State of Play - Un Russell Crowe pettinato come Nicoletta Orsomando, che ricorda sempre il nostro Silvio Muccino con la panza, per un discreto thriller che anche se non fa sobbalzare lo spettatore dalla poltrona lo mantiene avvinto fino all’ultimo.

Inizialmente per  interpretare questo adattamento per il grande schermo dell’omonima miniserie britannica di Paul Abbott si doveva ricomporre il cast di Fight Club  con Brad Pitt ed Edward Norton,  ma Crowe e il seppur lesso Affleck non fanno rimpiangere questa seconda scelta.

State of Play – USA 2009 – 125’

Regia:  Kevin Macdonald

Con:  Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams, Helen Mirren, Wendy Makkena, Katy Mixon, Viola Davis, Jeff Daniels, Maria Thayer, Harry Lennix, David Harbour, Rob Benedict, Zoe Lister Jones, Gregg Binkley, Arabella Field, Cornell Womack, Robert Bizik, Dan Brown, Eileen Grubba, Brennan Brown, Jason Bateman, Robin Wright Penn

Cal McAffrey è un giornalista vecchio stampo, scrupoloso,  abituato a controllare di persona le notizie alla fonte e a investigare per il gusto della  verità e di una buona storia.

Stephen Collins suo ex compagno di studi è deputato a capo di un comitato che controlla le spese per la difesa nazionale, in odore di illeciti.

Quando la bella assistente-amante di Collins muore in un ambiguo incidente, le strade dei due tornano ad incrociarsi.

Riduzione e reinvenzione dell'omonima miniserie inglese di sei ore, State of Play racconta un'appassionante partita tra politica e giornalismo, dove ognuno dei contendenti conosce ed usa gli strumenti dell’altro e fa leva sulle sue debolezze.

Il film termina con la messa in stampa della soluzione del giallo sul giornale lungo i titoli di coda.

La vita segreta delle api.

Segretissima. Infatti non se ne viene a sapere nulla e dopo un quarto d’ora non t’importa nemmeno di saperne nulla.

Il film incuriosisce solo inizialmente quando Paul Bettany, l’ex monaco albino del Codice da Vinci, in versione padre padrone, maltratta la figlioletta (l’eterna sorpresa Dakota Fanning cresciuta solo di una spanna dopo La guerra dei mondi).

Da bambina ha sparato per sbaglio alla madre uccidendola, e per tutto il tempo continuerà a chiedersi se questa l’abbia mai amata. Un soggiorno in casa di Queen Latifah appresso a un alveare le chiarirà le idee.

Lo spettatore rimane afflosciato sulla  poltrona fino all’ultimo in attesa di un colpo di scena finale che non arriverà mai, dopo di che  gli è già passata la voglia di andare a leggersi, come invece si era ripromesso di fare, il famoso  libro tradotto in 25 lingue  da cui è tratto.

 

The secret life of bees – USA – 2008 – 110’

Regia: Gina Prince-Bythewood

Con: Dakota Fanning, Queen Latifah, Alicia Keys, Sophie Okonedo, Paul Bettany

La vita segreta delle api è l’adattamento dell’omonimo bestseller Americano di Sue Monk Kidd che affronta un’ambientazione storica affine a quella dell’infanzia dell’autrice, anche se non autobiografica, cresciuta nella Georgia degli anni 60, nel mezzo delle tensioni razziali dovute al riconoscimento dei diritti dei neri. Racconta la formazione di Lily Owens una ragazzina che sentendosi tradita dal padre brutale si mette alla ricerca di una nuova famiglia sulle orme della madre tragicamente scomparsa…

Generazione 1000 euro – Commedia graziosa ma non indispensabile con qualche battuta azzeccata e un finale un po’  telefonato, vista sullo schermo del multisala con una ditata nera in alto a destra che non ti abbandona per tutta la proiezione e che quando alla fine scompare, ti ci eri già un po’ affezionato (alla ditata).

Dopo Tutta la vita davanti un altro film d’attualità sul precariato dove identificarsi facilmente. Dov’è l’aspetto thriller in tutto questo?

Nel riuscire a trovare un lavoro, naturalmente.

 

Generazione 1000 euro – Italia – 2009 – 101’

Regia: Massimo Venier

Con: Alessandro Tiberi, Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Francesco Mandelli, Francesca Inaudi, Paolo Villaggio

A Milano un gruppo di giovani neolaureati galleggia nell'orbita dell'instabilità esistenziale. Matteo, genio in matematica che tiene lezioni sull'insostenibilità di Gödel, ma per campare lavora nel marketing di un'azienda in odore di tagli del personale, convive con  Francesco che fa il proiezionista in un cinema d'essay. Lasciato dalla fidanzata e perse le sicurezze economiche di un terzo inquilino che li ha appena abbandonati con un debito, si trova diviso tra la passione e la ragione - due ragazze che entrano con impeto nella sua vita.

Massimo Venier trova a Milano e nel libro omonimo di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa l'ambientazione ideale per far luce su un tema che affligge la generazione mille euro e s'incarica di raccogliere le esperienze comuni dei precari d'oggi.

Questione di cuore –  Due bravi interpreti alle prese con una storia sull’infarto che colpisce subito emotivamente buona parte degli  spettatori ultraquarantenni presenti in sala, che ripensano preoccupati alle ultime oppressioni al petto patite di recente.

Un divertente Albanese e un commovente bel Kim Rossi Stuard, che in quanto bello sorprende per  quella bravura che non ti aspetti dai belli. Completa il cast una Micaela Ramazzotti incinta celebre ai maschietti per la splendida e cliccatissima performance di nudo frontale in Tutta la vita davanti.

Il finale è scontato ma ci si commuove un po’ lo stesso.

Graziosa la scena in ospedale con Verdone, Sorrentino, Luchetti, Sandrelli e Virzì nella parte di loro stessi in visita allo sceneggiatore convalescente Antonio Albanese.  

Angelo è un giovane carrozziere che accumula beni, Alberto uno sceneggiatore di successo che ha perso l’ispirazione. Colpiti da  infarto, vengono ricoverati nella stessa clinica. Angelo, padre di due figli e marito innamorato di Rossana, Alberto, stanco fidanzato di Carla. Una volta dimessi,  uniti dall'esperienza drammatica si aiuteranno  consolidando una vera amicizia. E da quel giorno le loro vite non saranno più le stesse. (E ti credo! Dopo un infarto!)

Come non  cedere al fascino del muscolare Hugh Jackman, e, anche se del plot alla Schermitrice non importa nulla, entra a guardarsi 40 minuti del prequel di Hood, e si fa conquistare dagli artigli in adamantio  di Wolverine che affetta code di elicotteri in volo saltando da una motocicletta in corsa… mentre la vicina borbotta in dialetto al fidanzato che gli critica il suo Logan “seee gh’in fòssan!” (Siii! Ce ne fossero!”)

X-Men Le Origini – Wolverine - Australia, Nuova Zelanda, USA 2009 – 97’Regia: Gavin Hood

Con: Hugh Jackman, Ryan Reynolds, Taylor Kitsch, Will i Am, Liev Schreiber, Dominic Monaghan, Lynn Collins, Danny Huston, Daniel Henney, Kevin Durand, Scott Adkins, Stephen Leeder, Matthew Dale, James D. Dever, Aaron Jeffery, Michael-James Olsen, Alice Parkinson, Tim Pocock, Myles Pollard

Atteso spin-off della saga di X-Men, il film vede protagonista il più amato del gruppo di supereroi mutanti, James Howlett detto Logan, alias Wolverine. Wolverine va alla ricerca delle radici del suo potere, cercando verità e vendetta da chi lo ha reso quello che è. Il film trae ispirazione dallo sterminato universo Marvel, compresa la recente serie di graphic novels Weapon X firmate da Frank Miller.

Franklyn - La schermitrice probabilmente non è riuscita a concentrarsi fino in fondo su  questo film. Quattro personaggi che si muovono su due diversi spazi temporali.

Uno,  nella futuristica Meanwhile City, detta anche Città di mezzo, dove il giustiziere Preest è rimasto l’ultimo ateo e si prepara a eliminare un uomo inseguito dalla polizia del posto, che è vestita come Johnny Depp nella Fabbrica del Cioccolato e l’altro nella Londra d’oggi dove una bellissima Eva Green, che non va d’accordo con la madre, tenta continuamente il suicidio riprendendosi con la telecamera per ottenere un diploma d’arte.

Sei spettatori in tutto ad assistere alla proiezione e tutti a sostenersi il mento con la mano in un espressione  sconcertata e pensosa, in attesa di un decollo che probabilmente, semmai è arrivato, devono essersi perso. All’uscita li accomuna solo un unanime coro di “Mah!”

Unica considerazione: Carina la maschera del protagonista da riproporre per Halloween e  Carnevale.

Franklyn – Gran Bretagna, Francia – 2008 – 98’

Regia: Gerald McMorrow

Con: Eva Green, Ryan Philippe, Bernard Hill, Sam Riley, Richard Coyle, Susannah York

Thriller che mischia action e psicoanalisi in una storia sospesa tra la Londra d’oggi e l’avvenieristica Città di mezzo…

Che la Città di mezzo sia con voi!