Ho aspettato a lungo prima di scrivere questa scheda sul fumetto spy dedicata allo Sconosciuto. Perché... i motivi sono diversi.

Prima di tutto il grande affetto che nutro ancora per il Maestro, i ricordi dei nostri rapidi incontri in redazione presso Granata Press all’inizio degli anni ’90. La sua estrema modestia e cortesia e quel senso struggente di essere in qualche modo vicino alla fine anche se non sapeva di essere ancora malato (o forse sì) che m’ispirò una volta mentre parlava del Texone che non finiva mai. Quando nel 1996 uscì Fuga da El Diablo [Segretissimo n. 1318], la quarta avventura del Professionista, lui era appena morto e gliela dedicai. Spero che nelle grandi praterie lo abbia apprezzato.

In realtà l’opera di Magnus mi accompagna sin da ragazzino. Kriminal, Satanik, Alan Ford, persino il jamesbondesco SS018 che pure meriterebbe un posto in questa carrellata. Ma la scintilla scaturì negli anni ’80 quando recuperai di colpo tutti insieme alla Borsa del Fumetto gli albetti della prima edizione dello Sconosciuto della Edifumetto. Fu veramente una folgorazione. Io credo che le coordinate principali che poi mi portarono a creare il Professionista siano nate proprio dalla lettura di quelle storie in bilico tra la spy classica e qualcosa di più moderno, più legato alla nostra realtà che ancora oggi è saldamente fissato nel mio immaginario.

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