Ho scritto una seconda lettera anonima. Per la polizia. Ho descritto i fatti, non ho aggiunto inutili particolari che potevano far pensare a un mitomane. Ho spiegato che la moglie dell’avvocato non si vede più da un sacco di tempo, ho detto della terra smossa e dell’amante segreta del mio vicino. Ho fatto il suo nome. Ho scritto l’indirizzo. Stop. Mi è sembrata credibile. Certo, so che i poliziotti ricevono decine di lettere non firmate. Immagino non diano loro troppo peso. Intanto però era un modo per informare le autorità. Mi fossi deciso ad andare al commissariato, avrei avuto la lettera da me stesso inviata, come supporto alle mie dichiarazioni. Non ero entusiasta di questa iniziativa e non ci credevo molto, però intanto facevo qualcosa. Poi, forse, in seguito, mi sarebbero venute altre idee.

L’avvocato era in ufficio. Ho appiccicato il francobollo di posta prioritaria, sono uscito di corsa e ho imbucato la lettera. Nessuno mi ha visto. Quando sono teso mi viene sempre un po’ fame. Sono tornato a casa e mi sono fatto una fetta di pane con la marmellata.

Le tre del pomeriggio, sono salito di sopra e mi sono affacciato. Ho circumnavigato con lo sguardo tutta la zona. Poi ho preso il binocolo. A quell’ora passa sempre il camion della nettezza urbana. Fa il viale e, in fondo, gira. A quel punto non si vede più. Riappare dopo una decina di minuti laggiù, dove c’è la villetta del mio vicino. Lui delle volte esce. So che ha una domestica, ma chissà perché ama consegnare direttamente la spazzatura agli uomini che fermano il camion, lo salutano e scambiano con lui qualche parola.

Eccolo. Esce.

Dal mio posto d’osservazione posso vedere il lato del giardino dove ha seppellito il corpo. Come ha fatto a portarlo fin lì? Guardo avanti. Lungo la siepe. E’ il punto migliore. Le difficoltà devono esserci nel superare la staccionata. Probabile abbia agito di ferragosto, quando non c’era nessuno. Di certo non ha pensato alle formiche, non sapeva che il suo vicino era un attento osservatore di formiche. Ha creduto di farla franca facilmente…

Eccolo. Rientra.

Apre la porta e prima di entrare si volta ancora verso di me. Mi abbasso il più possibile e nascondo il binocolo. Il sole potrebbe far luccicare le lenti e questo rappresenterebbe un modo sicuro per farsi scoprire.

Non so se le formiche arboricole si sono accorte del corpo sotterrato. Di sicuro si sono accorte che lì vicino c’era un’altra colonia di formiche e così l’hanno attaccata. Con la lente d’ingrandimento ho visto la terribile lotta mandibola contro mandibola. Centinaia di operaie si sono affrontate all’ultimo… sangue. Le arboricole sono più forti. Hanno fatto un macello. Ho continuato ad osservarle per alcuni minuti. E’ stato così, per caso, che ho visto l’impronta nel terreno. Proprio dove è sepolto il cadavere. Scarpe a punta. Misura 42 o 43. Il cuore mi ha cominciato a battere nelle orecchie. Qualcuno aveva fatto un giro d’ispezione nel mio giardino. Qualcuno che voleva sincerarsi fosse ancora tutto a posto.

Sara mi ha trovato una formica addosso, capitata lì chissà come. Ha detto che continuando così finirò di certo al manicomio. Il suo alito sapeva di chewing gum, la sua lingua scattava, i suoi denti scintillavano.

Ho visto la solita pattuglia della polizia. Mi è sembrato abbia rallentato all’altezza del mio giardino, ma non ne sono sicuro. Può darsi sia stata una semplice impressione.

Ho rivisto la pattuglia dopo cena. Affacciato di sopra col mio binocolo puntato verso la casa del vicino. Sono andati da lui, hanno suonato. Ha aperto ed è restato a parlare con loro per qualche minuto. Ero un bagno di sudore. Di già la polizia? Forse la mia lettera ha messo le cose in moto. Forse stanno facendo i primi accertamenti. Domandano che fine abbia fatto la moglie. Lui troverà qualche scusa. E’ logico che abbia messo su un piano… Un piano che comporta giustificazioni e falsi alibi. Quando la pattuglia se n’è andata ho cominciato a pensare una cosa assurda. Una di quelle fantasie che mi vengono quando fa buio, quando le cose assumono dimensioni diverse dal giorno. Se avesse disseppellito il corpo? La notte. Avesse poi ricoperto la buca e trascinato il cadavere fino al suo giardino? Avrebbe avuto bisogno di una pala. Certo. Un attrezzo da scavo sarebbe stato indispensabile. Poi sarebbe tornato con la pala e il corpo… Troppa roba, troppo complicato. Ma forse… Mi sono precipitato giù per le scale, ho aperto la porta che è andata a sbattere con un fracasso del diavolo; appena nel giardino ho voltato a sinistra, verso il lato nord, dove c’è, o c’era, il corpo. Dove c’è il piccolo magazzino degli attrezzi. Gli attrezzi sono tutti nuovi. Sono stati comprati poco prima delle vacanze. Se ha usato la pala, non ha fatto di certo in tempo a pulirla. Ho aperto la porta di legno e ho acceso la luce. Sono andato in fondo al piccolo locale.