Dal rapimento di Aldo Moro avvenuto il 16 marzo 1978 sono passati  esattamente 32 anni. Fu un fatto clamoroso e gli italiani scoprirono drammaticamente, quel mattino, che in pratica  era in atto  una guerra  dichiarata da un pugno di uomini contro lo stato italiano.

Su quel rapimento, la prigionia e la conseguente uccisione dell'onorevole Moro avvenuta dopo 55 giorni di prigionia, molto, tanto, è stato scritto e i processi si sono succeduti facendo scoprire sempre nuovi misteri.

In questi giorni la casa editrice Nutrimenti ha inviato in libreria il volume dal significativo titolo Via Fani ore 9.02.

E' stato scritto da Romano Bianco, giornalista, che da sempre si è occupato del rapimento Moro. Il coautore è Manlio Castronuovo che ha al suo attivo vari libri sull'argomento.

Si tratta di una saggio, ma lo si può leggere come un angoscioso romanzo noir; i due autori hanno fatto un lavoro preciso, facendo "parlare" tutti i testimoni che per diversi motivi quel mattino erano prprio in Via Fani, sono particolari in alcuni casi inediti e in vari capitoli fanno ripercorrere al lettore tutta la vicenda dei primi momenti del rapimento e chiudono il volume con alcuni interrogativi sui quali è necessario ragionare.

Romano Bianco, giornalista, si interessa al caso Moro da quando, bambino, un suo compaesano venne trucidato in via Fani. Dall'adolescenza legge tutto quello che viene pubblicato sull'argomento. È al suo primo libro.

Manlio Castronuovo, saggista, ha pubblicato Vuoto a perdere. Le Brigate Rosse, il rapimento, il processo e l'uccisione di Aldo Moro (Besa, 2007), giunto alla secon­da edizione. Sul sito www.vuotoaperdere.org ha promosso il blog NonsoloMoro, un tentativo collettivo di chiusura degli anni di piombo.

 

Per la prima volta i testimoni dell'agguato di via Fani parlano tutti insieme: passanti occasionali, residenti della zona, inconsapevoli protagonisti che hanno potuto osservare il rapimento di Moro, l'uccisione della sua scorta, la fuga del commando brigatista. Testimonianze a ridottissimo rischio di manipolazione, rese nelle ore immediatamente successive ai fatti, prive delle distorsioni e delle ritrattazioni frutto del lungo percorso giudiziario. Parole passate al setaccio, che permettono la messa a fuoco di molti particolari, spesso inediti, raccolti in "presa diretta". Le deposizioni ufficiali sono integrate da un ampio apparato di mappe della zona che ha fatto da scenario al sequestro, all'interno delle quali è stata ricostruita minuto per minuto la posizione di tutti coloro che hanno assistito all'agguato, alle sue fasi preparatorie o alla fuga, riportando rigorosamente cosa ognuno dei testimoni ha detto agli inquirenti di aver visto; il mosaico del più grave attentato della storia dell'Italia repubblicana viene così ricomposto attraverso lo sguardo di chi vi ha assistito. La voce narrante e le voci dei testimoni si integrano in un'inchiesta tra saggio e noir, eccezionalmente documentata, che offre nuovi spunti di riflessione. In primo luogo sul motivo per il quale i brigatisti, contrariamente a come hanno raccontato di aver agito, abbiano abbandonato le auto in Via Licinio Calvo in tre differenti momenti: un codice di comunicazione interno del commando, che sancisse l'esito positivo di tre singole fasi dell'azione (primo trasbordo di Moro; tutti i brigatisti al sicuro; Moro nel covo). E ancora, nuovi elementi: come la certezza che l'Alfasud beige, accorsa sulla scena pochi istanti dopo l'operazione, fosse a tutti gli effetti un'auto in borghese appartenente alla Questura; e la figura di Bruno Barbaro, testimone rimasto nell'ombra per quindici anni, e recentemente scoperto legato al colonnello Pastore Stocchi, direttore del centro di addestramento dei 'gladiatori' di capo Marrargiu.

 

Via Fani ore 9.02 di Romano Bianco; Manlio Castronuovo (2010)

Nutrimenti, collana Igloo/Inchiesta 37, pagg. 142, euro 11,00

ISBN 978-88-95842-54-7