Sono cinquanta gli autori che Gaja Cenciarelli ha riunito sotto l’egida del progetto Auroralia, quarantanove racconti più uno, quello di Gaja appunto, ispirati alla figura femminile di Jerry Uelsmann, un corpo di donna sospeso in aria, che si riflette su uno specchio d’acqua, ovvero l’opera Untitled 1987, ribattezzata a lavori in corso La donna volante.

Tutto è cominciato agli inizi del maggio 2009, sul blog della Cenciarelli, www.sinestetica.net, da dove ha lanciato la grande sfida: ha invitato un gruppo di amici professionisti e appassionati della scrittura a stendere circa tremila battute ispirate all’immagine di Uelsmann. I brani sono stati pubblicati in coppia su Sinestetica a partire dal 25 maggio 2009. Da qui il passaggio alla pubblicazione cartacea è stato spontaneo, galeotta Editrice Zona, nella persona della sua metà del direttivo, alias Silvia Tessitore.

Eccoli, in ordine alfabetico, i quarantanove auroralici (cui va aggiunta la curatrice Gaja Cenciarelli):

Silvia Ancordi, Maria Gabriella Bartocci, Mario Bianco, Isabella Borghese, Mario Borghi, Cristina Bove, Andrea Bruni, Elisabetta Bucciarelli, Carlo Cannella, Alex Cartoni, Melania Ceccarelli, Enzo Ciampi, Fabio Ciriachi, Giulia Colavolpe Severi, Gaia Conventi, Anna Costalonga, Laura Costantini, Lina Dettori, Pasquale Esposito, Loredana Falcone, Cristiana Danila Formetta, Gemma Gaetani, Giovanna Giordani, Enrico Gregori, Franz Krauspenhaar, Silvia Leonardi, Fiamma Lolli, Andreina Lombardi Bom, Domenica Luise, Anna Mallamo, Sabrina Manfredi, Carmine Mangone, Nina Maroccolo, Rossana Massa, Massimo Maugeri, Stefano Mazzoni, Isabella Moroni, Paola Pioppi, Massimo Rainaldi, Giuseppe Selo, Francesca Serafini, Marco Simonelli, Carlo Sirotti, Simone Tempia, Lucia Tosi, Giusto Traina, Chiara Valerio, Monica Viola, Alessandro Zannoni, Giovanna Zunica. «United we stand, divided we fall» ha commentato Gaja. In altre parole: l’unione fa la forza.

Dalla fotografia alla letteratura, un tuffo sperimentale in pluridimensioni artistiche e spaziali, dalla sospensione al vuoto, dal volo al precipizio, dalla poesia alla prosa, i cinquanta auroralici hanno prodotto brani da brivido e compiuto la magia: «È un cerchio prezioso di energia positiva.» ha commentato la responsabile del progetto.

L’immagine trasuda un grigio in chiaroscuro che si può solo espellere a livello di sensazione, la ratio è bandita. Lo specchio lacustre, le nuvole attorno al fulcro di luce, la geometria della collina: ogni elemento della natura concorre a catalizzarsi sul corpo solenne della donna volante. I contributi sono tutti molto belli, sarebbe inutile sforzarsi di scegliere i migliori perché si rischierebbe di rileggere il libro all’infinito. Allora, per darvi un assaggio, ho chiuso il libro, ho pensato a un numero e la scelta è stata casuale. La prima poesia dell’opera, quella di Cristina Bove:

PUNTO DI SOSPENSIONE

E m’inabisserò, dove nell’acqua

che già trattiene l’ombra

a combaciarmi avrò la solitudine.

Al limite di me

non ho più grido

né affiorare di gemiti

nemmeno corrispondo al mio riflesso

mi divide da me l’aria e il respiro.

Mi sorprendo a restarmene sospesa

il corpo al vento, i sensi all’erta che

potrei stanare Dio da quel fondale

Fossi quel greto io stessa

e fossi lago, e fossi cielo

affonderei nel cuore del vulcano

Invece ancora vivo e ancora spero

nell’apparente stasi di un disegno

che il pittore dipinga le mie ali.

Vorrei concludere invitandovi a leggere questo libro non solo stilisticamente bello ma anche socialmente utile (Per ogni copia venduta, 1 euro verrà devoluto a Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie). Si leggeranno testi intensi ed emozionanti. E ora che si parla di emozioni, lascio la parola a Gaja perché descriva cosa l’abbia calamitata verso un artista come Jerry Uelsmann (http://www.uelsmann.net): «Della sua arte mi affascina  la capacità – unica, per quanto mi riguarda – di tirarmi fuori riflessioni sotto forma di racconti. È una fonte inesauribile di conoscenza e di ispirazione, per me. Le sue immagini sono narrazioni visive ideali per essere tradotte in parole.»