Gli attrezzi erano tutti appoggiati all’angolo. Nuovi e mai usati, alcuni luccicavano. Li ho spostati per tirare fuori la pala. Era ancora sporca di terra. Era l’unico attrezzo che non luccicava alla flebile luce della lampadina elettrica.

Quando ero molto piccolo avevo imparato una poesia:

“Notte buia la formichina qui s’imbatte

nel baron delle pignatte,

gentiluomo molto fino

che le fa il più bell’inchino.

Io e le formiche abbiamo dei gusti in comune. Per esempio la cioccolata. L’ovetto Kinder fa impazzire il formicaio. Lo mangio in giardino, in modo che minuscole briciole possano atterrare lentamente sull’erba. Subito si scatena una specie di telegrafo senza fili. Le operaie si attrezzano e riescono a trasportare pezzetti infinitamente più grandi di loro, in posti lontanissimi. Si calpestano, credo si ucciderebbero l’un l’altra, pur di beccarsi il Kinder. Alla fine prevale sempre il sociale nelle formiche. Il singolo si annienta e tutte portano tutto nel formicaio, a disposizione della colonia.

Appena giorno, per prima cosa, sono andato a vedere il lato nord del giardino. La terra smossa. Le formiche continuavano ad esserci come sempre. Mi sono chinato, ho tastato il terreno con le mani nude. In realtà non sembrava scavato di fresco. La superficie era apparentemente intatta. In quella zona c’è ombra e manca l’erba, ma i pochi fili d’erba presenti continuavano a crescere come prima. Ho così formulato un’altra ipotesi. Forse non ha dissotterrato il cadavere. Ha fatto soltanto un tentativo. Non c’è riuscito. Ora non è ferragosto, c’è gente, non ce la fai a scavare indisturbato il giardino di un altro. Non lo dissotterri un corpo che poi devi trascinare per una cinquantina di metri minimo. Alla fine mi sono convinto. Il corpo doveva ancora essere là sotto.

Tutta la faccenda del mio vicino assassino ha comportato una serie di cambiamenti nella mia vita. Primo fra tutti quello di togliere tempo ed energia al mio studio delle formiche. Riguardavo proprio ieri i miei appunti. Quello che mi interessava di più, prima di occuparmi del comportamento del mio vicino, era capire cosa succede in una colonia se muore la regina. I miei libri sostengono che una regina non si rimpiazza. Nonostante le operaie siano potenzialmente in grado di allevare una nuova regina, queste non lo fanno. Il più delle volte quando muore la madre, la colonia si estingue. Questo pensiero mi ha messo tristezza. Sono stato a lungo a girellare in giardino senza idee in testa, senza volontà, ascoltando il gatto di qualcuno miagolare debolmente.

Sono stato a trovare Sara. Non le ho parlato delle mie tristezze. Lei guardava la televisione. Mi sono seduto accanto e ho guardato anch’io. In silenzio. Lei mi stava vicina e ogni tanto i suoi capelli mi si versavano nel naso. Era un film abbastanza noioso nel quale c’era un incidente aereo. Sara ha subito cambiato canale. Lei è molto sensibile e riesce a capire come comportarsi. L’ha fatto per riguardo a me. Mia madre infatti è morta proprio in un incidente aereo.

* * *

Quando sono tornato a casa stavo un po’ meglio. Ho fatto il giro più lungo e sono passato dal vialetto parallelo al retro della villetta del mio vicino. Lui doveva essere ancora in ufficio. Mi sono fermato dietro la siepe e ho guardato la casa. A un certo punto il cancelletto davanti all’ingresso si è aperto. Era un’auto. Si è fermata nei pressi del garage. Non era l’avvocato. Era quella donna che avevo visto mezza nuda da lui. Ha chiuso la macchina e si è avviata di passo svelto verso la porta. Forse non è estranea alla morte della moglie del mio vicino. Forse c’entra anche lei. L’avvocato non ha agito da solo. Aveva una complice.

Il mio naso finisce nel fazzoletto. Forse è un inizio di raffreddore.

Le formiche non parlano perché non sanno cosa dire.

Non è una deduzione scientifica e non l’ho aggiunta ai miei appunti.

L’auto della polizia ha percorso con lentezza il viale e si è fermata davanti all’ingresso, dove c’è il cancello che si apre sul vialetto e sul mio giardino. Il poliziotto alla guida e quello accanto hanno parlato a lungo e hanno indicato più volte la casa. Io ero nascosto dietro l’oleandro. Non mi hanno visto. Devono aver pensato che non c’era nessuno.

Per l’ennesima volta la signora Piera ha comprato uno spray contro le formiche e per l’ennesima volta l’ho diffidata da usarlo. Lei ha ribattuto che le formiche in casa non sono certo un bello spettacolo. L’ho lasciata dire. Più tardi butterò via lo spray, come ho fatto tutte le altre volte.