Questi gli antefatti:

Un autore, Stieg Larsson, che vende 26 milioni di libri e raggiunge un successo planetario solo postumo.

Un giornalista, Anders Hellberg, che era stato il capo di Larsson all’agenzia di stampa TT, e che mette in dubbio la padronanza linguistica di Stieg Larsson.

Un amico di Larsson, Kurdo Bakshi, che lo definisce “un cattivo reporter che non seguiva le regole del lavoro giornalistico, pieno di prestigio ma così scadente nello scrivere che lui stesso doveva finirgli i pezzi”.

Da qui all’amplificazione delle insinuazioni il passo è breve e subito si mette in dubbio che Larsson sia l’autore della Millennium Trilogy e già si propone come autrice fantasma la sua compagna e convivente Eva Gabrielsson.

Eva Gabrielsson
Eva Gabrielsson
La stessa cui, nonostante una vita a fianco dello scrittore, non è spettata neppure una parte dell’eredità in diritti (circa 120 milioni di euro), diritti spartiti tra padre e fratello di Larsson. Ma proprio lei che da questo pettegolezzo potrebbe trarre molti vantaggi (se fosse vero), è la prima a smentirlo, come ha dichiarato anche in un’intervista al Corriere della Sera http://www.corriere.it/cultura/10_febbraio_04/larsson-tutta-la-verita-su-me-e-stieg_b6f4b9de-119c-11df-806e-00144f02aabe.shtml

Per rileggere come una semplice uscita infelice la frase suddetta di  Kurdo Baksi, basterebbe leggere il suo libro Min vän Stieg Larsson (Il mio amico Stieg Larsson), che verrà pubblicato da Marsilio prima dell’estate: «Questo non è un omaggio a un amico.

Tutti quelli che hanno conosciuto Stieg Larsson conservano di lui una loro immagine personale. Lo stesso vale per quelli che gli erano più vicini. Benché lui avesse undici anni più di me eravamo colleghi e amici. Inoltre si può dire che eravamo il capo l’uno dell’altro. Stieg era la persona meno interessata al prestigio personale che io abbia mai conosciuto, e l’amicizia incondizionata che mi regalava è insostituibile. Al ritmo in cui cresce il suo enorme successo come scrittore cresce anche il pericolo che la sua lotta cocciuta non ottenga l’attenzione che merita. Questa lotta che era una parte così importante di lui, sia come persona che come scrittore. La mia speranza è di essere riuscito con questo libro a descriverla in qualche modo. È solo adesso, dopo quasi cinque anni di elaborazione del dolore, che ho avuto la forza di radunare abbastanza coraggio per scrivere del mio amico e compagno di lavoro. Questo libro è la mia personale immagine di Stieg Larsson

Abbiamo intervistato il direttore editoriale della narrativa per la casa editrice Marsilio che in Italia pubblica Larsson, Jacopo De Michelis, per tentare di capire quali meccanismi stanno alla base di queste dicerie.

Date le testimonianze che smentiscono le supposte voci, ti chiedo: perché si scatenano queste polemiche?  

É uno dei lati negativi del successo, quando è così travolgente.

E’ capitato a Dan Brown, alla Rowlings ecc. Quando si diventa così famosi, chiunque ti attacchi riceve di riflesso grande attenzione e visibilità, e la tentazione per molti è troppo forte.

Avete distribuito gratuitamente, nelle librerie d’Italia, “Le ultime lettere”, ovvero il carteggio tra Larsson e la sua editor. Leggendo questa corrispondenza, preceduta da un breve biografia, si evincono chiaramente i passaggi fondamentali che un autore –e solo lui- può fare in merito alla sua opera:  modifiche, osservazioni sui personaggi, indicazioni pratiche. Perché avete deciso di pubblicarlo e di pubblicarlo gratuitamente?

Semplice, perché il carteggio, i cui diritti appartengono alla rivista di Stieg Larsson EXPO, per volere di quest’ultima può essere stampato e diffuso ma non commercializzato.

E in ogni caso un libretto così esile difficilmente poteva avere un vero valore commerciale.

Dal punto di vista prettamente commerciale questi riflettori puntati ossessivamente su un autore deceduto possono essere un ulteriore incentivo per le vendite? Ciononostante voi vi siete affrettati subito a smentire le voci...

Guarda, se c’è un autore che non ha alcun bisogno di incentivi per le vendite è proprio Stieg Larsson.

E dal punto di vista etico, tu cosa ne pensi, personalmente e non in veste di direttore editoriale?

Penso che siano polemiche piuttosto misere, dettate per lo più da risentimenti e invidie, ma come ho detto è un contraltare purtroppo inevitabile del successo, per cui tocca farci il callo.