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[47] Italian Giallo
Questa canagliesca storpiatura indica un prodotto ‘nostro’, indubbiamente ispirato a modelli stranieri, ma elaborato in Italia. Nostro. La definizione ‘italian giallo’ è altresì curiosa, visto che i Gialli sono un prodotto editorialmente italiano, collana definita da un colore nel 1929 e diventata così emblematica da sostituire ogni altra dizione per indicare storie di misero e assassinio
LeggiChi ha paura di Jack lo Squartatore?
In onda su FoxCrime il venerdì alle ore 21 dall’8 al 22 gennaio
LeggiNero Natale
4 su 5
di A.A. V.V. a cura di Luca Scarlini
Tutti i titoli originali, gli anni di pubblicazione e i nomi dei traduttori alla fine di ogni racconto., Einaudi , 2008
Diabolik + Medina = Andrea Carlo Cappi
Dal ladro più abile della storia del fumetto a Carlo Medina, dalle traduzioni alle presentazioni milanesi alla decennale e intensa attività nel panorama editoriale italiano: Andrea Carlo Cappi risponde alle nostre domande con l’ironia e la professionalità che lo contraddistinguono
LeggiCamilla Läckberg
Il suo primo romanzo, La principessa di ghiaccio, uscirà in Italia a gennaio. Lei è Camilla Läckberg, e nonostante con i suoi trentacinque anni sia la più giovane esponente di quel ”giallo venuto dal freddo” che negli ultimi anni - da Henning Mankell a Stieg Larsson - ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo, ha ottenuto un successo internazionale così vasto e strepitoso da meritarsi unanimemente il conteso titolo di erede di Stieg Larsson. Oltre tre milioni di copie dei sei libri della serie di Erica Falck vendute in Svezia, in corso di traduzione in ventisette paesi, in testa alle classifiche in Spagna, Germania e Francia
LeggiDelitti in codice
4 su 5
di AA. VV.
I titoli originali dei racconti pag. 330-31, Polillo, 2009
Il resto del carlino
Valentino, Dorian Gray, L'uomo nero e altri
LeggiLa vedova in Rosso. Un'indagine di Carlo Medina.
04-Chi ha paura di Nero Wolfe?
Racconto di Andrea Carlo Cappi
08. Blood and Bone: un ritorno alle origini
Negli USA esce in home video un film che strizza l’occhio ai grandi classici del “gongfupian” statunitense: un giro di combattimenti clandestini e un attore marziale in stato di grazia... c’è bisogno d’altro?
LeggiIntervista a Matteo Di Giulio
...La sensibilità dello scrittore, secondo me, parte dall'occhio disincantato con cui registra i fatti che vive. Ma è un occhio al tempo stesso partecipe, che rilegge, che rielabora, e che si trova automaticamente a costruire storie attorno a ciò che vede in prima persona. Non so se sia necessaria una sensibilità particolare, di sicuro occorre molta attenzione...
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