Dal 15 settembre è in edicola il dvd Racconti fantastici che Daniele d’Anza e Biagio Proietti hanno liberamente tratto dai racconti “neri” di Edgar Allan Poe.

Il dvd, edito sempre dalla Fabbri Editore, esce nella collana I Grandi Sceneggiati RAI e non in quella che già conosciamo Giallo & Mistero, perché la Fabbri ha preferito dare privilegio alla nobiltà della derivazione letteraria rispetto al genere.

Ne parliamo con Biagio Proietti, autore della sceneggiatura, che ci dice: “Sono rimasto sorpreso anch’io perché sapevo che I Racconti Fantastici era previsto nella collana sul Mistero ma ho capito le ragioni della scelta e da un lato mi fa piacere che questo lavoro sia rivolto ad un pubblico diverso da quello del genere mistery. Però tengo molto a questa intervista perchè mi fa piacere dare ai lettori di ThrillerMagazine la notizia dell’uscita di un dvd che molti aspettavano con ansia. Come ha scritto sul sito della Fabbri un fan appassionato (Belfagor) che conosco e saluto con affetto, la cosa importante è che esca, qualunque sia la collana.”

Com’è nata nel 1978 l’iniziativa di questo libero adattamento, andato in onda nel 1979?

Io sono sempre stato un lettore appassionato di Allan Poe, passione condivisa da D’anza con il quale lavoravo moltissimo in quegli anni. Poiché avevamo dato vita a molti successi, alcune proposte ce le faceva la Rai altre partivano direttamente da noi. Venne a me l’idea di portare in televisione i racconti di Poe, ma in una versione diversa, moderna, senza gli orpelli che spesso legano questo autore alle versioni cinematografiche. Io sono sempre stato un ammiratore dei film che Roger Corman faceva partendo da Poe ma prendendo spesso solo il titolo perché poi cambiava o inventava completamente la trama - basta pensare a Il pozzo e il pendolo - ma appunto perché lui aveva raggiunto la perfezione non si poteva rifare questo tipo di operazione in costume. Quindi il nostro intento era di prendere i racconti di Poe e trasferirli in epoca moderna. Non per una mera operazione di maquillage ma per far capire ad un pubblico moderno che cosa di attuale, di tragicamente profondo c’era nel mondo fantastico, allucinato, quasi diabolico di quest’autore. Così attuale da poter dar vita a film ambientati oggi, non legati epoche passate. Questo ha comportato un grosso tradimento, che ammetto senza paura, in quanto non abbiamo realizzato i racconti in modo autonomo ma li abbiamo cuciti insieme, inserendoli in una storia originale che li inglobava e dava ad ognuno di loro un fascino particolare. Siamo stati onesti, nei titoli abbiamo scritto “liberamente ispirati a Edgar Allan Poe, ma ci fece molto piacere che alcuni editori ripubblicassero i racconti odi Poe, nella loro veste originale, dopo il successo della versione televisiva. Mi ricordo che Giunti Editore fece un’elegante edizione con le fotografie dello sceneggiato e con la prefazione mia.

Come si sviluppava la trama?

Inventammo che in una villa sontuosa e intrigante abita da solo un uomo, Roderick Usher, ultimo erede della famiglia Usher. In questa villa arrivano, chiamati da qualcosa di arcano, nebbia o strani richiami, ospiti inquietanti e misteriosi che dal confronto con Usher sono costretti a guardarsi nello specchio ed a rivelare le loro perversioni, i loro delitti, le angosce che hanno sconvolto la loro vita. Usher diventa il catalizzatore fino all’ultima puntata, quando, dopo una festa in costume ( che richiama la festa descritta da La morte rossa), tutti i personaggi sono costretti da un fenomeno paranormale (idea che presi, lo confesso, dal film El angel exterminador di Luis Bunuel) a trovare rifugio nella villa degli Usher, alla ricerca di una salvezza che non ci sarà. Il crollo di casa Usher assume così un sapore apocalittico da fine del mondo, riflettendo l’aria che tirava in quegli anni con la guerra fredda e la paura della bomba atomica. La novità e la fatica della sceneggiatura è stata quella di comporre una trama dove i vari racconti di Poe fossero tessere di un mosaico: ne abbiamo saccheggiati tanti, da Il cuore rivelatore a Il ritratto ovale, da William Wilson a Ligeia, da Berenice a Il vascello fantasma e così via. Anzi sfido lo spettatore a ritrovare momenti e parole di Poe tratti da altri suoi racconti che qui non ho citato. Poteva essere un’operazione sconclusionata e pazzesca ma non lo fu perché non lo facemmo per gioco ma per restituire la grandezza di un autore attuale, moderno, sicuramente precursore di tanti filoni letterari e di tante scoperte della psicoanalisi. Anche il successo della piece teatrale L’ultimo incubo di Edgar Allan Poe, dove descrivo l’ultima ora di vita dello scrittore ed in un delirio gli faccio rivivere storie e personaggi inventati da lui, gli unici figli ai quali è riuscito a dare vita.

Lo sceneggiato fu accettato dal pubblico?

Fu un successo superiore alle aspettative anche per merito di D’Anza che diresse lo sceneggiato con la solita maestria e scegliendo attori eccezionali. Philippe Leroy era Roderick Usher l’unico personaggio che appariva in tutti e quattro i telefilm facendo da filo conduttore, ed in ogni episodio apparivano attori importanti come Gastone Moschin, Vittorio Mezzogiorno, Umberto Orsini, Maria Rosaria Omaggio, Nino Castelnuovo, Janet Agren, Giorgio Biavati, Erika Blanc. A proposito di Vittorio Mezzogiorno, mi dispiace non aver mai lavorato con lui: quando passai alla regia, ricordo che lo chiamai per un telefilm, lui accettò con entusiasmo perché gli era piaciuto il copione ma poi all’ultimo momento le date non gli permisero di esserci perché coincideva con un film di Luigi Magni. E allora il cinema aveva un richiamo particolare per gli attori di teatro e di televisione. Un altro elemento particolare de I Racconti fantastici  fu la musica scritta ed eseguita da un complesso che non sospetteresti mai coinvolto in una simile operazione: i Pooh. Per finire devo dire che l’inserimento racconti fantastici in questa collana è un segno di riconoscimento ad un’operazione audace e innovativa, nel tentativo di leggere opere importanti dal punto di vista letterario per la televisione. All’inizio ci fu qualche perplessità ma dopo tanti anni questa particolare lettura di Poe è riconosciuta come una delle più coraggiose ed anche riuscite. Adesso in molti hanno la possibilità di confermare tale giudizio o di emettere una sentenza di condanna. Anzi invito i vostri lettori a scrivere per rispondere a questo quesito: per trasferire dalle pagine allo schermo la grandezza di uno scrittore lo si può tradire? Aspetto risposte.

I Racconti fantastici di Edgar Allan Poe puntate 1-4 (Fabbri Editore, collana I Grandi Sceneggiati della Televisione Italiana n. 54). Quattro dei Racconti fantastici di Edgar Allan Poe, ridotti e mutati da Biagio Proietti e Daniele D'Anza, ci portano nel profondo, nell'oscuro, nel paranormale: un genere horror insolito per la tv familiare, interpretato da un cast di validi attori: tra i tanti, Philippe Leroy, Nino Castelnuovo, Umberto Orsini, Maria Rosaria Omaggio e Vittorio Mezzogiorno. Con Maria Rosaria Omaggo, Umberto Orsini, Nino Castelnuovo, Gastone Moschin, Philippe Leroy, Vittorio Mezzogiorno, Erika Blanc, Paola Gassman, Licinia Lentini, Giorgio Biavati, Giancarlo Maestri, Janet Agren, Margherita Guzzinati

http://www.edicolafabbri.it/Opere/UsciteOpera.aspx?opera=15325