancora francese a casa, e molte parole e frasi sono entrate nel gergo dei parlanti di lingua inglese. Alla fine del libro ho aggiunto un glossario di parole e frasi che vengono utilizzate nel corso del romanzo.

L'incipit

Correva per la strada sterrata, annaspando, inciampando. Il fiato entrava e usciva dai polmoni, caldo e irregolare; doloroso, come un coltello seghettato che affonda ed esce dal petto. L'aria della notte era troppo densa, troppo pesante. Pensò che avrebbe potuto annegarci dentro. Le gambe tremavano come fossero di gomma, pesanti per la fatica. Il sudore le grondava dai pori. Sembrava che la pelle fosse sul punto di staccarsi, lasciandola rossa, scorticata e sanguinante.

Sangue. Così tanto sangue. Sulle mani. Nei capelli. Sulla faccia. Ne era ricoperta. Quando avrebbe incontrato qualcuno – se lo avesse incontrato – avrebbe visto anche lui il sangue. Avrebbe visto il bianco degli occhi e il rosso del sangue che le solcava le guance fino alla mascella. Avrebbe visto il sangue che le fingeva le mani come guanti di pizzo rosso. Sarebbe inorridito, senza avere la minima idea del vero onore che lei aveva vissuto.

Continuava a ripercorrerlo nella sua testa, le immagini come lampi di una luce stroboscopica, come scene confuse di un film. Il lampo del coltello. Braccia che si dimenano. Sangue che schizza ovunque.

Poteva sentirne il sapore: amaro e metallico. Poteva sentire il sapore salato del sudore e delle lacrime. Tutto mischiato in bocca, era un cocktail nauseabondo. Le andò di traverso mentre provava a mandarlo giù. Lo sentiva. Il puzzo della paura: sangue e odori corporei, urina e feci. Il ricordo era così intenso e così reale che la soffocava.

E poi all'improvviso inciampò e cadde in avanti. La strada si precipitò verso di lei, si scagliò contro di lei, lo sterrato le morse la carne delle mani e delle braccia nude, delle ginocchia e di un lato della faccia. L'impatto la stordì e le mozzò il fiato. Cercava di respirare, affannata, pensando che forse sarebbe morta.

Forse era meglio morire. Forse avrebbe dovuto rimanere distesa e arrendersi. Le persone della sua vita, con ogni probabilità, sarebbero state più felici, sollevate, alleggerite.

L'autrice

Tami Hoag vive in Florida ed è autrice di decine di bestseller. I suoi romanzi sono tradotti in più di trenta Paesi e hanno venduto 22 milioni di copie in tutto il mondo. Con la Newton Compton ha pubblicato La ragazza n. 9, Indizio n. 1 e Vittima senza nome. Per saperne di più: www.tamihoag.com

Info

Unica testimone di Tami Hoag (Newton Compton – Nuova Narrativa Newton n. 1047), 480 pagine, euro 9,90 (in eBook, euro 2,99) – ISBN 9788822735898 – Traduzione di Lidia Donat