Con l'appuntamento di questo mese nel nostro salotto letterario, abbiamo deciso di staccare completamente da quanto siamo abituati di solito. Per questo chi di voi si appresta a leggere questo scambio di battute con Mirella Bolondi, deve mettersi nell'ottica di qualcosa di nuovo e diverso. Già, perchè Terra di silenzi (libri/8431), il romanzo d'esordio dell'autrice, non è un noir, nè un thriller. E' un romanzo a tratti fantastico, a tratti drammatico, quello che è certo è che si tratta di un viaggio. Inoltre, per la prima volta, la nostra ospite è una donna, cosa ancora nuova per il nostro salotto... E così, lasciamoci trasportare in questo viaggio con Mirella e il suo romanzo, ricco di suggestioni e di emozioni, nonchè di spunti di riflessione, sperando che qualcuno, incuriosito da questa intervista, decisa di avvicinarsi ai misteri della terra dei silenzi.

Grazie mille Mirella per aver accettato di essere nostra ospite, su pagine che forse di solito sono un po' lontane dai temi della tua opera prima. Ho voluto darvi spazio proprio perchè la trovo estremamente interessante e ricca di spunti. Cominciamo, perciò, con ordine. Come definisci il tuo romano? E cosa diresti se ti chiedessi di provare a inventarne un trailer?

Terra di silenzi è un romanzo fantastico e narra di un uomo, ospite di una casa di riposo, che all'improvviso si trova proiettato nel suo corpo giovane e in un paese abitato da persone senza orecchie che non conoscono il suono e comunicano con la lingua dei segni. Un mondo capovolto dove è il protagonista, con le sue strane protuberanze ai lati della testa, a essere considerato "diverso". L'incontro con questa piccola comunità, l'amicizia con Mente-che-vola e un bambino, l'amore per la bellissima Foglia-che-danza-nel vento e le tante avventure che dovrà affrontare per ritrovare la strada di casa gli restituiranno la giovinezza dell'anima e il senso della propria vita.

Da dove nasce l'idea per questa storia? E l'esigenza di scrivere?

Tempo fa una persona che stimavo molto,saputo della sordità dei miei genitori, mi consigliò di leggere un saggio su questo tema che lei aveva trovato molto interessante. Lo acquistai immediatamente e divorai con avidità le prime 50 pagine. Fu una cocente delusione! Per me, figlia di sordi, il mondo descritto in quelle pagine appariva banale e senza anima. Il suono del campanello che accende una luce, l'applauso che si trasforma in uno sventolare di mani… per me sono solo apparenze, che forse soddisfano la curiosità di molti udenti, ma celano la complessità e profondità di un mondo che amo e a cui sento di appartenere. Così per me che ho sempre amato scrivere è nata un'urgenza interiore e un profondo desiderio di provare a raccontare, attraverso un romanzo, l'anima di quel mondo per poi scoprire che questo significa, in fondo, parlare dell'uomo e dell'umanità.

Come dici la tua esperienza personale è stata uno stimolo forte nella scrittura di questo romanzo, ma quanta componente autobiografica c'è in questa storia?

Tutto quello che ho raccontato: episodi, personaggi… sono frutto di fantasia. Ma credo che in realtà ogni scrittore metta tutto di sé in ciascun libro e che questo rappresenti una sorta di "sintesi magica" che supera l'esperienza stessa dell'autore.

Entriamo subito nel vivo del romanzo e parliamo del protagonista: chi è? E come mai la scelta di una persona anziana?

Sentirsi "vecchio e stanco" come il protagonista del romanzo, non è solo una questione anagrafica, ma anche una condizione e uno stato d'animo che è possibile riscontrare a ogni età. Giocare su questi due elementi e sul contrasto tra il giovane di oggi e l'anziano signore di ieri mi sembrava un buon modo per parlare dell'animo umano.

Quindi, di fatto, a quest'uomo è stata data un'altra possibilità...

Sì è vero. La possibilità però nasce non dal semplice fatto di essere ritornato giovane. Il protagonista è in qualche modo "costretto" dalle situazioni ad abbandonare le certezze e i pregiudizi su cui ha fondato la sua intera esistenza. Questa nuova prospettiva e le esperienze di incontro lo porteranno a guardare il suo passato e a dare nuovi significati agli episodi che ha vissuto, alla sua storia. È questo percorso che gli aprirà la possibilità di un nuovo futuro. In fondo questa è una possibilità incredibile che è offerta a tutti gli uomini. Se proviamo a guardare le cose da una prospettiva diversa le cose possono cambiare significato e cambia il nostro modo di vivere il presente e guardare al futuro. Spero che questo libro possa offrire un piccolo contributo a guardare le cose da un punto di vista diverso!

A questo punto introduci tu stessa uno dei temi focali del romanzo: la diversità, che è vista e raccontata anche come una forma bellissima di ricchezza.

Viviamo in una società che tende alla massificazione dei desideri e dei consumi. Essere diversi è scomodo. Essere uguali rassicurante anche se non ci rende felici. Accettare di essere "diversi" è difficile. Non tutti siamo veline o calciatori, ricchi, belli, audaci… Il primo vero scoglio, e gli adolescenti ce lo insegnano, è riconoscere e accettare le nostre diversità come una ricchezza. Se non c'è questa tensione, l'altro, il "diverso" da me, diventa un nemico, fa paura, mette in discussione e in crisi il mio mondo, le mie piccole certezze. Succede anche agli abitanti della terra di silenzi. Solo nel reciproco riconoscimento e nell'accettazione del nostro essere uguali e diversi al contempo si sconfigge la paura, si dilatano i confini del proprio mondo e si vive la ricchezza dell'incontro.

Legato al tema dell'incontro c'è quindi il tema del confronto con l'altro e il tema della comunicazione il tutte le sue sfumature.

Gli abitanti della terra di silenzi parlano e conoscono solo la lingua dei segni, la LIS; il protagonista usa la voce della parola. Sembrerebbe una comunicazione impossibile. È la volontà di incontrarsi, di entrare in relazione con l'altro che permetterà ai protagonisti di superare le barriere del linguaggio e del suono. E tutto si farà comunicazione: il corpo, le emozioni svelate dalle espressioni del viso, dei gesti … Diventano importanti altri canali espressivi, che il protagonista non aveva mai considerato, come la danza, la musica, il disegno…

Il linguaggio dei segni è un mondo da scoprire che tu descrivi con attenzione e precisione. Proprio per questo, forse, i nomi delle persone che il protagonista incontra mi ricordano i nomi degli indiani d'America

La casa dei miei genitori è sempre stata ricca di amici, molti dei quali sordi. A ciascun nome spesso era accompagnato un segno. Nello stesso modo molti dei nomi dei miei amici si sono connotati nel tempo, in modo naturale, di un segno di accompagnamento per distinguerlo dagli altri: gli occhiali, la barba, un'espressione particolare del volto, la professione. Pensando a un mondo senza suoni il nome non poteva che essere una sequenza veloce di segni, che fanno riferimento a qualità particolari dei personaggi, che il protagonista traduce in parole, dando vita a questi nomi bizzarri.

E ora parliamo un attimo dell'ambientazione: quali sono le suggestioni a cui ti sei ispirata per creare la terra di silenzi, il mondo fantastico in cui è ambientata l'avventura?

Terra di silenzi è in qualche modo "casa mia", la terra dove sono nata e cresciuta; da cui sono emigrata, e in cui amo tornare di tanto in tanto.

Da quello che so tu lavori nel sociale e in particolari con gli adolescenti, mi chiedevo se e quanto il tuo lavoro ti abbia aiutato nella stesura del libro e nell'approccio alla scrittura.

In modo indiretto molto. Lavoro da più di venti anni nel sociale come educatrice. Comunicazione, relazione, incontro,empatia, evoluzione, amicizia, amore … sono tutti elementi intrinseci al mio lavoro quotidiano con i ragazzi, che hanno trovato largo spazio nelle pagine del libro.

Ora abbandoniamo i temi legati strettamente al libro, per parlare invece della tua esperienza quale esordiente. Come sei arrivata alla pubblicazione?

Non conoscevo affatto il mondo dell'editoria e mi sembrava impossibile arrivare alla pubblicazione, così ho stampato alcune copie del libro per conto mio e l'ho regalato agli amici più cari. Una di loro, conosceva la Zephyro edizioni e glielo ha portato, giusto per qualche consiglio… A loro è piaciuto e mi hanno proposto la pubblicazione.

Sei soddisfatta?

Sì certo. Il libro mi ha data la possibilità di incontrare tante persone!

Cosa consigli a chi ha il romanzo nel cassetto?

Non ho molti consigli e molta esperienza.. direi di non farsi intimorire e provare a inviarlo a diverse case editrici. Mai dire mai!

Perché leggere "Terra di silenzi"?

Per conoscere un mondo "diverso" e scoprire che ci appartiene.

E ora che ci avviamo verso la fine di questa intervista, quali sono i tuoi progetti, pensi di scrivere ancora?

Ho in mente un altro romanzo. Spero di trovare un po' di tempo per scrivere durante queste vacanze estive!

Ringraziandoti ancora per essere stata con noi, vorrei chiudere con un augurio: cosa auguri al tuo romanzo, ora che è stato pubblicato?

Il libro è nato da un piccolo gesto d'amore verso la mia famiglia e le persone alle quali l'ho dedicato e regalato. Spero possa raggiungere tanti lettori e arrivare lontano.